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Un utile processo di sanificazione anche nell’Asl BT

Francamente non so che pensare! Rilevo solo che, a distanza di anni, nelle cronache giudiziarie di questo territorio, ritornano alcuni nomi già abbondantemente noti per aver operato - nell’ambito del ruolo professionale esercitato nella Pubblica Amministrazione - in maniera, per così dire, bizzarra, non trasparente.
Ebbene sì, nello scandalo sanità della regione Puglia riproposto prepotentemente in questi giorni, tornano a più riprese i nomi di alcuni dipendenti elevati a rango di dirigenti di questa nostra Asl BT!
Come questo sia potuto accadere!?… resta un grande mistero!
Ma qualcuno ha l’obbligo di dirci qualcosa! Di spiegarci la “ineluttabilità” di alcune scelte legate non ad una opzione di tipo squisitamente tecnico, o ad una indiscutibile preparazione professionale tale da sbaragliare altri contendenti, ma ad una semplicissima lottizzazione politica, cioè ad un processo di macro/riorganizzazione del sistema sanitario regionale spoil/systemica, pro/Vendola, in favore di persone ideologicamente “prossime” al Presidente della Regione Puglia e perciò spesso meritevoli di piena affidabilità e considerazione tecnico/politica.
Stando così le cose, qualcuno dovrà pur assumersi la responsabilità di motivare le scelte fatte e spiegare come queste si siano potute conciliare con la necessità di affermare l’etica della buona gestione delle pubbliche istituzioni!
Ahimè, con gli sviluppi dello scandalo “sanitopoli” ritengo che sia doveroso da parte di tutti i dirigenti spiegare all’intera comunità di questo territorio cosa stia accadendo nell’ASL BT di Andria- Barletta-Trani e prendere le dovute distanze da ciò che - l'ordinanza del G.I.P. dott. Giuseppe De Benedictis e le cronache giornalistiche di questi ultimi giorni - definisce un «…accordo destinato a costituire una struttura permanente in cui i singoli associati divengono parti di un tutto finalizzato a commettere una serie indeterminata di delitti (…) contro la Pubblica Amministrazione» ?! o di quel“… collaudato sistema criminale, stabilmente radicato nei vertici politicoamministrativi della sanità regionale …” che ha portato a «indebite pressioni psicologiche» per le nomine dei dirigenti, concorsi con requisiti «inseriti» all’ultimo momento per far vincere la persona favorita, violazioni dei segreti sulle gare d’appalto, contratti «truffaldini », modifiche illegittime dei criteri di valutazione dei bandi, attribuzione «dei punteggi ai progetti senza alcuna motivazione». E chissà cos’altro ancora?!
Ci sono intercettazioni, in questa inchiesta, che «… testimoniano - così scrivono i magistrati - come le scelte dei manager non fossero mai state orientate sulle regole del buon andamento della pubblica amministrazione ma esclusivamente in una prospettiva clientelare di ritorno del consenso elettorale». E «…tale sistema clientelare era perfettamente noto, e pienamente accettato, dagli addetti ai lavori e dagli stessi vertici amministrativi e politici della Regione Puglia».
Attualmente l’ASL BT è in regime di commissariamento straordinario; in queste condizioni è forse il caso che il dott. Canosa -, per la sicura sensibilità che non mancherà di dimostrare e per allontanare dubbi e sospetti di ogni sorta - scelga di dimettersi con tutti i suoi più stretti collaboratori!
Concordo, comunque, con quanti ritengono necessario giungere immediatamente ad un azzeramento complessivo e generalizzato di tutte le direzioni generali e/o commissariamenti straordinari unitamente a tutti i direttori sanitari ed amministrativi delle AA.SS.ll. di Puglia; alla stessa stregua di quanto fatto nel 2009, sul nascere della “sanitopoli” pugliese, dal Governatore Vendola per la Giunta Regionale.
