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VI PROVINCIA: QUALE POLICENTRISMO

Lo slogan più ciclostilato degli ultimi anni da una certa classe politica è “pari dignità e policentricità della 6a provincia”. Infatti, il Sindaco di Andria, avv. Zaccaro (attualmente dimissionario), nell’Assemblea dei Sindaci della provincia di Barletta-Andria-Trani, ed un po’ ovunque sulla stampa, ha sempre preteso la cosiddetta “pari dignità” fra i tre comuni co-capoluogo, e che in base ad essa fosse operata la dislocazione degli uffici periferici dello Stato e di quelli provinciali, per garantire quel “policentrismo” che, a detta del primo cittadino andriese, rappresenta il principio ispiratore del nuovo Ente. Tuttavia, ritenere che il policentrismo sia l’unico elemento su cui si fonda la neonata provincia è, comunque, un’interpretazione riduttiva della legge 148/2004, la quale tiene anche conto dell’indiscutibile primogenitura di Barletta assegnando a questa il ruolo di città capofila (non si è seguito appositamente l’ordine alfabetico nella denominazione della provincia), come giusto riconoscimento e come compito di guida di questa nuova realtà territoriale.
Peraltro, rivendicare la policentricità della provincia, non dev’essere un appiglio da invocare per una dislocazione degli uffici “pro domo sua”, ma va inteso nel senso che ogni città deve ottenere ciò che le spetta nel pieno rispetto delle vocazioni territoriali.
A tal proposito la legge sancisce in modo perentorio che: “…il Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Ministro dell’Interno, adotta…i provvedimenti necessari per l’istituzione nella Provincia di Barletta-Andria-Trani degli uffici periferici dello Stato… tenendo conto nella loro dislocazione delle vocazioni territoriali” (art. 4, comma 1, L. 148/2004); “lo Statuto provinciale stabilisce quale delle tre città capoluogo è Sede legale della Provincia” (art. 1, comma 4, L. 148/2004) dove per sede legale si intende almeno la sede della Presidenza della Giunta provinciale; “lo Statuto stabilisce, altresì, le sedi e le modalità di riunione degli organi di governo della Provincia” (art. 4, comma 5, L. 148/2004), lasciando così intendere la possibilità che Presidenza, Giunta e Consiglio provinciali possano essere ripartiti in tutte e tre le città capoluogo.
Dunque, unicamente accettando questa modalità di attuazione del policentrismo, frutto di un lungo e paziente lavoro di mediazione, si rispetterebbe la legge e non vi sarebbe più spazio per sempre nuove rivendicazioni o per inutili campanilismi. Diversamente, vi sarebbe solo una “mera spartizione” di uffici in ragione di interessi politici, tradendo l’iniziale ispirazione alla meritocrazia, all’economicità, alla fruibilità, all’investitura popolare, che sinteticamente la legge 148/2004 definisce “vocazioni territoriali”.
Purtroppo, per quanto concerne l’emanazione del DPCM sulla dislocazione dei primi uffici periferici dello Stato sono sorte, com’era prevedibile, polemiche di ogni genere, soprattutto ad opera del Consiglio Comunale di Andria, per l’assegnazione definitiva della Prefettura alla città di Barletta. Secondo il predetto consiglio non sarebbe stato rispettato il documento dell’Assemblea dei Sindaci del 28 luglio 2006, sottoscritto anche dal Sindaco di Barletta, che prevedeva l’attribuzione, sia pure in via provvisoria, della sede della Prefettura alla città di Andria in attesa della realizzazione di una “cittadella” degli uffici in posizione strategica tra i territori dei capoluogo di provincia. È opportuno precisare che, in merito alla dislocazione degli uffici, non è mai stato trovato un accordo condiviso dai Sindaci, e quindi, per aggirare l’ostacolo delle divergenze e dei campanilismi, si è pensato al progetto di una fantomatica cittadella ove allocare gli uffici controversi quali Presidenza Giunta e Consiglio provinciale, Prefettura e quant’altro.
Polemiche pretestuose e strumentali poiché il Sindaco di Barletta, ha giustamente disconosciuto la validità di quel documento nel momento in cui, a causa degli elevati costi e tempi di realizzazione, è stato definitivamente accantonato il progetto della cittadella, che era il presupposto fondamentale su cui si reggeva l’intesa tra i Sindaci e che, a detta dello stesso primo cittadino barlettano, doveva sorgere in agro di Barletta. Tra l’altro, l’Assemblea dei Sindaci aveva dato pieno mandato al comune di Barletta quale città capofila per la progettazione e realizzazione della stessa il cui fallimento, pertanto, penalizzava di fatto la città della Disfida.
D’altronde, le contestazioni andriesi sono ingiustificate anche alla luce della stessa pari dignità, tanto invocata dal Sindaco di Andria (anche se la legge 148/2004 afferma di tener conto solo delle vocazioni territoriali nella ripartizione degli uffici periferici dello Stato), in quanto l’attribuzione della sede della Prefettura a Barletta andrebbe comunque a compensare la soppressione della sede dell’ASL BA/2 di Barletta già avvenuta nel 2005 per il riordino delle ASL pugliesi attuato dalla Giunta Vendola, ed il cui personale amministrativo venne trasferito ad Andria che fu scelta come unica sede provinciale dell’ASL, sia pure provvisoriamente (sebbene non disponesse di una struttura pubblica idonea ad accoglierla).
A tutt’oggi, l’ASL BAT di Andria che gestisce circa seimila dipendenti tra personale medico, paramedico e amministrativo, è allocata in una struttura privata onerosa per la finanza pubblica regionale quando poteva essere accolta comodamente e gratis in una delle molteplici strutture pubbliche (di proprietà dell’Asl medesima) di Barletta.
Inoltre, verrà ubicato ad Andria anche il Comando della Questura, e a Trani il Comando provinciale dei Carabinieri. Ciò consentirà ai rispettivi comuni di risolvere al meglio i non pochi problemi di ordine pubblico.
Da questo si evince che finora la legge istitutiva della 6a provincia è stata applicata coerentemente e in ossequio ai principi fondanti, vale a dire: “policentrismo e vocazioni territoriali”.
È auspicabile, ora, che si continui in questa direzione lasciando decidere autonomamente al 1° Consiglio provinciale dove ubicare le sedi degli organi di governo della provincia e la sede legale; pertanto è da ritenere assurda la pretesa della massima assise cittadina di Andria di voler avere da subito l’intero polo politico istituzionale, proponendo “Palazzo Ducale” quale sede della Provincia, pena la fuoriuscita dal nuovo ente.
Bene ha fatto la Commissione Speciale Comunale di Barletta per la 6a provincia, a raccomandare al Sindaco Maffei di astenersi da qualsiasi accordo relativo all’impiego di denaro pubblico per il restauro e l’adeguamento di qualsivoglia immobile che fosse indicato come sede provvisoria del Consiglio provinciale, onde evitare condizionamenti riguardo alle decisioni che dovrà assumere il Consiglio provinciale neoeletto.

Francesco Paolo Vischi (marzo 2008)

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