Segnali di crescita del turismo in Puglia
e nella provincia Barletta-Andria-Trani
Ma la strada resta lunga ed impegnativa. I dati dell’osservatorio turistico delle regioni italiane dell’associazione
europea Euro IDEES di Bruxelles fanno emergere la Puglia e la provincia BAT con un forte potenziale di
sviluppo turistico. Per consolidare il percorso intrapreso occorre una strategia di sviluppo pubblico-privata ben
mirata in grado di cogliere le opportunità soprattutto dei mercati internazionali e migliorare la rete dei servizi di
accoglienza ed ospitalità.
L’osservatorio turistico di EuroIDEES ha provveduto ad
effettuare le prime analisi sui dati pubblicati a fine dicembre
2011 dall’ISTAT sui flussi turistici nelle regioni e province
italiane nell’anno 2010, che fanno emergere alcune importanti
considerazioni sulle dinamiche di sviluppo del turismo pugliese e
della provincia Barletta-Andria-Trani.
La Puglia destinazione turistica emergente
La Puglia si conferma un’area di destinazione turistica emergente
nel panorama italiano: nel triennio 2008-2010, un periodo
interessato da una forte crisi economica internazionale, le presenze
turistiche pugliesi sono aumentate del 6,6%, contro una media
nazionale che ha registrato appena un +0,5%.
Nel contesto pugliese la provincia Barletta-Andria-Trani comincia
ad emergere più significativamente con un incremento, nel
triennio analizzato, del +16,2%, secondo solo a quello della provincia
di Lecce, con +17,4%.
Un risultato importante se correlato al tasso di turisticità (rapporto
fra presenze turistiche e popolazione residente), che, in confronto
con la media nazionale, presenta un valore molto modesto,
infatti nel 2010 tale tasso ha presentato un valore pari ad appena
l’11,5% della media nazionale, anche se in leggera crescita rispetto
al 2008 quando aveva registrato il 9,9%.
il 2010 è stato anche l’anno del sorpasso della provincia di
Lecce rispetto a quella di Foggia: Lecce ha registrato il 34,8% di
presenze turistiche in Puglia contro il 33,5% della provincia di
Foggia.
La presenza degli stranieri comincia ad essere di un certo rilievo
anche nella provincia Barletta-Andria-Trani (soprattutto, in ordine
decrescente, tedeschi, francesi, statunitensi, inglesi, svizzeri
e russi, che complessivamente totalizzano oltre il 60% di presenze
straniere). La BAT con la provincia di Bari condivide la più alta
percentuale di presenze turistiche straniere in Puglia, significativamente
sopra la media regionale: in entrambe le province oltre una
presenza su cinque è straniera (ma occorre tener presente che nella
media italiana quasi una presenza su due è straniera e nelle regioni
turisticamente più evolute, quali il Trentino Alto Adige, il Veneto,
il Lazio, le presenze straniere superano quelle italiane).
in un quadro di valutazione di più lungo periodo, si osserva che
la crescita del turismo in Puglia, pur con qualche battuta d’arresto, è un fenomeno che è andato consolidandosi nel corso dell’ultimo
decennio. in particolare, l’analisi dei dati relativi al periodo che
va dal 1998 al 2010 fa emergere che in questo periodo la Puglia è
stata la regione italiana con il più alto indice di crescita dei flussi
turistici (+82%).
La crisi economica internazionale del 2008-2009 non ha intaccato
il turismo pugliese che ha continuato a crescere, mentre a
livello nazionale ed anche nell’insieme delle regioni del Sud si è
registrato una contrazione dei flussi turistici (soprattutto in Molise,
Calabria, Campania e Sicilia).
Le prospettive del turismo in Puglia e nella BAT
I dati relativi ai tassi di turisticità ancora molto contenuti, sia a
livello pugliese e ancor più nella BAT e le tendenze consolidatesi
negli ultimi anni, come suddetto, fanno emergere uno scenario
futuro positivo: la crescita del turismo pugliese dovrebbe portare
le presenze turistiche a superare i 17 milioni entro il 2016; la BAT
dovrebbe usufruire di questo scenario regionale positivo e considerato
che allo stato attuale è la provincia con il più basso tasso
di turisticità, il suo tasso di crescita dovrebbe continuare ad essere
ancor più sostenuto di quello pugliese.
Ma la crescita non è scontata, come mostrano le esperienze di
varie regioni del Mezzogiorno: la Campania che ha interrotto il suo
processo di sviluppo dopo il 2001, senza riuscire più a registrare le
presenze turistiche di quell’anno; la Sicilia, che, pur partendo da un
tasso di turisticità non molto elevato, ha registrato nel periodo considerato
1998-2010 una variazione di presenze turistiche al di sotto
della media nazionale; la Calabria che ha sofferto la crisi economica
internazionale degli ultimi anni; il caso del Molise che alla fine degli
anni ’90 sembrava essersi avviato sulla strada dello sviluppo, ma
che dopo il 2003 ha iniziato una fase regressiva sino a raggiungere
nel 2010 quasi lo stesso numero di presenze del 1998.
