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La Disfida di Barletta fonti storiche del Cinquecento con ristampa anastatica dell’Anonimo Autore di Veduta che vi intervenne di Renato Russo
La Disfida di Barletta - L'epoca e i protagonisti
I 13 Cavalieri Italiani della Disfida di Barletta di Clara Esposito
La Disfida di Barletta nelle fonti storiche e letterarie
 

 

Don Peppuccio e la Disfida di Barletta
Alle origini della rievocazione del certame

Un impegno fra scrittura e rievocazione, fra cultura e turismo

Sulla Disfida ne hanno parlato diffusamente alcuni storici locali: Michele Cassandro, Oronzo Pedico, Giuseppe Damato, Nicola Ugo Gallo e Carlo Ettore Borgia (fra i barlettani) e altri come Pietro Gasparrini (Spinazzola Roma), Pompilio de Santis  (Troia), Gianni Piomelli (Foggia), Angela Pensato (Monopoli), Alberto Crespi (Trento).
Cominciamo col dire che l’espressione “storici locali” viene spesso usata in forma riduttiva e condiscendente. Certo, ci sono autori approssimativi e superficiali per i quali l’amore per il natio borgo fa velo sulla attendibilità della ricostruzione degli eventi. Per fortuna non sempre è così e quando lo studioso locale conduce un lavoro di ricerca distaccato e oggettivo, bene interpreta la lezione che ci viene dalla storiografia francese degli Annales, per la quale l’apporto delle ricerche di un autore locale è fondamentale ed è anzi spesso fonte insostituibile ai fini della ricomposizione di un puzzle, che diversamente potrebbe risultare difficilmente ricomponibile.
Non meno problematico è il contributo che può venire dall’apporto degli “accademici” studiosi, che presi dal più esasperato rigore esegetico storiografico, possono finire col perdere di vista l’aspetto tradizionale dell’evento, il più avvincente, legato alla sua immaginifica rievocazione, al quale sono uniti i sentimenti popolari più profondi, come il valore emblematico dell’eroe, il rilievo evocativo di una cantina in dubbio di verosimiglianza.
Il primo storico locale, in ordine di tempo, a riesumare la Disfida dalle nebbie della dimenticanza, a metà degli anni Sessanta del ‘900, fu mons. Giuseppe Damato che, rispetto agli altri storici locali, ebbe la qualità di essere anche un animatore della rievocazione valorizzando così, contestualmente, la scrittura di pubblicazioni sull’epico scontro e una solerte promozione dell’evento in chiave turistico-culturale.
Mons. Damato (1886-1984) più noto come don Peppuccio (lo scopritore nel 1933 del busto di Federico in una campagna canosina e nel 1937 del menhir di Canne), pubblicò un breve intervento - poco più di un articolo, poco meno di una monografia - intitolato Discorso celebrativo del 461° anniversario della Disfida di Barletta: 13 febbraio 1503, 13 febbraio 1964. Festa religiosa della Madonna della Disfida con correzione storica da Meale da Paliano in Miale da Troia.
Mons. Damato fu il vero animatore, negli anni Sessanta, di un rinnovato interesse verso la Disfida, non solo in chiave storica, ma anche turistica. E fu così che nelle giornate del 12-13 e 14 febbraio del 1965 organizzò la prima rievocazione storica: investitura di undici cavalieri nel Castello, corteo per le strade della città e funzione in Cattedrale. Stessa iniziativa replicò nel 1966, mentre nell’edizione del 1967 - per la regia di Antonio Basile e con l’aiuto dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo - realizzò finalmente il suo sogno, cioè l’allestimento del Primo certame cavalleresco, combattuto nello stadio “Lello Simeone”. Stesso copione l’anno dopo, meno che per il tempo delle giornate rievocative, spostate a giugno per ragioni climatiche, allo scopo di favorire una più larga partecipazione popolare.
Gran tempra di lavoratore, don Peppuccio alternava i momenti organizzativi delle manifestazioni rievocative del Certame, con l’attività di divulgatore storico e così nel 1968 curò la pubblicazione di una monografia intitolata I moti popolari di Barletta per la contesa storica per il monumento nazionale alla Disfida “3-10 novembre 1931”. Quanto alle manifestazioni celebrative del Certame, non andavano proprio per il verso giusto perché la manifestazione frattanto era cresciuta, mentre i rapporti fra il Comitato della Disfida da una parte e l’Azienda Autonoma dall’altra non erano dei più collaborativi, con l’Amministrazione Comunale a far da inerte spettatrice della contesa.
Insomma, in attesa di chiarezza, le manifestazioni celebrative furono sospese e don Peppuccio si applicò allora alla stesura di un altro dei suoi libri, Barletta e la Disfida (Vecchi e C.-Trani 1969).
Dopo la rievocazione del ’68, le celebrazioni rievocative del Certame passarono definitivamente alla struttura organizzativa dell’Azienda Soggiorno e Turismo guidata dal presidente Ruggiero Dimiccoli e dal direttore Vittorio Palumbieri. Ma questa è un’altra storia.

Renato Russo
(17 settembre 2016)

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