Spero tanto che le intercettazioni telefoniche utilizzate in tutto il processo investigativo in questione siano una opinione od una forzatura interpretativa di chi le ha ascoltate, e che le persone coinvolte siano in grado di liberarsi, in maniera convincente e sollecitamente, del gravoso fardello del sospetto e delle contumelie (parola molto usata proprio dal Governatore Vendola!), dimostrando la loro assoluta, completa e definitiva estraneità al viziato circuito istituzionalepolitico- amministrativo che c’infanga da ogni dove e che è riuscito a tenere assieme delinquenza mafiosa, sporchi affari, prostituzione, dentro i più alti livelli istituzionali della nostra regione e del nostro Paese.
Ciò può avvenire attraverso una sanificazione di tutta la Pubblica Amministrazione, compreso l’intero sistema sanitario pugliese, in grado di liberarla da quella opprimente sensazione di totalizzante ed invadente regime e monopolio della politica che spesso si respira in questi ambiti e che riesce a orientare scelte organizzative e di mera gestione, come appalti e concorsi. Può avvenire chiamando a raccolta tutti i cittadini all’esercizio di una partecipazione vigile, democratica vera e pressante a tutela e garanzia dei propri diritti nonché di quelli (unitamente ai doveri!) degli stessi dipendenti ivi operanti e per la realizzazione di un corretto, trasparente ed imparziale funzionamento della macchina amministrativa e della gestione della cosa pubblica.
È necessario cominciare a fare piazza pulita, in ogni ambiente lavorativo della pubblica amministrazione del nostro territorio, di quel modo di intendere e di fare per il quale chi si riconosce e/o si dichiara filo/Vendola o filo/Ventola può di certo cogliere i frutti della rispettiva affinità politica mentre chi appartiene ad opposta sponda politica o mostra “eccessivo” spirito critico verso quella amministrazione e/o direzione va vissuto come avversario nonché nemico da isolare e, possibilmente, mortificare. I sindacati ed i sindacalisti ivi operanti hanno il dovere, anche morale, di svincolarsi da tentazioni e logiche spartitorie ed esercitare il proprio ruolo di rappresentanza in modo più incisivo e, quando è necessario (cioè… sempre!) più visibile all'esterno delle mura aziendali, promuovendo e realizzando - piuttosto - alleanze con i cittadini/utenti, finalizzate ad una umanizzazione delle istituzioni pubbliche, ad una loro maggiore fruibilità, flessibilità ed adattabilità al contesto sociale di riferimento, e giammai il contrario!
Dal momento del mio rientro in servizio - al termine del mio lungo periodo di “distacco” sindacale a tempo pieno - ho ritrovato una istituzione (mi riferisco alla ASL) molto uguale a quella lasciataoltre vent'anni fa, con l'aggravante che oggi l'azione delle OO.SS. appare anestetizzata da veti incrociati che la rendono non percepibile, quasi invisibile, con la sensazione di persone con “mani legate”, incapaci di agire criticamente avverso l’azione amministrativa della direzione generale che - verosimilmente e alla luce di quanto sta accadendo - oggi più di ieri richiede, invece, di essere continuamente sottoposta a vigilanza organizzativa, funzionale, gestionale ed anche politica, così come dovrebbe farsi con qualunque altra azienda pubblica a forte discrezionalità e condizionamento della politica! Cioè ad una sorta di “monitoraggio democratico vero”, che vada oltre i “cantici” della poesia! In fondo sono istituzioni nate per servire le comunità territoriali interessate e nessuno mai può osare dimenticarsi che da quei servizi, da quei lavori trae origine il proprio posto di lavoro e/o il proprio ruolo di amministratore pubblico, pagati, nemmeno tanto indirettamente, proprio da quella stessa collettività della quale ne è amministrata lo stato di salute!
L’anestetico appare, però, così tanto evidentemente in sovradosaggio da necessitare di una rianimazione/riabilitazione vera e propria! La ASL sembra essere una istituzione così tanto autoreferenziale da non essere capace di guardare all’esterno di essa e individuarne le ragioni vere della propria esistenza! L’apparato direzionale appare così distante dalla realtà circostante che chiede “salute”, da produrre in qualche caso anche complicazioni proprio alla vita stessa degli utenti!
Bisogna uscire presto dalla “sala risveglio”; per non rimanere addormentati per lungo tempo!

Francesco Corcella (aprile 2011)

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