La
millenaria storia di Barletta
avvincente e straordinaria, ma poco conosciuta
Una guida per sapere, un viaggio nel tempo
Questo testo di storia è una guida per sapere, ma soprattutto
un viaggio nel tempo per esplorare il passato di Barletta, dai primordi
delle nostre più remote origini ai nostri giorni, l’unica
città pugliese, e forse di tutto il Mezzogiorno, che possa
vantare, nei secoli, uno spettro storico pressoché completo
e ininterrotto, scandito da una innumerevole sequenza di eventi e
di personaggi.
Barletta conserva straordinari tesori d’arte e di cultura.
La città annovera anche celebrati artisti: pittori; musicisti;
figure di insigni giuristi; uomini d’arme; maestri di vita;
storici; illustri chirurghi.
La sua terra è stata inoltre teatro di eccezionali episodi
come la Disfida di Barletta o grandiosi eventi storici come la battaglia
di Canne.
Per non parlare di alcuni brani di storia ignoti ai più, relativi
a fatti o a personaggi protagonisti di eventi notevoli e tuttavia
di qui non adeguatamente conosciuti e valorizzati.
Una storia aggiornata partendo dalle storie locali
Una storia avvincente e straordinaria, dunque quella della città di
Barletta, che solo la nostra colpevole noncuranza o svagata frettolosità potrebbero
indurci a trascurare, presi nell’ingranaggio di una nevrotica
quotidianità. Ma forse, ad un atteggiamento di negligente
indifferenza, può darsi abbia concorso la mancanza di quella
parte della storia a noi più vicina, quella del Novecento
e, relativamente a quella più remota, l’assenza di una
vigile rilettura degli esiti storiografici più recenti e più attendibili,
come le rilevanti deduzioni raggiunte dall’équipe del
prof. Angelo Ambrosi sugli scavi archeologici della Basilica di Santa
Maria Maggiore, che hanno contribuito alla reinterpretazione circa
i tempi e i luoghi delle nostre origini.
Di qui l’avvertita esigenza della scrittura di un testo aggiornato.
Era infatti da gran tempo che non si pubblicava una storia cittadina,
da quando Sabino Loffredo, nel 1893, diede alle stampe la sua documentata
Storia della Città di Barletta in due corposi volumi, storia
quindi orba del Novecento. Da allora nessun autore si era più cimentato
in un’impresa tanto arrischiata, anche se non sono mancati,
nel corso degli ultimi cento anni, numerosi storici locali i quali,
pur nella disomogeneità dell’ordito storiografico delle
loro ricerche, hanno nondimeno offerto ciascuno il proprio contributo
di approfondimento.
Purtroppo, però, solo limitatamente a specifici periodi, singoli
personaggi, tematiche monografiche, oppure ricerche circoscritte
al ritrovamento di antiche pergamene funzionali ad altri studi, come
nel caso del canonico Salvatore Santeramo che ha collazionato un
repertorio ampio e variegato di una incommensurabile utilità,
per gli storici e gli studiosi, al fine di una approfondita ricostruzione,
lungo il plurisecolare itinerario di ricerca del nostro passato.
Per non parlare di certe ardite quanto approssimative ricerche sul
Novecento, soprattutto relative a episodi più recenti, quando
le passioni non del tutto sopite potevano ancora offrire contrastanti
chiavi di lettura o spunti per accese polemiche (come la ricostruzione
dei fatti del ’43), ma anche ad avvenimenti più lontani
(basti pensare alle veementi dispute fra i fautori della straordinaria
- ma ahimè presunta - scoperta di un sepolcreto annibalico,
e quelli patrocinatori del ritrovamento di una ordinaria necropoli
medievale). Per non parlare dei voli fantasiosi compiuti talvolta
da taluni nostri appassionati ricercatori, nella estrosa elaborazione
di suggestive quanto improbabili ricostruzioni (c’è chi
ancora sostiene che San Ruggero sia nato nel V secolo).
