| ELETTO IL PRIMO CONSIGLIO PROVINCIALES’apre un nuovo scenario storico per le nostre città
 Non è facile commentare l’esito di
            queste votazioni per la istituzione
            del primo consiglio provinciale della nuova
            provincia BAT. Una cosa è certa. Con
            l’elezione del nuovo consiglio provinciale,
            si è dischiuso un nuovo scenario storico
            per le nostre città. Non è facile perché
            lo scenario è talmente aggrovigliato, da
            rendere problematica qualsiasi analisi del
            voto. Facciamo alcune considerazioni.Innanzitutto stupisce che, a fronte di
            una straripante vittoria del centro sinistra,
            tre anni fa, oggi quello schieramento (e
            il partito democratico in particolare) abbia
            raccolto appena l’8,14%, risultando
            il quarto partito cittadino dopo la Buona
            Politica (23,30%), il Popolo delle Libertà
            (18,95%) e la lista Ventola Presidente
 (8,20%). Invero non è la prima volta che
            si verifica questa incongruenza, perché lo
            stesso accadde al sindaco Salerno quando,
            nel bel mezzo del suo primo mandato, ci
            fu una consultazione elettorale che ridusse
            della metà la percentuale dei voti conseguiti
            dalla coalizione di sinistra.
 Ma è una incongruenza solo apparente
            perché se si sommano i voti di Salerno
            a quelli della sinistra (parliamo naturalmente
            delle preferenze barlettane) i conti
            tornano. Le cose forse sarebbero andate
            diversamente se Salerno fosse stato il candidato
            del centrosinistra. Ma qui si sono
            scontrate due irremovibili caparbietà e la
            storia non si fa con i se e le recriminazioni.
 E allora, per restare all’esito del voto la
            constatazione più grave è un’altra, e cioè
            che dei quattro barlettani che siederanno
            nei banchi del nuovo consiglio provinciale,
            non ce n’è nessuno espressione dell’attuale
            maggioranza di centrodestra, ma
            tre rappresentano la componente Salerno
            (si tratta pur sempre di una lista civica)
            ed uno l’attuale minoranza. Minoranza di
            quel centro destra che ha movimentato la
            campagna elettorale con una vivacità che
            lasciava intravedere ben altri esiti che non
            fossero quelli di un solo seggio.
 Altra considerazione balza subito evidente,
          legata alla scelta dei nostri quattro
          esponenti in consiglio provinciale. Sono
          appena quattro, uno di centro destra e tre
          di centro, ma tutti e quattro espressione
          non dei partiti tradizionali, ma di movimenti,
          a cominciare da Francesco Salerno
          e dai suoi compagni di cordata, Giuseppe
          Di Paola (1758 voti pari al 25,92%) e Michele
          Dicorato (1694 voti pari al 27,36%).
 Ma anche Luigi Antonucci ha speso il suo
          nome non legandolo al PdL, ma ad una lista
          civica, quella di “Ventola presidente”
          nel cui palmares ha raccolto quasi mille
          voti (908 pari al 14,47%).
 Esito invero deludente, a fronte di una
          così alta percentuale di elettori (quella
          di tre anni fa) che francamente non ne
          rispecchiano la presenza in consiglio
          comunale. Ma da questo, a reclamare le
          dimissioni del sindaco, ce ne vuole: infatti
          non ci pare che quella forza politica venga
          da una brillante gestione della opposizione,
          (una controprova è proprio la mancanza
          di coordinamento nella gestione delle
          candidature, se poi l’esito è stato quello
          di aver conseguito appena un consigliere
          provinciale!). Per fare opposizione
          non basta infatti fare movimento, ma          è necessario creare un tavolo di lavoro
          attorno al quale confrontarsi, darsi delle
          regole, impostare una nuova progettualità,
          e trovare dei leaders, capaci, competenti,
          esperti, disponibili. E anche se ce ne
          sono (e ce ne sono), sono scollegati fra di
          loro, ognuno procede per conto proprio,
          estemporaneamente (l’ultimo, ch’io
          ricordi, a tentare un coordinamento delle
          forze di centro destra fu - dieci anni - Pino
          Di Cuonzo).
 E quanto al neo-centrismo di Salerno?
          (evidente frutto di uno stato di necessità,
          quello d’affiancarsi al partito dell’UDC,
          al quale, peraltro ha regalato due seggi).
 “L’ombra dell’ex sindaco s’allunga su Palazzo
          di città”, titolava la Gazzetta, l’indomani
          dell’esito della votazione. Molti l’hanno pensata così, ma non condividiamo
          l’ipotesi formulata dal cronista della
          Gazzetta che ha ipotizzato cambi di scenari
          sull’attuale assetto amministrativo. E questo
          perché non c’è alcun feeling fra il centro
          di Salerno e il centro destra dell’attuale
          opposizione, perché i due schieramenti
          sono lontanissimi, e ciascuno dei due si
          attrezzerà per i rinnovi nelle prossime amministrative
          che si terranno fra due anni.
 Frattanto è facilmente prevedibile che le
          forze del centro sinistra, uscite sconfitte da
          questa tornata elettorale, si riorganizzino
          per tentare una risalita della china. Quindi
          tre poli, ognuno per proprio conto.
 * * * E le prospettive operative della nuova
            Provincia? Ancora nebulose, perché non
            sono stati risolti tutti i problemi del nuovo
            assetto istituzionale, come quelli legati al
            trasferimento del personale e delle suppellettili
            da una provincia all’altra. Senza dire
            del conferimento dei fondi alla nuova tesoreria
            provinciale.E l’organizzazione degli uffici? e la
            loro messa a regime? Non è difficile immaginare
            una difficile partenza per il nuovo
            ente territoriale.
  * * *  Due parole ci viene poi spontaneo di
            spendere sulla qualità della nostra compagine
            al governo della Provincia; e sulla
            omogeneità dei nostri rappresentanti. Nel
            nostro caso ci saremmo aspettati che ci andassero
            almeno alcuni di quelli che a quel
            traguardo avevano contribuito a portarcele,
            le nostre città! L’esito elettorale li ha ignorati,
            mentre sembra che, dall’esame degli
            eletti, la scelta dei trenta consiglieri sia più
            frutto di un sorteggio a caso.Non mi riferisco naturalmente alle loro
            qualità umane, ci mancherebbe!, ma alla
            loro esperienza politica. Voglio dire che un
            tempo alla Provincia si presentavano quelli
            che avevano fatto tanta gavetta, dopo un
            lungo tirocinio d’esperienza politica ed amministrativa
            cittadina.
 E infatti, dopo averne fatto una sia pur
            sommaria rassegna, non c’è da restare entusiasti,
            come tasso di esperienza di ciascuno,
            con l’aggravante che, per l’estrema
            eterogeneità dei gruppi politici che l’hanno
            espressa, si profila una grande incertezza sul
            piano della programmazione e della operatività.
 Invero, a nostra parziale discolpa, un
            malessere molto più diffuso di quanto non
            si possa credere. Un tempo c’erano i partiti
            a disciplinare scelte e programmi, a selezionare
            gli uomini, mentre oggi i partiti sono in
            ombra, di programmazione non se ne sente
            più parlare e il tutto è affidato all’estemporaneità
            degli uomini dell’esecutivo, il capo
            in testa a tutti, cioè - nel nostro caso - il neo
            presidente della provincia Francesco Ventola.
 Al quale, per il momento vanno i nostri
            più sinceri auguri, aspettandolo ai primi più
            impegnativi appuntamenti.
 Renato Russo
          (Giugno 2009) << vai all'indice del canale |