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MARIO PIRANI E GERHARD SCHREIBER
BARLETTANI D’ADOZIONE DOC

Una grande firma del giornalismo italiano e un illustre storico tedesco hanno ricevuto la
cittadinanza onoraria per il loro contributo alla ricostruzione dei fatti di Barletta del settembre 1943


“È molto bello che un ebreo italiano scampato al rastrellamento tedesco e alla deportazione e un uomo di nazionalità tedesca, uno storico che ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla documentazione della verità, siano uniti questa sera nel ricevere l’altissimo onore di essere insigniti della cittadinanza onoraria di Barletta”. Dice così il grande giornalista di Repubblica Mario Pirani, in un passo del suo discorso di ringraziamento, subito dopo il conferimento della cittadinanza onoraria di Barletta a lui e allo storico tedesco Gerhard Schreiber, fra i massimi esperti al mondo delle relazioni italo-tedesche durante la Seconda Guerra mondiale.
Si erano conosciuti quel pomeriggio, poco prima dello scoprimento della lapide commemorativa della Medaglia d’Oro al Valor Militare a Palazzo di Città, ed erano entrambi molto commossi, il tedesco e l’ebreo italiano, durante la bella cerimonia che li ha resi barlettani, nel corso di un consiglio comunale straordinario tenutosi nella Sala Rossa del Castello. E commossi lo sono rimasti fino alla fine, presi da un’emozione collettiva che pervadeva tutti i presenti, dai rappresentanti istituzionali ai testimoni di quei momenti terribili, ai cittadini che si sono stretti intorno a pezzi di Storia che raramente trovano spazio nei libri, ma che sono vivi e veri nella memoria di un popolo. “È straordinario vedere come Barletta abbia a cuore la propria storia e la memoria del suo passato” ha commentato Gerhard Schreiber “ed è importante sottolineare il valore morale, oltre che militare, della sua Resistenza. Bisogna continuare a parlarne, a studiare ed approfondire, raccogliere le testimonianze di chi ha vissuto quei giorni”.
Quei giorni li ha vissuti anche l’instancabile Maria Grasso Tarantino, in prima fila con le lacrime agli occhi. Emozionato anch’egli, il Sindaco Nicola Maffei ha ricordato l’opera dei suoi predecessori nella costruzione paziente del percorso che ha portato ai due riconoscimenti che ornano il gonfalone della città, e ha sottolineato la gioia di Barletta tutta nel poter conferire la cittadinanza onoraria a due “Amici sinceri della Città di Barletta nella difesa della verità, per il meritato riconoscimento del sacrificio dei civili e dell’esemplare comportamento dei soldati del locale presidio, contro l’aggressione nazista del settembre 1943” come si legge nella motivazione. Mario Pirani, che ha indagato a fondo su Cefalonia, dalle colonne di Repubblica ha dedicato un pezzo anche ai fatti di Barletta, riuscendo così, grazie alla propria autorevole firma e alla risonanza mediatica, a far appuntare l’attenzione dei vertici istituzionali sull’“altra resistenza”, quella dei militari del nostro presidio, nei confronti dei tedeschi che, dopo l’8 settembre, dovevano essere considerati nemici. Cosa che era già emersa con chiarezza assoluta dai documenti trovati e forniti da Gerhard Schreiber, nel quadro dei suoi studi sul comportamento non dei nazisti, ma delle truppe regolari, come ha precisato Costantino Foschini nella sua introduzione alla serata.
Amici sinceri, davvero, Pirani e Schreiber, sinceri e disinteressati, di una popolazione che grazie anche a loro ha ricevuto riconoscimenti che sono risarcimenti, capaci di medicare almeno un poco le numerose e dolorose ferite di quel settembre tragico del 1943. I nostri nuovi concittadini sono amici della verità storica, appassionati di studio e di battaglie morali, giganti che si stagliano nel panorama a volte troppo fosco di questa nostra epoca, povera di idee e di uomini.
La cittadinanza a Pirani e Schreiber è stato un onore concesso e ricevuto dalla città di Barletta, come si è potuto desumere anche dai discorsi belli, sfrondati di ogni retorica, preparati come si doveva e poi pronunciati col cuore, come si deve, dal capo dell’opposizione Carlo Dibello e dal consigliere comunale e regionale di maggioranza Beppe Cioce. Potremmo porre l’accento sull’assenza di alcuni consiglieri (voluta o fortuita che fosse), non giustificata nemmeno da un telegramma di cortesia e di augurio; forse potremmo sottolinea-re diverse defaillances di natura organizzativa e non solo. Ci piace, invece, ricordare che la delibera è stata votata all’unanimità, un atto di concordia che dovrebbe essere esemplare.

di Carmen Palmiotta (ottobre 2006)

 

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