|   La riapertura della Biblioteca dei Ragazzi metafora  del nostro rilancio culturale Dopo tanti anni di logoranti attese e di  snervanti contrattempi amministrativi, ha riaperto “La Biblioteca dei Ragazzi”  nel quartiere Patalini - oggi Sezione Ragazzi decentrata della Biblioteca  Comunale - all’interno della Scuola Elementare Giovanni Paolo II, in via dei  Pini. Concetta Corvasce, la direttrice della scuola, sottolineando  di aver conservato il locale anche inutilizzato nella attesa della riapertura,  ha paragonato questa lunga pausa a quella di un paziente addormentatosi in un  sonno profondo, ma dal quale fiduciosamente si è voluto attendere il suo  risveglio, un risveglio oggi rallegrato dalla presenza di una eterogenea vivace  partecipazione.L’incontenibile chiassosa allegria dei bimbi  appesi ai palloncini multicolorati protesi verso il cielo, le maestre e i  genitori in animate conversazioni dopo la pausa estiva, i graditissimi ospiti,  le autorità indaffarate sul taglio del nastro inaugurale, un attimo prima del  rituale flash…
 Sembra un comune indistinto pomeriggio  autunnale, come ce ne sono tanti, ma non è così, questo è un pomeriggio  speciale non solo per le qualificate presenze, non solo per uno stimolante  appuntamento, ma soprattutto per le parole dette e gli impegni assunti. È vero,  l’ha detto l’assessore alla cultura, vantando di Barletta un primato culturale  che le altre città ci invidiano per varietà e intensità di iniziative. Ma non è  detto che sia solo effetto di un mero dato statistico, non è solo questo, non è  solo questa frenetica rincorsa verso il successo effimero di iniziative slegate  fra di loro, ciascuna per proprio conto, ignorandosi le une e le altre, questo  pressante calendario dell’effimero, a enfatizzare il primato culturale di una  città, con progetti improvvisati ed iniziative estemporanee. Con l’aggravante  di un Comune refrattario ad una prospettiva coordinatrice degli eventi, pur  numerosi, finalizzati ad una progettualità nel rilancio della lettura fra i  ragazzi delle nostre scuole (qualche anno fa l’amministrazione ci tentò col Mese  dei libri, ma abortì fin dal primo anno). Come  dimenticare - lo dico con infinita tristezza - che siamo la regione che legge  meno di tutte in Italia e che la Puglia conserva da anni questo triste primato.  E allora come spiegare l’indecifrabile paradosso di essere la città più ricca  di eventi e più anemica di lettori? E come continuare a far finta di nulla e a  non tentare di porvi rimedio?
 Come non tentare la  convocazione di uno stato generale dei promotori di lettura, per un siffatto  progetto condiviso col Comune e con le scuole? Forse voliamo troppo alto con la  fantasia dei desideri irrealizzabili, eppure questo uggioso pomeriggio  ottobrino ci lascia fiduciosi di promesse e di speranze.
 Già, le cose dette e gli impegni assunti. Le  diagnosi prima della terapia. Soprattutto la prospettiva di una comune, feconda  collaborazione, gli attori su un immaginario palcoscenico: la dirigente alla  cultura Santa Scommegna che fa il punto della situazione riepilogando gli step di un lungo cammino prima di arrivare a destinazione; e i ringraziamenti non  retorici verso chi in prima linea in questi giorni si è prodigato per la  riuscita dell’iniziativa - Emanuele Romallo e Flora Di Benedetto - ma senza nulla  togliere agli altri volenterosi artefici di questo risultato. Ma non è solo  questo, il vice sindaco Anna Rizzi Francabandiera prova a introdurre il concetto di coinvolgimento di un pezzo di città, di un  quartiere (territorialmente) emarginato da un centro culturalmente più  coinvolto; l’assessore alla cultura Giusy Caroppo si  sofferma sulla prospettiva di una Biblioteca per Ragazzi veicolo formativo per  le nuove generazioni di un quartiere in espansione (i  ragazzi del centro si nutrono della storia scritta sulle pietre, mentre a  quelli del quartiere gli restano i libri che non è poco, se sapranno farne buon  uso). E poi la direttrice della scuola, Concetta  Corvasce, che si sofferma sul piacere della lettura; in  ogni libro - essa chiosa - può  nascondersi la futura storia del ragazzo che lo legge e che forse potrà  aiutarlo a crescere, se sapremo aiutarlo nel ritrovarsi nel piacere della  lettura (se poi sono libri sulla storia della nostra  città e del nostro territorio, tanto meglio, aggiungiamo noi). E il presidente  della commissione cultura, Carmine Doronzo,  orgoglioso del lavoro compiuto, vanta la riapertura di questa nuova biblioteca  come una finestra aperta sulla città, un fiore all’occhiello per Barletta, una  città che riapre biblioteche mentre altri comuni le chiudono. Per concludere  con la direttrice della Biblioteca per Ragazzi Licia  Divincenzo, una vita per questo traguardo. Che stasera  non è più soltanto suo, ma si è espanso, ha coinvolto un po’ tutti i presenti,  a cominciare dai bimbi festosamente vocianti rapiti dalle astruserie di un  racconto di Paolo Comentale,  inconsapevoli che sul loro futuro stanno argomentando i loro genitori e i loro  insegnanti ai quali è demandata tanta parte di responsabilità di quest’amore  per la lettura e per i libri che andrebbe coltivata e non dissipata nella  superfluità di progetti stravaganti.
 Che tristezza sentire alcune docenti  affermare ch’esse non hanno tempo per i libri perché hanno altro da fare. Ma  sono esse consapevoli di quanto la lettura - la buona lettura - abbia un valore  fondante sulla educazione dei nostri ragazzi? Di come essa sia indispensabile  per la loro formazione, per la loro crescita? di quanto sia importante la  conoscenza del proprio territorio, l’orgoglio dell’appartenenza ad una città  così ricca di storici eventi e di splendidi protagonisti? Attraverso la lettura  sarà più facile. La lettura espande i pensieri, dischiude gli orizzonti, dilata  l’anima.
 E loro, le nostre volenterose docenti, a  questo processo formativo, sono chiamate non da comprimarie ma come  protagoniste di un progetto che deve volare più alto e più lontano, come quel  palloncino sfuggito dalle mani di un bimbetto distratto, che sospinto dal  vento, è salito veloce su verso il cielo, perdendosi in lontananza fra le nubi,  portandosi - chi sa - le nostre velleitarie fantasie di una speranza a lungo  frustrata.
 *   *   * In un  sistema culturale così disarticolato e frammentario come il nostro, solo il  Comune può svolgere un ruolo compensativo della crisi identitaria della nostra  svagata classe culturale. Quest’evento fa ben sperare in una inversione di  tendenza. Del Comune e della Scuola insieme, attraverso le loro articolate  espressioni istituzionali collaborative in un progetto che si affaccia su un  quartiere in forte espansione sociale. Una fotografia da incorniciare nel  tempo, purché i suoi protagonisti animino il presente proiettandolo su un  futuro neppure tanto remoto, senza tradire gli impegni assunti, i progetti  abbozzati, le prospettive adombrate nel festoso appuntamento di un promettente  pomeriggio autunnale. Renato  Russo(13 ottobre 2015)
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