PROVINCIA BAT ULTIMO ATTO
Eletto nel giugno del 2009, si conclude
dopo cinque anni, nel luglio
2014, l’attività amministrativa del
primo ed ultimo Consiglio della Provincia
Barletta-Andria-Trani. Nel corso
della seduta, tuttavia, paradossalmente
sono stati assunti numerosi provvedimenti
perché la vita della Provincia, nonostante
la sua cessazione, continuerà a
produrre le sue determinazioni, alcune
nuove, altre a completamento di progetti
già avviati, come il Programma Triennale
di Opere Pubbliche per il triennio
2014-2016 che prevedono il rimpinguamento
per un importo di quattro milioni
seicento mila euro, senza dimenticare
il completamento delle pratiche espropriative
per il completamento della
provinciale Andria-Corato 2, pena la
perdita di 52 milioni di euro. L’assemblea
provinciale ha inoltre autorizzato
gli uffici competenti della Provincia
ad avviare tutte le procedure dirette al
fine di verificare la fattibilità del progetto
di fusione per la incorporazione
sotto il profilo giuridico ed economicofinanziario,
delle agenzie del sistema
Patto Territoriale Nord Barese Ofantino
e la conseguente acquisizione da parte
dell’Ente della partecipazione maggioritaria
nella incorporanda “Agenzia per
l’Occupazione Nord Barese Ofantino”.
Numerosi gli interventi dei consiglieri
e degli assessori che hanno ricordato
questo quinquennio, particolarmente
intenso l’ultimo discorso del presidente
Francesco Ventola.
Certo è amaro, quest’esito, anche se
non tutto è perduto, se pensiamo che
almeno in parte queste realtà territoriali
continueranno a sopravvivere a se stesse,
ma in maniera del tutto anomala. Ci
lascia perplessi il fatto che la nuova figura
istituzionale della Provincia sarà composta
dai sindaci delle città che ne fanno
parte, fra i quali sarà eletto il presidente,
che i nuovi consiglieri non percepiranno
neppure le spese sopportate per l’esplicazione
del loro mandato. Insomma un
aborto di riforma, frutto di compromessi,
veti incrociati, condizionamenti, con
scarsa riflessione sulle abnormi implicazioni
che questa riforma avrà sui diversi
livelli istituzionali. Per non parlare della
introduzione delle aree metropolitane
(per noi la città di Bari).
Che tristezza pensare a tutte le battaglie
fin qui combattute in un recente
passato per diventare la sesta provincia
pugliese; cominciammo con il Comprensorio
del Nord Barese istituito nel
1974 (a tenerlo a battesimo il primo
dicembre in un’affollata assemblea nel
Teatro Curci fu il sindaco Michele Tupputi),
per poi lentamente intraprendere
la lunga, faticosa strada della istituzione
della nuova provincia dell’area
comprensoriale ofantina. Tutti quegli
esponenti politici non ci sono più, ma è doveroso non perderne la memoria.
Ci riferiamo a Domenico Borraccino, a
Carlo Ettore Borgia, don Luigi Filannino,
per non dire delle figure parlamentari
che a quell’obiettivo dedicarono il
loro tempo e le loro passioni: Michele
Cassandro, Dante Cioce, Andrea Gissi,
Pino Di Paola, Biagio Tatò, al quale si
deve una documentata cronostoria di
quei fatti, di quegli avvenimenti che il
19 maggio 2004 portarono alla istituzione
della nuova provincia pugliese.
La sfida del futuro
È un dato di fatto che in questi cinque
anni dieci città e un territorio, al di là di
appartenenza campanilistiche, si sono ritrovate
intorno a una comune storia del
medesimo comprensorio, condividendo
storie del passato e prospettive del futuro,
se vogliamo credere che questa provincia,
anche se di secondo livello, avrà un futuro, per non vanificare tutto quello
che fin qui è stato compiuto, e tutti quegli
altri obiettivi che potremmo ancora
perseguire nelle sue funzioni istituzionali
tradizionali, come l’istruzione, la viabilità e i trasporti, l’ambiente, il lavoro, la
formazione professionale, l’urbanistica.
Una politica comune alle dieci città che
aveva cominciato a produrre risultati
eccellenti scaturiti proprio da questa comunione
di intenti, da questa comune
strategia di scambievole cooperazione.
Tanto più necessaria quando verte a limitare
i danni rivenienti da questa congiuntura
economica senza precedenti.
Temi scottanti e appuntamenti indilazionabili
non ne mancheranno, alla Nuova
Provincia; è solo augurabile che permanga
lo spirito unitario che ha caratterizzato
questo quinquennio dove, aldilà delle
appartenenze politiche credo sia stato
apprezzabile, un atteggiamento costruttivo
e propositivo.
(agosto 2014)
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