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Il Maestro dei maestri: Carlo Maria Giulini
(BARLETTA 9 MAGGIO 1914 - BRESCIA 15 GIUGNO 2005)

Non un divo ma un uomo riservato protagonista del podio per più di sessant’anni

“Devo alla Puglia il mio primo incontro con la musica, a questa terra così generosa, dove il mare e il cielo si fondono in piena armonia”. Questo è l’affettuoso ricordo del maestro Carlo Maria Giulini per Barletta dove nacque il 9 maggio 1914. Affetto ricambiato dalla città nel corso delle manifestazioni, che ne hanno celebrato i cento anni dalla nascita, promosse dal Club Unesco di Barletta, l’Associazione Amici della musica “Mauro Giuliani” e il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale.
Nella splendida cornice di Palazzo Della Marra è stata ospitata la Mostra dal titolo “Un grande Italiano nato a Barletta”. Il percorso espositivo riporta, come ha precisato Nino Vinella presidente del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, le immagini più significative delle visite a Barletta del maestro, articoli di stampa, interviste a testimonianza
del legame con la città ed alcuni preziosi cimeli: dalla bacchetta del famoso direttore, donata nel 1994, al registro dei battezzati conservato in Cattedrale con l’annotazione del Sacramento impartito al maestro il 17 maggio 1914 da don Peppuccio Damato. Da segnalare, inoltre, una testa in terracotta, opera di Michelina Piazzolla, che ritrae il maestro con gli occhi socchiusi, così come era solito dirigere ispirato dalla musica. La mostra è stata allestita “pensando alle future generazioni - ha dichiarato Mario Tatò, presidente del locale Club Unesco - l’idea è quella di portarla anche nelle scuole per far conoscere ai più giovani la figura di questo geniale uomo di cultura che gli americani amano definire: il maestro dei maestri”.
Sulla necessità di creare sinergie e spinte culturali dal basso per far emergere le eccellenze del territorio e far crescere la città anche turisticamente ed economicamente, è intervenuto Vittorio Dibitonto vicepresidente dell’Associazione Amici della musica “Giuliani”. Un plauso all’iniziativa è venuto anche dal vicesindaco Anna Rizzi Francabandiera e dall’assessore alla cultura Giusy Caroppo che hanno preso l’impegno di portare avanti il progetto nel nome del maestro Giulini, coinvolgendo anche le periferie cittadine.
A Barletta il celebre maestro ritornò nell’aprile del 1985, su invito dell’Amministrazione Comunale e del locale Club Unesco. In quell’occasione potè rivedere la casa natale nella palazzina Feltrinelli, che ancora oggi conserva il nome della ditta di legnami per la quale lavorava il padre.
Uomo di grande sensibilità, visitò la scuola di musica ”Nino Rota” e parlò ai giovani allievi incitandoli a proseguire nel loro impegno; la domenica partecipò da semplice fedele alla celebrazione della S. Messa nella storica chiesa di S. Andrea, volle visitare la Cattedrale di Trani e ne rimase letteralmente incantato mentre, dopo aver visto Castel del Monte, dichiarò di essere stato quasi turbato dall’atmosfera magica emanata dal monumento federiciano.
Nel ’94 festeggiò a Barletta gli 80 anni, su invito dell’Associazione “Mauro Giuliani” e si congedò dai suoi concittadini
con queste brevi parole: “Sono commosso, è difficile esprimere questo sentimento profondissimo che è in me.
Dimenticate il musicista e vedete l’uomo che è nato qui, pieno di emozione, grazie per questo affetto che mi date”.
Nel 1998 il maestro Giulini annunciò il suo ritiro: “Smetto con i concerti ma non con la musica quella no, mai potrei
lasciarla. Sul podio salirò ancora ma solo per i giovani, non per insegnare, ma per trasmettere un po’ della mia esperienza.
Alla mia età credo che questo sia il meglio che possa fare”.
Nel 1999, per ragioni di salute, il maestro dovette rinunciare all’ultimo momento ad un nuova visita nella “sua” Barletta e toccò al figlio Francesco portare i saluti di tutta la città all’eccezionale artista. Francesco, architetto affermato, è ritornato per dare la sua testimonianza per i festeggiamenti del centenario: “Mi sento figlio di questa terra, perché ogni volta che vengo qui mi sento a casa, proprio come mio padre - ha dichiarato - un uomo che studiava sempre, era molto concentrato nel suo lavoro e viaggiava di continuo; con lui non parlavamo mai di musica, piuttosto si discuteva di calcio, era tifoso della Juventus. Mia madre era il punto di riferimento, teneva unita la famiglia e lo seguiva in tutto”.
Un efficace ritratto del celebre direttore è stato tracciato dal critico musicale Alessandro Zignani, autore della biografia:
“Carlo Maria Giulini. Una demonica umiltà” edita da Zecchini. “Chi ha qualità di direzione ha un certo carisma che può esercitare per accrescere il proprio potere, nel caso di Giulini era capace di rendere protagonista ogni singolo musicista dell’orchestra.
Nel dirigere aveva una tecnica gestuale che richiedeva una padronanza assoluta dell’orchestra, eppure non si metteva tra l’orchestra e il pubblico, sapeva essere trasparente”.
Emozionante la visita alla casa natale del maestro, nella palazzina Feltrinelli, che ora risuona della musica di tanti giovani che rendono vivo il centro giovanile comunale e si è arricchita di una pianta di alloro “l’albero Giulini” che sarà affidato a questi ragazzi.
A fare da corollario alle celebrazioni la S. Messa a S. Andrea, in ricordo del celebre musicista, nel corso della quale mons. Giuseppe Paolillo, ha sottolineato il rigore morale e il genio del maestro, l’annullo filatelico commemorativo e
i molteplici e apprezzati omaggi musicali: della corale polifonica “Il Gabbiano”, diretta dal maestro Gianluigi Gorgoglione, reduce da prestigiose affermazioni in campo nazionale; dell’Istituto San Domenico Savio, dirigente Amalia Balducci, con il Piccolo Coro diretto da Maria Teresa Nesta e Caterina Giannella e un concertino per flauti dolci, diretto da Carla Superbo e Grazia Buono.

