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LA “PROVINCIOMANIA”
Il “si” della Camera e l’attesa del passaggio in Senato. Le elezioni del 2008.

Far tesoro del passato per costruire un futuro di intensa collaborazione"
È fatta”, finalmente la provincia di Barletta Andria e Trani è passata all’esame della Commissione bilancio della Camera ed è stata votata in aula. Un’attesa lunghissima che verrà suggellata dal “sì” definitivo del Senato. Il passaggio a Palazzo Madama rischia di ripresentare divisioni e spaccature già note, ma, così com’è successo a Montecitorio, è molto probabile che il voto positivo trasversale possa prevalere premiando gli sforzi di quanti si sono prodigati in questi anni e hanno saputo condurre in porto tale aspirazione. La sesta provincia pugliese condivide questo primo rilevante successo con Monza e Fermo; insieme i comitati di queste realtà territoriali hanno portato avanti la lunga e snervante battaglia parlamentare di questi anni.
Tutti soddisfatti, quindi, per questa “storica decisione” che coinvolge circa 450.000 abitanti e ben 10 Comuni, considerato che le amministrazioni di Ruvo e di Corato hanno deciso di ritirarsi dal progetto, quasi in dirittura d’arrivo.
“L’idea, l’aspirazione, la necessità, il progetto della creazione della provincia dell’Ofanto, da sorgere a cavaliere fra le due Provincie di Bari e Foggia, non è un fenomeno improvviso, che si sia manifestato oggi, nel clima che taluno brillantemente ha definito di provinciomania”. Questo proclama, quanto mai attuale, veniva redatto dal “Comitato promotore “Provincia di Terra d’Ofanto” nel marzo del 1957 e costituiva l’apertura di un opuscolo denominato: “La costituenda provincia di Terra d’Ofanto (capoluogo Barletta)”. Una prima richiesta ufficiale fu avanzata al Governo di Napoli nel 1854 ma per colpa di Garibaldi e dei moti di fine ‘800 questa proposta venne accantonata e dimenticata. Nel 1910 l’Amministrazione Comunale ci riprovò rivolgendosi al Governo ma la Grande Guerra era alle porte e la richiesta non ebbe seguito.
Il 17 giungo del 1923 si riunirono a Barletta i sindaci dei paesi interessati alla costituzione della nuova Provincia. Tre anni dopo il Governo sopprimeva dei Circondari sottoprefettizi, mantenendone in vita solo alcuni, tra cui quello di Barletta, in attesa di elevarli a Provincia. Un anno dopo la speranza svanì con l’abolizione di tutte le sottoprefetture. La richiesta fu riformulata nel 1944, nel ’45 e nel ’47 ma l’iter non andò avanti. Nel 1957 un folto gruppo di deputati sembrò aver preso a cuore le sorti della sesta provincia che, per l’ennesima volta, non trovò accoglimento.
Bene fecero alcuni cittadini a voler tentare, comunque, la carta della collaborazione, istituendo nel 1974 il Comprensorio Nord Barese di cui per motivi territoriali non potevano far parte Margherita, S. Ferdinando e Trinitapoli ma che comunque raccordava le realtà comunali di Barletta, Andria, Trani, Bisceglie, Canosa, Corato, Ruvo, Minervino e Spinazzola. Una quindicina di anni dopo, ritenendo ormai maturata un’esperienza rilevante di lavoro in comune, il direttivo del Comprensorio tentò il salto di qualità richiedendo di dare ufficialità alla nuova provincia del Nord Barese. Lo slancio comprensoriale annegò nelle incomprensioni e nelle beghe campanilistiche.
Intanto, ed è storia recente, altri hanno provato a rimettere insieme le realtà territoriali della zona dando vita al Patto territoriale nord barese-ofantino.
Sono tutte prove tecniche di concertazione e cooperazione che hanno dato i loro frutti e continueranno a darne. In ogni caso il nuovo ente “tricefalo” dovrà lavorare in perfetta sintonia se vorrà ritagliarsi uno spazio dignitoso nella Regione. Questo non solo dal punto di vista economico, vista l’innegabile vitalità del nostro territorio, ma anche culturale e sociale, di migliore qualità della vita. Per l’insediamento dei nuovi organi amministrativi occorrerà attendere il 2008. È una data che sembra molto lontana, in realtà, tenendo fisso quel traguardo, il futuro e la credibilità della sesta provincia vanno costruiti già da ora, lasciando da parte trionfalismi e polemiche inutili.

M.R. (Novembre 2003)

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