CHE PROVINCIA SARÀ?
Intesa fra i candidati presidenti della nuova provincia
sulla proposta del PES-CNEL di un patto provinciale per
lo sviluppo, da realizzare con il metodo europeo, per reagire
al declino economico e occupazionale in atto
I l 29 aprile scorso si è tenuto, presso il
Polo Logistico a Barletta, un incontro
organizzato dalle associazioni imprenditoriali
e sindacali, aderenti al Consiglio
Nazionale dell’Economia e del Lavoro, sul
tema “Il Patto per lo Sviluppo”, a cui hanno
partecipato i candidati presidenti alla
neonata Provincia Barletta-Andria-Trani.
È stato un interessante momento di
confronto sull’attuale stato di crisi dell’economia
locale e sulle possibili misure
da intraprendere di cui la nuova provincia
dovrebbe farsi interprete.
Le associazioni territoriali aderenti al
CNEL hanno lanciato la proposta di un
Patto per lo sviluppo del territorio, da promuovere
tramite una Conferenza programmatica,
di cui la Provincia BAT, insieme
alle altre istituzioni locali ed organismi vari
impegnati nello sviluppo locale, dovrebbe
farsi interprete e promuoverla entro la fine
del 2009. L’incontro è stato realizzato a
seguito di una azione di confronto che il
PES-CNEL ha avviato nelle scorse settimane
con ciascun candidato presidente al
fine di concertare una proposta di metodo
di lavoro nel campo dell’economia e del
lavoro, che la nuova provincia dovrebbe
attivare appena i nuovi organi di governo
si saranno insediati. All’incontro sono stati
invitati operatori economici, oltre che Sindaci
ed amministratori locali.
L’incontro è stato un utile appuntamento,
anche per verificare alcune ipotesi interpretative
della crisi economica in atto sul
territorio, derivanti da uno studio, che sto
realizzando, in collaborazione con l’Editrice
Rotas e la Banca Federiciana, e che sarà
completato nelle prossime settimane.
Gli elementi di analisi, relativi al periodo
2000-2006, quindi un periodo che non
registra gli effetti della crisi internazionale
del 2008, su cui si è incentrato il dibattito,
possono essere riassunti nei seguenti quattro
punti principali:
1. la provincia BAT mostra segnali preoccupanti
di declino economico nello scenario
del Mezzogiorno. Tra il 2000 e il
2006, le 37 province del Mezzogiorno
hanno registrato una fase di relativo
sviluppo, con un incremento complessivo
di oltre 350.000 occupati, ma nello stesso periodo la BAT ha registrato una
perdita di oltre 4.500 occupati;
2. il reddito pro-capite della BAT, che nel
2000 era già fra i più bassi delle province
meridionali, è stato quello che è
meno cresciuto nel Mezzogiorno, con
il risultato di portare l’economia locale
fra le aree più arretrate del Mezzogiorno
stesso;
3. la BAT presenta il valore più basso, fra
le 37 province meridionali, dell’indice
sintetico di competitività territoriale,
un indice che, incorporando vari elementi
di analisi economica ed occupazionale,
registra lo stato attuale di
competitività dell’economia locale e
le sue prospettive di evoluzione futura.
La pessima prestazione dell’economia
locale è ascrivibile sia alla tendenza negativa
del settore industriale, in termini
di reddito prodotto e di produttività del
lavoro, che al mancato decollo del settore
terziario, già debole nel 2000 e che
ha perso ulteriori colpi fra il 2000 e il
2006;
4. la BAT presenta un sistema ricco di
elementi costitutivi, sotto il profilo
bio-ambientale, infrastrutturale, storico-
culturale, sociale, economico,
istituzionale, ma una scarsa capacità
di programmazione sistemica, strategica,
una scarsa presenza di relazioni
sistemiche, una debole governance
territoriale. In altri termini un sistema potenzialmente forte ma concretamente
debole, sia nella capacità di costruire
stabili relazioni interne che esterne, un
sistema che anziché innovarsi ed aprirsi
alle opportunità della globalizzazione,
si sta chiudendo progressivamente
su se stesso, che rischia, per questa sua
debolezza, di non cogliere adeguatamente
le opportunità dell’attuale ciclo
di programmazione europea 2007-
2013, che punta alla attrattività dei
territori, alla innovazione dei sistemi
produttivi, alla promozione di nuova
occupazione, mettendo a disposizione
notevoli risorse finanziarie, anche nazionali
e regionali.
