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Ritorno alla politica dopo il tempo delle polemiche
Insieme nell’interesse della città

Ci siamo lasciati alle spalle una estate torrida, non solo per ragioni climatiche, ma anche politiche. E per fortuna che, almeno nel mese di agosto, la pausa vacanziera ha concesso una tregua alle intemperanze del dibattito politico. Ci auguriamo che abbia portato consiglio alle parti in causa e che esse rientrino  nell’ordinarietà dell’azione amministrativa con spirito meglio disposto ad un tentativo di conciliante ricomposizione dei rapporti. Non solo per ragioni umane e personali (si tratta di personaggi che in fondo hanno condiviso un lungo tratto di strada), ma anche e soprattutto per motivi di opportunità politica, vorrei anzi dire, di doverosa imprescindibilità.
Pensiamo per un attimo allo scenario che stiamo vivendo, alla turbolenza di un contesto nazionale ricco di drammatiche incognite… E in una situazione di acutissima crisi come l’attuale, come consentirsi di perseverare in un atteggiamento di perdurante conflittualità?! Se non per voi, fatevene almeno carico per la comunità che vi ha eletto ai diversi livelli istituzionali, la quale non vi ha affidato un mandato amministrativo per congelarlo in sterili puntigliose contrapposizioni, ma in un dialogante costruttivo concorso di volontà finalizzato a fronteggiare l’attuale congiuntura economica e politica!

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Il punto di partenza? La consapevolezza di guidare la città capofila capoluogo di una provincia tripolare che spesso offre di sé invece l’impressione di aver rinunciato al suo ruolo guida per assegnarlo ad altri, e non solo perché altrove è la sede amministrativa della presidenza della Giunta, così come quella dell’Unità Sanitaria Locale, ma (siamo realisti) anche per effetto del gioco delle alleanze fra le forze politiche, determinate dai risultati elettorali di due anni fa.
In compenso abbiamo quattro (!) consiglieri regionali, tre dei quali appartenenti all’area governativa, ed un assessore. E le risorse finanziarie, benché nel prossimo futuro se ne preveda un drastico ridimensionamento, sono attualmente congrue per il finanziamento di alcuni progetti che - se realizzati per tempo - contribuirebbero al miglioramento delle nostre condizioni di vita.
Basti pensare alle sovvenzioni regionali in campo urbanistico per il miglioramento delle condizioni delle nostre periferie urbane (dove ci siamo piazzati al 4° posto su 38 comuni ammessi ai benefici della legge), oppure alle prospettive di utilizzazione dei progetti SAC (Sistemi Ambientali Culturali), anche qui terreno di una fertile intesa che superando gli steccati sia campanilistici che ideologici, consentano una fruizione al meglio delle potenzialità erogatorie regionali; né dimentichiamo il porto per il quale esiste l’aspettativa di tornare ad essere sede di capitaneria (e a questo proposito, che fine hanno fatto le prospettive della realizzazione del porticciolo?); senza dire delle possibilità turistiche della città che lega le sue potenzialità recettive ad un gran numero di opportunità che vanno da Canne della Battaglia alla Disfida di Barletta, dalla Pinacoteca De Nittis in quel gioiello che è Palazzo della Marra, alla molteplicità e alla varietà di monumenti, non solo chiese e monasteri, ma anche sontuosi palazzi, un teatro stupendo e un castello che tutti ci invidiano… E sullo sfondo, una storia ricca di prestigiosi eventi e di una cultura vivacizzata dai cento appuntamenti che le nostre associazioni socio-culturali programmano annualmente… E a onta della disaffezione dei nostri concittadini per la lettura, eravate al corrente che siamo però la città in Puglia col maggior numero di scrittori? (fra romanzieri, poeti e saggisti, produciamo una media di trenta pubblicazioni all’anno!).
Talvolta ci sfugge di possedere un serbatoio di potenzialità turistico-culturali di rilievo internazionale che solo l’impiego di risorse politiche strutturali potrebbe materializzare in fecondi ritorni economici ed occupazionali, nonostante la penuria di tempi e di mezzi. Ecco perché, pur sullo sfondo di una acutissima crisi politica ed economica, siamo convinti che la città abbia le carte in regola per sopravvivere dignitosamente, ma a condizione che la nostra classe politica sappia essere all’altezza delle difficoltà che ci attendono. Come?
Non voglio entrare nel merito di una banalizzata sequela di pratici consigli, ma mi limiterei a dare ai nostri amministratori un preliminare suggerimento di massima: quello di modificare l’atteggiamento mentale, fin qui refrattario ad un durevole confronto, per mutarlo nella predisposizione alla necessità di un doveroso ritorno al dialogo per ritrovare insieme una comune programmazione, orientando le proprie energie non sul mantenimento di posizioni precostituite, ma sulla presa d’atto dei numerosi problemi che ci attendono alla ripresa dei lavori autunnali, ciascuno a sostegno dell’altra componente, il sindaco a sostegno del lavoro dei provinciali e dei regionali, e questi a sostegno dell’azione del primo cittadino. A prescindere dall’appartenenza a questo o a quel gruppo politico, dimenticando risentimenti personali quando lesivi dei più generali interessi della città. Ci sono infatti problemi che solo una comune intesa fra amministratori dei diversi livelli istituzionali potrebbe aiutare a risolvere.
E perché non sembri che le mie siano solo parole, farò tre esempi. Il primo attiene alla fin qui inascoltata richiesta del ritrasferimento della sede dell’ASL BAT da Andria a Barletta; non ne faccio una questione di campanile, ma di un obiettivo risparmio per le esauste casse regionali, pari a 277 mila euro, l’importo del fitto corrisposto per un centro direzionale decentrato e funzionalmente poco pratico per ammissione degli stessi andriesi. Il secondo esempio attiene alla soluzione del problema dello sversamento nel nostro mare delle acque luride del canale Ciappetta-Camaggio, un vero disastro ambientale che si perpetua da decenni in danno della nostra balneazione. Ebbene negli ultimi tempi ne ho sentito parlare diffusamente da parte del sindaco Maffei, del consigliere regionale Mennea, dell’assessore provinciale Cefola, ciascuno coi propri contatti, le proprie impostazioni, il proprio calendario di appuntamenti… ma il problema è uno, e grosso anche, e credo solo da un comune tavolo di concertazione potrebbe scaturire una ragionevole soluzione.
Il terzo esempio riguarda purtroppo la perdita di un finanziamento regionale, per scadenza di termini, relativo al sito archeologico di Canne della Battaglia, qualcosa come 900 mila euro, per il completamento dei lavori presso l’Antiquarium che così corre il rischio di restare un manufatto incompleto, un rudere inservibile. Credo sia la conseguenza di un mancato coordinamento di adempimenti fra uffici. E mi auguro che mentre ne parliamo, non stiano frattanto scorrendo inesorabilmente i tempi per ulteriori inosservanze di termini…
Un invito implicito, il mio, a depoliticizzare l’azione amministrativa a beneficio della formulazione e poi della attuazione di una sana, corretta programmazione aziendale. Proprio così, aziendale! Perché il Comune è un’azienda, la più grande azienda di una città, e sarebbe ben strano se i suoi amministratori, anziché pensare alla realizzazione delle finalità imprenditoriali societarie, cominciassero a litigare fra di loro per incomprensioni personali.
Insomma “fare squadra”, come si diceva una volta, e ricordare sempre di essere stati mandati dai cittadini al governo della città e alla guida delle nostre istituzioni per la soluzione dei problemi della collettività, non per altro.

Renato Russo
(9 settembre 2011)

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