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INAUGURAZIONE DELLA STATUA DI MASSIMO D'AZEGLIO
Il restauro conservativo del monumento ad opera della locale Amministrazione attraverso CON.SUD

Sabato 17 ottobre, si è tenuta l’inaugurazione del monumento restaurato dedicato a Massimo d’Azeglio, opera dello sculture barlettano Giuseppe Manuti, ubicato in corso Vittorio Emanuele (nei pressi del Palazzo di Città). Il restauro della statua è stata un’occasione importante per rendere omaggio a due uomini che hanno reso grande il nome di Barletta: l’artista, scrittore e uomo di stato Massimo D’Azeglio e lo scultore barlettano Giuseppe Manuti.
L’opera danneggiata dallo smog e dall’inquinamento prodotto dal traffico è stata restaurata dalla Amministrazione comunale locale; i lavori sono stati affidati a due giovani restauratori: Ruggiero Capuano e Fabio Bellantuono, dell’équipe Con.Sud. Il restauro, non ha interessato, però, solo la statua del noto uomo politico torinese, ma anche i giardini circostanti.
Alla cerimonia di inaugurazione ha partecipato il sindaco di Barletta Nicola Maffei, il prof. Giovanni Scommegna, il direttore Enaip-Puglia di Barletta, Ruggiero Lamacchia, ai quali si sono aggiunte altre autorità civili e religiose. A metà mattinata ha avuto luogo, all’interno del teatro comunale “G. Curci”, la presentazione dell’opera di restauro compiuta; successivamente, è cominciata la cerimonia di inaugurazione vera e propria della statua.
Durante la celebrazione, è stato il prof. Giovanni Scommegna a tenere una relazione sull’importante figura del D’Azeglio, uomo di spicco, considerato il pioniere di quel lungo cammino coronatosi con l’Unità d’Italia, e della sua opera più importante “Ettore Fieramosca”, nota a tutti come “Disfida di Barletta”.
La soddisfazione soggettiva e della comunità locale per questo monumento restituito alla sua bellezza originaria, assume un rilievo che non deve risolversi nella esclusiva osservanza di un mero cerimoniale.
Il risanamento appena compiuto sancisce, in controluce, il perpetuarsi del legame cittadino con un profilo storico - quello di D’Azeglio appunto - che ci appartiene da decenni e decenni, rafforzando il valore delle testimonianze che a lui frequentemente conducono quale figura di spicco tra quelle artefici di un Paese oggi compatto.

Annalisa Bruno (Novembre 2009)

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