Nella stesura di questa lunga esposizione, abbiamo cercato di realizzare
una puntuale e rigorosa ricostruzione storica contemperando una ricognizione
al tempo stesso analitica nei dettagli ma sintetica per visione generale,
cioè suscettibile di offrire una lettura slargata su ampi
orizzonti, nella speranza di avere contribuito a dare plausibili
risposte alle tante, spesso contrastanti supposizioni acquisite nel
corso del tempo, da parte dei numerosi storici locali che si sono
avvicendati negli anni. Tempi e contesti profondamente diversi, quindi
inconfrontabili fra di loro, con l’esigenza tuttavia, sempre
più avvertita negli ultimi anni, della stesura di una storia
aggiornata della città, ricostruita con criteri e sensibilità più vicine
alla nostra epoca, cominciando da un paziente riscontro documentale,
attraverso la misurata valutazione delle diverse testimonianze stratificatesi
nel tempo.
Per questo era necessario partire dalla inventariazione dei tanti
studi storici che sulla città sono stati fin qui realizzati,
per poi armonizzarli in contesti più ampi che li correlassero
ai loro tempi, di questi approfondendo la vita quotidiana nella complessità delle
manifestazioni religiose e politico-sociali, ma non prive di risvolti
economici.
Metodologia della ricerca
Quanto ai metodi compilativi utilizzati per la stesura del libro,
abbiamo impostato il lavoro attraverso quattro criteri: la diligente
risalita lungo un millenario percorso, mediante l’utilizzazione
del criterio cronologico; la prudente utilizzazione delle fonti documentali;
l’impiego di un linguaggio appropriato ma al tempo stesso gradevole;
l’arduo tentativo dell’obiettività della ricerca.
Il criterio cronologico
Anche se la storia è un lento, ininterrotto
rifluire, tuttavia, per ragioni metodologiche, abbiamo preferito
periodizzare il suo percorso in quattro tempi: il primo dedicato
all’ANTICHITÀ (Bardulos), strettamente collegato con
le vicende della vicina Canusium, essendo di questa un vicus satellitare,
periodo avvolto fra le rarefatte ombre di un imperscrutabile passato,
segnato da un pressoché totale collasso documentale, quando
non sempre riesce facile determinare i confini, talvolta sfumati,
tra leggenda e realtà; il secondo periodo dedicato al MEDIOEVO
(Barulum), quando la storia della civitas tende ad identificarsi
con la ecclesia, ed ogni quartiere (pittagio) si inurba attorno
al suo tempio, epoca segnata dalle dominazioni normanna, sveva,
angioina
e aragonese, che continueranno anche nel terzo periodo, l’EPOCA
MODERNA (Barletta) che dopo gli Spagnoli, i Borbone, gli Austriaci,
i Francesi, e poi ancora i Borbone napoletani, si concluderà con
l’Unità d’Italia; e infine il quarto periodo,
l’ETÀ CONTEMPORANEA, che ha come protagonista il Novecento,
fino ai più recenti avvenimenti, rivissuti fra cronaca
e storia.
La ricostruzione dei quattro tempi in cui è scandita la storia
della città, segue in fondo schemi consueti, convenzionalmente
consolidati, ma al tempo stesso arricchita da schede di approfondimento
e da brani tematici di autori specialistici.
Le fonti documentali
Il secondo problema affrontato nella ricerca è stato
quello - e non poteva essere diversamente - della distinzione,
all’origine
della nostra storia, fra la precarietà del racconto espressione
di tradizioni orali, e la consapevolezza che la ricostruzione degli
avvenimenti possa venire solo da incontrovertibili attestazioni
documentali, criterio più semplice ad essere enunciato che
applicato. Infatti, i recenti esiti delle ricerche sulle remote
origini della basilica
di Santa Maria Maggiore, lontano da preconcette prevenzioni, hanno
dimostrato come molte di quelle considerate un tempo tesi suggestive,
nate dalla fervida fantasia retaggio di remote tradizioni orali
(come l’assegnazione dell’inizio della storia alla
seconda metà del IV secolo a.C.), si sono invece rivelate
plausibili. E nondimeno, senza farci prendere da facili entusiasmi,
relativamente
alle più antiche origini della città, permangono
zone d’ombra che la persistente mancanza di documenti paleografici
e di reperti archeologici, difficilmente potrà aiutarci
a svelare.