Sulla base di questa analisi, complessivamente
condivisa dal PES-CNEL e dai
candidati presidenti della nuova provincia
sono state formulate tre domande che hanno
alimentato il dibattito:
1. quale governance territoriale (sistema
di regole di funzionamento dei rapporti
pubblico-privati) può essere promossa
nei prossimi anni per favorire lo sviluppo
territoriale?
2. quale visione strategica del territorio
per la sua futura competitività internazionale?
3. quali contenuti dovrebbero caratterizzare
il patto per lo sviluppo della
BAT?
Le risposte a queste tre domande da
parte dei candidati presidenti della nuova
provincia - De Feudis (IDV), Marmo
(PD), Salerno (La Buona Politica), Ventola
(PDL) - hanno fatto registrare una sostanziale
identità di vedute, che possono essere
così riassunte:
1. occorre promuovere un sistema di governance
in grado di raccordare tutte le
istituzioni locali e in cui le rappresentanze
economiche e sindacali abbiano
un ruolo fondamentale nella proposizione
delle politiche di sviluppo del
territorio. Un sistema di governance
che istituzionalizzi la partecipazione
del PES-CNEL alla vita della nuova
provincia e promuova un metodo di
lavoro caratterizzato da un approccio
strategico e non legato alla gestione
delle emergenze, partendo dal riconoscimento
della Carta di Valencia sulla
buona governance locale e regionale,
promossa dal Consiglio d’Europa nel
2007, come pure dalla valorizzazione
delle esperienze di programmazione
locale sperimentate in questi ultimi
anni (patto territoriale, piano strategico,
ecc...), così come il raccordo fra la
programmazione territoriale e la programmazione
comunale e la costituzione
di un osservatorio delle politiche di
sviluppo;
2. occorre promuovere una visione dello
sviluppo territoriale in cui siano valorizzate
le specificità territoriali, quali
aspetti di una strategia territoriale unitaria,
in grado di realizzare una forte
coesione fra i dieci comuni che costituiscono
la nuova provincia, anche in
vista di un possibile allargamento della
stessa ad altri comuni, conseguente alla
costituzione della Città Metropolitana
di Bari e alla soppressione della Provincia
di Bari. Tale strategia unitaria
deve puntare a valorizzare in particolare
le potenzialità delle tre città capoluogo,
sempre più integrate, della zona
costiera, da decongestionare e razionalizzare
ed integrare con la Città Metropolitana
di Bari e la costa foggiana sino
a Manfredonia, della zona ofantina da
integrare con i territori lucani e campani,
della zona murgiana da integrare
nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
In sintesi, la visione di un territorio diversificato
nelle sue vocazioni, ma coeso
nelle strategie di sviluppo ed aperto
a relazioni importanti con l’esterno;
3. occorre definire specifici contenuti del
Patto per lo Sviluppo della BAT coerenti
con la suddetta visione dello sviluppo,
fra cui la valorizzazione delle
risorse umane, a partire dai giovani che
hanno acquisito competenze tramite
i master di alto profilo finanziati dalla
Regione Puglia, la collocazione del
territorio nella strategia dei trasporti e
della logistica euromediterranea, i servizi
per favorire l’insediamento delle
imprese, l’integrazione delle imprese
con il mondo della ricerca, la diversificazione
del tessuto produttivo verso
l’agricoltura, il turismo, il terzo settore,
la valorizzazione dei beni storico-culturali
ed ambientali, i servizi per migliorare
la qualità della vita e favorire
una maggiore attrattività del territorio,
la promozione della capacità di aggregazione
delle imprese, la valorizzazione
del parco dell’Ofanto in chiave di
sviluppo interregionale, la integrazione
degli immigrati.
Su queste basi, la nuova provincia può
rappresentare un volano per lo sviluppo del
territorio, può concretamente contribuire a
costruire gli elementi forti e duraturi per la
competitività territoriale a livello internazionale.
Emmanuele Daluiso
(Maggio 2009)
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