La distanza enorme fra le attuali presenze turistiche nella BAT,
circa 280 mila presenze annue, e il suo valore potenziale di 2,5
milioni di presenze annue, comporta la necessità di una strategia
territoriale ben mirata, in grado di coordinare i soggetti privati e
pubblici locali, di individuare mercati turistici ben definiti ed in
rapporto ad essi elaborare politiche ed azioni di sviluppo coerenti
e congrue, di integrare le politiche locali con quelle regionali, nazionali
ed europee.
La BAT con i suoi beni della filiera storico-culturale (dai castelli
federiciani alle emergenze archeologiche dauno-romaniche,
dalle cattedrali romaniche ai borghi marinari, dai beni artistici ai
siti naturalistici, ecc…), i suoi prodotti enogastronomici molto apprezzati
da chi ha avuto la possibilità di soggiornare o visitare il
territorio, le sue terme della salute sempre più apprezzate a livello
internazionale, ecc., può puntare a fare del turismo una delle principali
industrie del suo futuro.
Gli scenari futuri del turismo in Italia
L’osservatorio turistico di EuroIDEE S ha messo a punto uno
schema interpretativo del turismo italiano da cui emerge che, per
quanto la dinamica complessiva dei flussi turistici nell’ultimo decennio
possa far parlare dell’Italia come di una meta turistica internazionale
sostanzialmente matura, che deve rivedere il suo modello
di sviluppo turistico, il panorama turistico regionale è molto
variegato, sintomo delle potenzialità dei vari territori, ma anche
della efficacia delle politiche di sviluppo perseguite.
A parte la tradizionale divaricazione tra Centro Nord e Sud (nella
prima area si registra l’80% di presenze turistiche, nella seconda
il restante 20%), emerge un quadro composito: tre regioni sono in
fase di pronunciato declino di presenze turistiche (Valle d’Aosta,
Liguria e Marche), cinque regioni hanno raggiunto o stanno per
raggiungere la loro fase di maturità (Trentino-Alto Adige, Toscana,
Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo), quattro sono in
fase di consolidamento (Veneto, Sardegna, Umbria e Lazio), sette
esprimono un potenziale di sviluppo che dovrebbe esplicitarsi nei
prossimi anni, di cui due nel Nord (Lombardia e Piemonte) e cinque
nel Sud (Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia), infine
il Molise che continua a manifestare una debolezza complessiva
nell’intraprendere un percorso definitivo di sviluppo turistico.
Il coordinamento fra una strategia turistica nazionale e le strategie
delle singole regioni costituisce, in questo quadro variegato,
il fattore di criticità del turismo italiano. Dal modo in cui sarà affrontata
tale criticità dipenderà gran parte delle dinamiche future.
Le raccomandazioni dell’OCSE per l’Italia e per la Puglia
Un contributo importante nella definizione delle strategie future
per il turismo italiano viene da un recente studio dell’OCSE,
l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo dei paesi
industrializzati. La maturità, ovvero la crisi del turismo italiano
viene confermata dalla valutazione sottolineata dall’OCSE che fra
il 2000 e il 2006 la produttività del settore è calata del 13%, pur
in un contesto che si è andato progressivamente internazionalizzando.
L’indicazione fondamentale che dà l’OCSE è che in un
mercato globale in costante cambiamento l’Italia deve migliorare
l’offerta turistica e promuovere un contesto favorevole al turismo.
Per mantenere i vantaggi competitivi l’Italia deve puntare ad un
investimento strategico di lungo periodo sul turismo e riformare la
governance del settore, oggi molto frammentata.
Per la Puglia, oggetto di approfondimento dello studio dell’OCSE,
per un verso si apprezzano gli sforzi della Regione nel dotarsi
di una strategia di sviluppo turistico, ma per altro verso vengono
fornite specifiche raccomandazioni per superare le criticità che
caratterizzano il settore. In particolare, l’OCSE punta l’attenzione
sui seguenti interventi prioritari:
• un’integrazione completa del turismo nelle strategie di sviluppo
regionale a livello settoriale e globale;
• una definizione più chiara e una promozione più mirata delle
risorse competitive regionali;
• una maggiore accessibilità interna ed esterna e migliori infrastrutture
turistiche;
• una migliore segmentazione del target turistico e un branding
più mirato del marchio Puglia;
• un sistema di formazione e istruzione più focalizzato sul settore
turistico;
• un quadro di valutazione più completo del turismo e delle politiche
di sviluppo locale.
Queste indicazioni, ovviamente, valgono a maggior ragione
per il territorio della BAT, che nonostante gli sforzi prodotti
nell’ultimo decennio con le politiche promosse dal Patto Territoriale,
che fra l’altro ha portato anche alla creazione di un marchio
territoriale, quello di Puglia Imperiale, e ad un incremento significativo
dei posti letto, rappresenta tuttora l’anello territoriale più
debole fra le sei province pugliesi.
Emmanuele Daluiso (febbraio 2012)
* vice presidente associazione europea Euro*IDEE S-Bruxelles
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