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La Basilica di Santa Maria Maggiore, Barletta
 
  PERSONAGGI: MICHELE MORELLI << torna alla scheda


I sessant’anni di sacerdozio di mons. Michele Morelli
Riportiamo alcuni passi della sua omelia nel giorno dell’anniversario sacerdotale

Chi vi parla, in 60 anni di Sacerdozio, ha vissuto questa esperienza, in tanti e svariati modi. Ma ha constatato, conseguentemente, la presenza del Signore negli immancabili contrasti, nelle avversità e nelle incomprensioni, nei giudizi maliziosi, nelle calunnie e, non lo nascondo, a volte in vera e propria mirata persecuzione. Una presenza illuminante del Signore mediante la grazia del suo Spirito, confortante, specialmente quando le mie deboli forze e i miei limiti, comuni a tutti gli uomini, hanno evidenziato il bisogno di una forza che soltanto dalla Provvidenza divina poteva derivare. La parola di Maria, la Madre nostra santissima, rivolta ai servi alle nozze di Cana “fate quello che vi dirà”, è risuonata continuamente al mio cuore, e mi ha sempre portato a meditare, fra le tante, la Parola di Gesù che contiene la sublimità del messaggio e abbraccia l’intera e insostituibile autentica vita del cristiano. È il Testamento ricco soltanto della Misericordia divina: “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Testamento scritto con la sua Croce, con il suo Sangue e con la sua totale immolazione al Padre, presso il quale ci ha così rappresentati. Questo amore di Cristo mi ha pervaso, è entrato nella mia vita e ha costituito la mia spiritualità. Tutto questo, carissimi, solo ed esclusivamente come dono e con l’azione del suo Spirito. Mi perdoni la Vergine santissima se mi permetto, con profonda e sincera umiltà, di attingere dai suoi sentimenti i termini di riconoscenza e di ringraziamento al Signore; “l’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore”. Signore, mi hai voluto sacerdote, tuo ministro. Mi hai chiamato a questa eccelsa dignità, mi hai accompagnato lungo l’itinerario del mio servizio presbiterale con le tue grazie e le tue benedizioni. Mi hai sempre mostrato la tua bontà, la tua benevolenza, la tua infinita misericordia nei momenti di smarrimento e di infedeltà alla tua Parola salvifica. Hai accettato l’offerta di tante mie sofferenze fisiche, spirituali e morali come sacrificio certamente a te gradito e in umile riparazione delle mie incorrispondenze. Mi hai svelato ogni giorno sempre di più, la misteriosa grandezza del Sacrificio Eucaristico col farmi amare immensamente la celebrazione della Santa Messa, durante la quale puntualmente hai reso presente il mistero di salvezza della Croce, per la nostra salvezza, e per mezzo di Essa hai reso vivo il senso della vita. Grazie per le anime belle che hanno costituito in terreni diversi il gregge per il quale mi hai voluto pastore. Santi Sacerdoti, miei Confratelli o miei Superiori sono stati come tante lampade luminosissime che hanno reso chiaro il sentiero tracciato per me dalla Tua benevolenza. Non faccio nome di nessuno in particolare, perché a tutti Tu, o Signore, hai assegnato una funzione particolare per l’autenticità e la fedeltà del mio servizio pastorale. Soltanto Signore, permetti che benedica tutti coloro che mi hanno amato, sopportato e comunque mi hanno seguito; coloro che mi hanno fatto del male, ai quali giunge il mio rinnovato perdono; a coloro che avrò potuto inconsciamente o volutamente offendere, chiedo con umiltà il perdono con l’assicurazione che non c’è più ombra di alcun risentimento. A tutti assicuro: vi voglio bene, ve ne ho voluto sempre e ve ne voglio ancora di più oggi, perché nei momenti liberi, e oggi sono tanti, posso ricordarvi uno per uno e pregare per ciascuno, perché si realizzi per me e per voi, sempre dico sempre, il precetto del Signore: “amatevi gli uni gli altri così come io ho amato voi”. Grazie al mio parroco don Pasquale al quale va tutta la mia riconoscenza e la mia devozione per le tante attenzioni che ha nei miei riguardi, sempre, e che oggi ha voluto renderle più concrete e offrirne il segno, con l’impegno col quale si è prodigato per vivere in comunione di cuori questa ricorrenza dei miei 60 anni di sacerdozio. Un grazie a coloro che con lui hanno collaborato; a voi tutti parrocchiani di ieri e di oggi, rappresentanti delle tante anime che in 60 anni mi hanno visto al loro servizio, perché il Signore entrasse nella vostra vita e prendesse in tutti dimora stabile. Ai presbiteri che hanno preparato questo giorno con la loro celebrazione dell’Eucaristia e hanno esaltato il Sacerdozio di Cristo nella mia persona, che indegnamente e con umiltà lo incarna: don Filippo, don Francesco, don Vincenzo, don Alessandro; agli altri Presbiteri questa sera concelebranti e, permettetemi che chiuda con un saluto di grande e immenso affetto ai miei parenti, a tutti nipoti, pronipoti, cugini, procugini naturali e acquisiti e poi un forte abbraccio fraterno a mia sorella Rosaria, che ha voluto farmi dono della sua presenza, nonostante la sua particolare condizione di salute, a Umberto mio cognato, e a mia sorella, nonché mio angelo, Nina, o se volete, per tutti Zia Nina. E ora: tu, don Peppino, guardami dal cielo, prega per me e per questa Comunità che è stata da te realizzata come un vero e proprio giardino, in cui il profumo della grazia ha portato a santificazione tante anime. Tutti, col volto sorridente e splendente, la Mamma di tutte le mamme, Maria santissima, ci accolga in un amplesso di gioia e di tenerissimo amore. Amen.

(agosto 2011)

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