RICORDO DI CARLO MARIA GIULINI
lanciò la Callas, fu l’erede di Toscanini.
Col maestro Carlo Maria Giulini scompare
l’ultimo dei grandi
interpreti del Novecento musicale italiano e internazionale.
Sono tanti gli incontri con il Maestro, nella sua casa di Milano,
ai suoi Concerti, a Londra … ma penso che, in questo momento
sia più bello ricordarlo attraverso le sue visite alla città natale,
Barletta.
Ricordo in particolare la sua prima venuta nell’aprile 1985,
quando la città volle onorarlo in occasione del suo settantesimo
compleanno, da poco compiuto, invitato dal Comune di Barletta e dai
Clubs Lions e Unesco, dedicandogli due indimenticabili serate. La
prima nel teatro Curci con un concerto pianistico di Gregorio Goffredo
e del sottoscritto, orgogliosi ed emozionati al tempo stesso, “un
ideale ponte fra passato e futuro all’insegna del pentagramma”.
Nel corso della cerimonia il sindaco Bernardini consegnò al
maestro il suo certificato di nascita riprodotto in argento. La seconda
serata, al Brigantino, allietata da una performance di Rossellina
Goffredo, accompagnata da me al pianoforte. E fu nel corso di questa
visita che ritornò nella sua casa natale presso la Palazzina
Feltrinelli, all’inizio di via Trani, dove il Maestro fu colto
dalla più grande emozione.
Il Maestro tornò a Barletta altre due volte. Nel luglio 1990
quando presso il Castello ritirò il premio “Disfida
di Barletta”, organizzato da Teleregione e dal cav. Nicola
Sguera, Premio al quale Egli fu sempre affezionato.
E nel 1994, per festeggiare i suoi ottant’anni quando si mobilitarono,
oltre al Comune, le Associazioni Amici della Musica, i Lions Club
e il Circolo Unione e tanti altri concittadini, che si raccolsero
attorno a lui per rallegrarsi del suo genetliaco, ma anche per testimoniargli
la loro stima. La serata musicale svoltasi nel Salone dell’ Itaca
Hotel, vide protagonisti il pianista Pasquale Iannone, il trio da
Camera “Mauro Giuliani” (Vincenzo Mastropirro, Giambattista
Ciliberti e Antonino Maddonni), e l’orchestra “Harmonia” dell’Ateneo
barese diretta da Bepi Speranza.
Ci sono scomparse che lasciano un sincero profondo rimpianto. Carlo
Maria Giulini è una di queste. La commozione e il rammarico
per la sua scomparsa hanno lasciato un grande senso di vuoto, per
il famoso musicista che ha diretto le più grandi orchestre
del mondo, collaborando con grandi artisti come Maria Callas, Arturo
Benedetti - Michelangeli, Arthur Rubinstein, Vincenzo Pollini. Per
il grande musicista che quando dirigeva cercava sempre di svelare
il cuore dell’esecuzione, il suo significato più profondo,
coinvolgendo l’intera orchestra. Per non parlare del suo carattere
aperto e disponibile, sempre così affabile e misurato, gentile
e leale verso tutti, un vero signore, una persona perbene, con uno
stile di vita riservato… e un grande carisma. E come non ricordare
la sua generosità verso le nuove generazioni alle quali ha
lasciato una grande lezione di musica e di vita.
Numerose le attestazioni di stima che sono venute dall’Italia
e dal mondo. Per il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi,
Giulini è stato uno dei più grandi direttori d’orchestra
del XX secolo. Nel corso della sua lunga carriera ha saputo affermare
uno stile al tempo stesso raffinato e vigoroso, capace di combinare
la precisione dell’esecuzione con la profondità dell’interpretazione.
E secondo Riccardo Muti, il rapporto di profonda amicizia che lo
ha legato alla Scala, l’ha reso una delle figure più importanti
della sua storia. Giulini era un uomo di profonda spiritualità e
rara dedizione professionale, un musicista molto stimato da tutti
i musicisti con cui ha collaborato. Una figura di primo piano nella
storia della direzione d’orchestra e dell’interpretazione
musicale del ‘900, incarnando l’eredità di Toscanini.
Ho incontrato il Maestro l’ultima volta il 16 ottobre 2002
nella sua casa di Milano. In un colloquio durato oltre quattro ore,
ho avuto il privilegio di discorrere con Lui sulla Musica, sull’Arte,
sulla Vita e la grande gioia che mi ha dato nell’accettare
la Presidenza Onoraria del Concorso Pianistico Internazionale ‘Premio
Mauro Paolo Monopoli’ (dopo che in passato ne aveva rifiutate
altre prestigiose).
Al termine dell’incontro il Maestro mi chiese di dare ai Giovani
un messaggio, un Suo testamento artistico e spirituale, che racchiude
la Sua poetica e che da atto della Sua grandezza: “Con la speranza
che le Giovani Generazioni siano al servizio della Musica e sappiano
donare, attraverso il Suono, quello che i Grandi Geni hanno creato
per arricchire la Vita Spirituale degli Esseri Umani”. Con
la speranza che la città e la Musica lo ricordino sempre.
Francesco Monopoli (giugno
2005)
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