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RIFLESSI DI LUCE CELESTE
Il quinto volume de “Il Genio della mia terra”, dedicato a paramenti e arredi per la liturgia ricco patrimonio di storia e cultura delle chiese locali

Per il quinto anno consecutivo l’Archeoclub d’Italia, sede di Barletta, accoglie l’invito del Comitato Feste Patronali e dell’Arcidiocesi di Trani, per proporre insieme l’iniziativa ideata da don Luigi Spadaro dal significativo titolo: “Il Genio della mia Terra”.
Una mostra e un prezioso testo focalizzano l’attenzione su di un patrimonio ritenuto a torto di minore rilevanza. I ricami e le ricche intelaiature di sete pregiate offrono un panorama di stupefacenti opere d’arte custodite con particolare cura e devozione dal clero locale e che oggi registrano l’interesse anche di curiosi e appassionati.
“Il Genio della mia terra. Riflessi di Luce Celeste - Stoffe e ricami per la liturgia dalle chiese di Barletta”, è il titolo del volume edito dalla Rotas, che presenta un’attenta analisi di alcuni dei più affascinanti tessuti e paramenti sacri conservati nelle chiese di Barletta.
In attesa del museo diocesano, che saprà valorizzare e offrire degna collocazione a queste e ad altre preziose opere d’arte conservate nelle chiese, il quinto volume di questa collana si concentra nella descrizione di vesti liturgiche e paramenti d’altare intessuti di fili preziosi anche del ‘600 e ‘700.
Nel corso della festa Patronale i soci dell’Archeoclub hanno organizzato una mostra che seguiva un itinerario ben preciso, un percorso che intendeva prendere in esame altrettanti momenti liturgici. Una sorta di quadri o scenografie a tema, rese in modo dinamico e sicuramente accattivante grazie ad alcuni manichini vestiti con i più significativi ed artistici paramenti sacri. Infatti in Cattedrale, nella Cappella del Santissimo è stata simulata l’“Esposizione del SS. Sacramento”, analogo argomento è stato affrontato dalla Prepositura Curata di S. Giacomo Maggiore, nella chiesa di S. Pietro si è rivissuta la “Processione del SS. Sacramento”, in S. Maria delle anime del Purgatorio e in S. Gaetano la “Celebrazione eucaristica”. Ai soci dell’Archeoclub è toccato il compito di accompagnare i visitatori attraverso i percorsi espositivi mettendo in evidenza la fattura, la storia e la simbologia nascosta dietro alle pianete damascate ricamate in filo d’argento, con stemmi ed emblemi di illustri casate o confraternite, ai paliotti ricamati, ai parati devozionali, come quello dedicato alla Beata Vergine dello Sterpeto del XIX secolo. Da segnalare l’esposizione anche dello storico parato donato alla chiesa di Nazareth da Papa Urbano VIII (1632-1644) al secolo Maffeo Barberini, cardinale della metropolia nazarena di Barletta. “Purtroppo molto è andato perduto nel tempo - si legge nel libro - a motivo dell’usura, dell’umidità del luogo sacro e spesso anche delle norme ecclesiastiche che imponevano di mandare in cenere gli arredi laceri e consunti… Ma quello che abbiamo reca l’impronta dei pellegrini passati per la nostra Città, dei devoti che con le dotazioni di preziosi parati hanno fatto sì che si costituisse questo patrimonio nel corso dei secoli… I manufatti più antichi che si sono conservati risalgono al secolo XVII; la produzione, che giunge alle soglie del secolo XX, traccia nel suo insieme un percorso tecnico-stilistico in cui si riflette l’evolversi del gusto e la trasformazione dei processi produttivi. Questo arco di tempo è scandito da una lunga serie di donazioni di vesti liturgiche che contribuiscono a scrivere la storia della nostra Città”.
Il volume si è avvalso della disponibilità di alcuni sacerdoti, don Luigi Spadaro, don Giuseppe Paolillo, don Sabino Lattanzio e don Angelo Dipasquale e dei testi curati da: Luigi Dibenedetto, Fabiana Dicuonzo, Savino Dimonte, Pietro Doronzo, Alessandra Failla, Danila Fiorella, Vincenza Labianca, Francesca Mazzarelli, Anna Soricaro, Claudio Valerio e Maria Pia Villani con le fotografie di Ruggiero Dicorato (Fotorudy). Si parte dal quadro storico dell’evoluzione della liturgia occidentale, passando per le norme, per l’uso delle vesti liturgiche e dei panni sacri contenute nel “Missale Romanum” del 1570. Di notevole interesse il capitolo sulle tipologie e le simbologie legate ai paramenti e sull’evoluzione storica delle produzioni artistiche. Il testo poi si sofferma sui parati storici delle chiese barlettane, presentati solo in minima parte in questo agile e chiaro testo. Un capitolo a parte merita il ricco corredo della chiesa di S. Maria degli Angeli dei Greci; un glossario dei principali termini usati nel testo chiude il volume.

Marina Ruggiero (luglio 2005)

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