 

Tra i tanti aneddoti che costellano la carriera musicale amava ricordare il seguente: “A Bergamo nel ‘51, offrirono a me la direzione della Traviata con protagonista la Tebaldi. Ero piuttosto perplesso giacché non avevo mai diretto un
melodramma in teatro, e tra l’altro non ero certo che una Tebaldi sarebbe venuta a tutte le prove con un direttore poco noto. Mi convinsi. La Tebaldi venne. Provammo molto bene e finalmente andammo in scena, con generale soddisfazione. Poi tornai subito a Milano perché nel frattempo era nato il mio terzo figlio. E a Milano mi telefonarono agitatissimi, annunciandomi che la Tebaldi s’era ammalata e che era disposta a sostituirla una certa Maria Callas: per caso, la conoscevo? Sì, l’avevo sentita giusto un anno prima… E mi aveva fatto una grande impressione.
Così corsi a Bergamo per preparare l’opera, e mi trovai davanti a questo donnone che iniziò subito la conversazione dicendomi: “Guardi maestro che io Violetta la faccio tutta diversa dalla Tebaldi!”. Io risposi: “Signora, non si preoccupi qui sullo spartito c’è scritto Giuseppe Verdi. Lei me la faccia così, e a me sta bene”.
Neppure un anno e mezzo dopo, a Milano, mi sento salutare da una signora alta, slanciata, elegantissima. “Scusi Signora ma non ho il piacere...”. “Ma come, maestro, non mi riconosce? Sono Maria Callas!”. Un’altra donna. Tranne che come musicista, in quello era esattamente la stessa. Un genio del teatro”.
M.R.

Biografia
Dalla sua nascita a Barletta nel 1914 fino al suo ritiro dalle scene, il maestro Giulini ha diretto le più importanti orchestre internazionali, vincendo sei Grammy Award, gli Oscar della musica, e collaborando con artisti quali Maria Callas, Arturo Benedetti Michelangeli, Arthur Rubinstein e Maurizio Pollini. Considerato uno dei più importanti direttori d’orchestra per l’armonia, l’equilibrio interpretativo e della concertazione, Carlo Maria Giulini si diplomò in viola e in direzione orchestrale all’Accademia Santa Cecilia di Roma. Il debutto come direttore dell’Orchestra dell’Augusteo di Roma risale al 1944, in occasione del concerto celebrativo per la liberazione della città. Dal ‘45 al ‘52 divenne direttore stabile alla Rai a Roma e a Milano. Nel 1951 fu assistente di De Sabata e due anni dopo gli succedette come direttore stabile al Teatro della Scala di Milano dove conobbe Arturo Toscanini. Sono gli anni in cui Giulini collaborò con i registi Luchino Visconti e Franco Zeffirelli e la leggendaria Maria Callas, producendo numerosi trionfi alla Scala. Nel ‘55 debuttò in America dirigendo la Chicago Symphony Orchestra, ha poi diretto prestigiose orchestre come la Filarmonica di Londra, la Sinfonica di Vienna, la Nazionale della Rai e dal 1978 al 1984 ha ricoperto la carica di direttore musicale dell’Orchestra Filarmonica di Los Angeles ed è stato direttore della Scuola di Musica di Fiesole. Nel 1998 il maestro annunciò il suo ritiro: “Smetto con i concerti ma non con la musica quella no, mai potrei lasciarla.
Sul podio salirò ancora ma solo per i giovani, non per insegnare, ma per trasmettere un po’ della mia esperienza”.
Ed è proprio per dirigere i giovani dell’Orchestra Sinfonica di Milano che Giulini tornò eccezionalmente sul podio per un concerto a favore dei profughi del Kosovo nell’aprile del ‘99.
Morì nel 2005, qualche anno prima aveva dichiarato: “Dalla vita ho avuto tutto ciò che un artista può desiderare: ho diretto le più grandi Orchestre con i più grandi Cantanti e Strumentisti, scegliendo sempre le Opere e i Compositori da me più amati”.
M.R.

Marina Ruggiero
(giugno 2014)

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