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S.E. MONS. MICHELE SECCIA NUOVO VESCOVO DI TERAMO-ATRI
… FATEMI POSTO NEI VOSTRI CUORI

Nella suggestiva cornice della medioevale città di Teramo, il nuovo Vescovo della città, S.E. Mons. Michele Seccia, ha dato inizio al Suo servizio episcopale nella Diocesi di Teramo-Atri alle ore 17,20 del giorno 8 settembre 2006, festa della Natività della Beata Vergine Maria e nono anniversario della Sua ordinazione episcopale.
Ero presente insieme al dott. Reginaldo Seccia a rappresentare il Sindaco e l’intero Consiglio comunale. Un’esperienza unica, ricca di emozioni anche personali che custodirò gelosamente tra i miei ricordi più belli. Ma voglio anche cercare di raccontare per voi i momenti più significativi di questa indimenticabile giornata.
Mons. Seccia nella mattinata ha incontrato pellegrini ed amici provenienti dalla diverse località, presso il Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata: un momento di preghiera incentrato nella adorazione Eucaristica. Erano circa mille i pellegrini provenienti soprattutto da Barletta e dalla Diocesi di San Severo; questa presenza così numerosa, espressione di filiale affetto, ha offerto a Mons. Seccia la possibilità di un primo caloroso approccio ai tanti fedeli e amici che hanno voluto condividere con lui la gioia della giornata.
Nel primo pomeriggio una breve visita privata al Santuario della Madonna delle Grazie e alle ore 17,00 l’arrivo in Piazza Orsini, accolto dalle Autorità e dai Presbiteri; sul sagrato della Cattedrale il nuovo Vescovo ha baciato il Crocifisso e ha asperso il popolo convenuto per l’occasione.
Subito dopo, seguito dal Clero, si è recato in Episcopio, dove ha indossato gli abiti pontificali per la concelebrazione Eucaristica svoltasi su un palco approntato in Piazza Martiri della Libertà, una piazza trasformata in tempio nella quale sono convenute circa 3.000 persone, attente e felici di accogliere la nuova guida.
Credo che se tanta gente ha accompagnato Sua Eccellenza dalla Puglia, con affetto e con gratitudine, possiamo esser certi di aver ricevuto un grande dono nel poterlo avere adesso qui con noi. Dobbiamo aiutarlo pregando ed operando accanto a lui nelle nostre comunità”. Questo il pensiero confidatomi da uno dei tanti sindaci della Diocesi convenuti alla celebrazione insediativa.
Prima della celebrazione, il nuovo Vescovo ha ricevuto il saluto del Sindaco della città di Teramo, Gianni Chiodi: parole semplici, ma soprattutto sincere. “Benvenuto Mons. Seccia! Siamo certi che la Sua testimonianza pastorale, l’esperienza vissuta vicino ai giovani, la concretezza che le conosciamo nella vicinanza agli anziani, alle persone svantaggiate, ai deboli, la dimestichezza con le grandi questioni che animano i dibattiti del nostro tempo, rappresenteranno un arricchimento per noi tutti. E sono personalmente certo che grazie a Lei saranno incoraggiati il dialogo e la collaborazione fra le istituzioni e la Chiesa, riferimento essenziale quest’ultima per il tessuto sociale, la scuola, le famiglie di Teramo e dell’intera Diocesi”. Questo un passaggio significativo del Sindaco di Teramo, che ha così concluso: “Eccellenza, Lei è già entrato nel cuore della sua gente, e sono certo saprà governarla con amore e comprensione. Ci ha colpito molto l’invito che lei ha fatto nella sua prima lettera alla diocesi, quando citando Sant’Agostino ha scritto - Aiutatemi con la vostra preghiera e obbedienza, affinché trovi la mia gioia, non tanto nell’essere vostra guida, quanto nell’essere vostro utile servitore - Non abbiamo dubbi, Eccellenza. In Lei troveremo un interlocutore appassionato, un Pastore forte e mansueto, vicino al popolo, per dar luogo ad una proficua cooperazione al servizio del bene comune”.
Suggestivo e commovente il momento iniziale della celebrazione eucaristica con la lettura della Bolla Pontificia ed il passaggio del pastorale dalle mani del Vescovo metropolita dell’Abruzzo, Mons. Valentinetti, a quelle del Nuovo Vescovo di Teramo mons. Seccia. Da sempre il pastorale, segno della paternità del Vescovo, indica anche il suo ministero che è quello di guidare il popolo a lui affidato. Nell’omelia mons. Seccia, visibilmente emozionato, ha voluto ricordare a tutti la festa del giorno, la Natività della Beata Vergine Maria, e su questo ha incentrato i diversi passaggi della condivisione della Parola.
Al termine della liturgia Eucaristica, Mons. Seccia, interrotto da applausi scroscianti, fra la sua nuova gente, e… tranquillo nella sua forza interiore, ha rivolto un accorato messaggio di saluto, (distribuito anche in cartaceo e dal titolo “Grazia e Pace a Voi”), un autentico inno di Pace e di Speranza!
Il saluto “Pace a Voi” è risuonato per ben 16 volte, ciascuno indirizzato ad una determinata categoria di persone: ai laici ed ai sacerdoti, ai bambini ed adolescenti, ai giovani ed agli anziani, ai detenuti, agli ammalati, agli operatori del volontariato e della sanità, ad autorità civili e militari. Per tutti una parola di condivisione, un apprezzamento, una esortazione, un auspicio ed un impegno personale; per tutti l’invito a non lasciarsi vincere dalla sfiducia e dalla diffidenza.”Spalancate le porte a Cristo, crocifisso-risorto! E, se la mia richiesta fraterna e convinta non vi suona come pretesa, lasciatemi ripetere con l’Apostolo Paolo: fatemi posto nei vostri cuori”.
In questo caloroso saluto Mons. Seccia ha consegnato ai fedeli e a tutta la chiesa di Teramo-Atri, due icone, diverse e complementari, che tratteggiano la sua persona e lo stile di esercizio del suo ministero: il pastore e il servo. La prima icona è il Vescovo-pastore, risorto e vittorioso che entra nel cenacolo e dice shalom, rincuora e solleva gli apostoli affranti e nel medesimo tempo li costituisce da comunità in una realtà di comunione. La seconda icona è quella dell’umile servitore, ovvero il Gesù dell’ultima cena che lava i piedi agli apostoli, con l’invito esplicito a fare altrettanto.
E per concludere questa sintesi sul primo messaggio alla comunità locale, riporto questo passaggio, che mi ha colpito molto “Cari amici, vengo a voi con semplicità, così come sono - dice Mons. Seccia - e come ho appreso a vivere la fede. Un grande dono ed una straordinaria opportunità che dà senso pieno alla vita e alla relazione con tutte le persone”.
Dopo la celebrazione, un altro momento importante: il Vescovo si è portato a Palazzo municipale dove ha ricevuto l’omaggio delle autorità cittadine che, in maniera simbolica, gli hanno donato le chiavi della città a significare il legame che da ora in poi vedrà impegnato il Vescovo per il bene della vita pubblica.
E quanto a noi barlettani? Che dire, se non augurarti tutto il bene possibile, con sincero, sentito affetto e assicurarti che anche se così lontano geograficamente, sei sempre a noi vicinissimo spiritualmente.

di Francesco Grippo (ottobre 2006)

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