S.
PIETRO E L’ALTARE RITROVATO
Dopo
un’accurata opera di restauro
sponsorizzato dall’Acquedotto
Pugliese
sono ritornate al loro posto la tela, la predella e la cornice in legno
dell’altare.
Una nuova stagione si è aperta per la chiesa di S. Pietro. Posta
all’ombra dell’imponente Cattedrale, il piccolo edificio,
di proprietà dell’Arciconfraternita del SS. Sacramento,
ha vissuto alterne vicende. Sembra però che finalmente ci possa
essere l’occasione per utilizzare al meglio questa struttura.
Sin dalla sua riapertura al pubblico, nel 1993, il Priore, dott. Stefano
Seccia per conto di tutti i Confratelli e l’arciprete della Cattedrale
Mons. Giuseppe Paolillo, hanno inteso valorizzare la chiesina usandola
come sala convegni e contenitore espositivo di validissime mostre a
tema. Inoltre non va trascurato l’aspetto spirituale, da S. Pietro
parte la processione del Venerdì Santo e tutti i cortei processionali
che portano in S. Maria in occasioni particolari, come il Santo Natale.
Il restauro dell’altare di S. Pietro è un altro importante
obiettivo raggiunto di recente “grazie alla collaborazione con
l’Acquedotto Pugliese, rappresentato dal dott. Bucci vicedirettore
generale e dalla dott.ssa Quagliarella responsabile dell’ufficio
immagine e relazioni esterne dell’Ente”, come ha sottolineato
il dott. Seccia durante la serata di presentazione al pubblico dell’opera.
“
La struttura lignea si sviluppa su tre ordini che per qualità e
tipologia sembrano non appartenersi”, ha precisato Pia Silvana
Laurora, una delle responsabili del restauro curato dalla cooperativa
Keira con la supervisione del dott. Fabrizio Vona della Soprintendenza.
L’opera, composta da una struttura lignea policroma e dorata
che, probabilmente risale al XVIII secolo, contiene all’interno
una pala d’altare, risalente allo stesso periodo raffigurante
San Gioacchino e Sant’Anna con Maria bambina. Di alto valore è anche
la predella, di epoca antecedente, con scene della passione di Cristo:
l’ultima cena al centro e ai due lati Gesù nell’orto
del Getzemani e la salita al Calvario. Il tutto risultava fortemente
compromesso da un fitto strato di polvere, gocciolature di cera e calce
e persino tagli. L’opera di pulitura e consolidamento delle parti
lignee e della tela ha indubbiamente facilitato la lettura di un’opera
che, nell’insieme, potrà essere oggetto di studi più approfonditi.
A Renato Russo è stato affidato il compito di delineare la storia
dell’Arciconfraternita fondata in Cattedrale nel 1548, una delle
più antiche e sicuramente più ricche di storia. “Appena
costituita i nobili chiesero di farne parte - ha detto il relatore
- ed è per questo che nel corso dei secoli ha conservato l’epiteto
di “Confraternita dei Nobili”. Da principio i confratelli
si riunivano in un locale vicino alla Cattedrale denominato “segreto
vecchio” poi nel 1549 l’Arcivescovo consegnò loro
l’antica chiesa di S. Pietro, posta alle spalle della cattedrale “in
platea magna”. Questa chiesina, già danneggiata nel 1528
dall’invasione francese, venne rasa al suolo nel 1566 per far
posto ad un progetto di ampliamento del castello.
La nuova S. Pietro venne edificata a partire dal 1567 e i lavori terminarono
nel 1595 come risulta dall’incisione posta sul frontone”.
Tra alterne vicende l’Arciconfraternita del SS. Sacramento, depositaria
di altre opere di valore e di un archivio pergamenaceo molto consistente:
34 pergamene più sei registri e Bonorum definiti di “alto
interesse storico”, è riuscita a mantenere il possesso
di questo luogo di culto.
“
Sentiamo come forte il dovere di conservare questa Chiesa che ci è stata
consegnata dai nostri avi - ha dichiarato alla conclusione della manifestazione
il dott. Seccia -. Resta ancora molto da fare ma contiamo di riuscire
a mettere in cantiere altri lavori di ristrutturazione grazie a una
parte del contributo che il Comune ha stanziato per il centro storico.
In particolare speriamo di poter realizzare al più presto la
pulizia della facciata e un’adeguata protezione al prezioso portone
cinquecentesco che si apre sulla piazza della Cattedrale”.
Marina Ruggiero (Gennaio 2002)
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