E allora, proprio nella consapevolezza di questi limiti, abbiamo
cercato di raccontare una storia enucleandola dai contesti vitali
che - nel corso dei secoli - si sono sviluppati alla ricerca di
esiti narrativi al tempo stesso analitici e globali, cercando di
offrire
documentate risposte alle tante affermazioni generiche che sono
entrate a far parte di quelle convinzioni comunemente acquisite,
e che hanno
tuttavia ancora bisogno di solidi riscontri documentali per diventare
attendibili. La ricerca storica esige infatti la puntuale dimostrazione
di quelle ipotesi di lavoro, correndo diversamente il rischio di
perdersi nei labirintici percorsi di fantasiose ricostruzioni.
Il linguaggio
Altro dilemma, di non sempre agevole soluzione,
fra i logori ferri del mestiere dello studioso di cose locali, è quello
del linguaggio, nell’aleatorio tentativo di renderlo appropriato,
ma al tempo stesso di gradevole lettura per ogni genere di utente,
per i ragazzi delle scuole come per i loro docenti, per non parlare
della generalità dei lettori o di quelli più esigenti.
Nello stendere pertanto questo testo abbiamo mirato a riportare
gli oggettivi elementi di conoscenza in nostro possesso, con chiarezza
espositiva, senza indulgere a suggestivi autocompiacimenti lessicali,
senza farci prendere dalla tentazione di interventi manipolativi
o da tortuosi percorsi esegetici. Nell’allestimento degli
scenari, specialmente di quelli contemporanei, ci siamo pertanto
sforzati
per un verso di essere quanto più aderenti ad una rigorosa
ricostruzione storica, e per altro verso di raccontare gli avvenimenti
in modo vivace, cercando di animare le scene rappresentate, popolandole
di figure e di circostanze che il nostro racconto ha cercato di
far riemergere dal tempo, integrandoli col sussidio di un ricco
apparato
iconografico, selezionato in modo da rendere più viva ed
avvincente la narrazione.
L’obiettività della ricerca
Difficile impresa, invero,
quella di essere oggettivi, e tuttavia non del tutto impossibile,
se mossi dall’intento di ricreare il racconto dei fatti quanto
più aderente al loro reale svolgimento. Se già l’interpretazione
di avvenimenti lontani induce spesso gli studiosi a vivaci dispute,
si può immaginare come la chiave di lettura di vicende a
noi più vicine - tra cronaca e storia - possa indurre non
solo gli storici, ma ben più ampie fasce di comuni lettori,
a interpretare i medesimi fatti con ottiche profondamente diverse,
talvolta persino
radicalmente contrastanti, troppo presenti essendo ancora quelle
vicende alla nostra sensibilità.
E già viene spontaneo ricordare la turbolenza delle passioni
nelle quali si smarrirono le numerose amministrazioni avvicendatesi
nella seconda metà del Novecento, fino alla drammatica e repentina
uscita di scena di quelle forze politiche che avevano dominato la
vita amministrativa per oltre trent’anni. Storie di ieri l’altro.
Abbiamo cercato di ricostruire le vicende, come l’insieme
dei fatti che le hanno prodotte, in uno scambievole rapporto col
vissuto
quotidiano, attraverso il ricorso a fonti e documenti disseminati
lungo il percorso narrativo, inventariando puntualmente, accanto
ad esaltanti avvenimenti, rovinose decadenze, insieme a qualche
sporadica, anche recente prospettiva di rinascita.
Conclusioni
La ricostruzione tentata in questo volume è talmente ampia,
che sarebbe presuntuoso ritenere che i risultati fin qui acquisiti
esauriscano il vasto campo della indagine, per cui non pretendiamo
di essere stati esaustivi, ma anzi, avendo scandagliato il terreno
di ricerca piuttosto in estensione che in profondità per consentire
un approccio orientativo lungo l’intero scenario storico-cittadino,
al consuntivo del lavoro svolto abbiamo maturato una consapevolezza
e nutriamo una speranza: la consapevolezza della possibilità di
ulteriori approfondimenti, e la speranza che questo studio sulla
città rappresenti una spinta al desiderio di una sua più approfondita
conoscenza, con l’auspicio che possa aiutarci a restituire
una dimensione più umana alla nostra esistenza.
di Renato Russo (dicembre 2004)
Barletta la storia
328 pagine – 550 illustrazioni – 48 cartine - formato
21 x 29,7 – € 40,00
544 pagine – 1070 illustrazioni - formato
21 x 29,7 – € 60,00
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