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Aldo Moro a Barletta, Da via Pistergola a villa delle Palme 1946-1978 di Renato Russo
Il movimento politico dei cattolici democratici e il contributo di Aldo Moro
I grandi protagonisti del Popolarismo Italiano - Don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Aldo Moro
La Disfida di Barletta nelle fonti storiche e letterarie
 


I 100 anni della nascita di Aldo Moro
Le sue ricorrenti visite a Barletta

23 settembre 2016, cento anni dalla nascita di Aldo Moro, quanti ricordi riaffiorano alla mente. Innanzi tutto il tragico epilogo della sua drammatica prigionia, ma poi si fanno anche strada nella memoria le numerose occasioni in cui lo statista di Maglie fu ospite della nostra città. 1946-1976: trent’anni, un percorso di vita insieme, segnato da una molteplicità di incontri.

La prima volta in via Pistergola
La prima volta nella primavera del 1946, appena trentenne ma già docente di diritto presso l’Università di Bari, il che non lo accreditava come politico allora del tutto sconosciuto al nostro elettorato al quale poco importava che un candidato fosse un accademico! E avvenne che Moro, in quella circostanza non tenne alcun comizio, ma si limitasse ad alcune visite presso amici per perorare la causa della DC in occasione delle votazioni amministrative locali del 7 aprile dalle quali sarebbe stato eletto Isidoro Alvisi.
La prima di queste visite avvenne presso l’attivista Caterina Coratella, in via Pistergola 57, e poiché la casa non conteneva tutti gli estimatori che lo avevano accompagnato, Moro si affacciò al balcone per salutarli e intrattenerli sul momento politico.

Il referendum istituzionale del 2 giugno ‘46
Il primo comizio in piazza col sindaco Alvisi
La prima comparsa pubblica a Barletta del giovane professore, avvenne in occasione delle votazioni del 2 giugno ’46 per il referendum istituzionale. Moro era candidato alla Costituente, ed era accompagnato dall’avv. Aldo Torre, suo coetaneo e attendente durante il servizio militare, che lo affiancò su un improvvisato palco, con il prof. Quacquarelli, il dott. Ignazio Loiacono segretario cittadino della DC di Bari, l’universitario Mauro Pennacchio, e il dott. Isidoro Alvisi appena eletto sindaco. Ad ascoltarlo numerosi elettori e molti universitari della locale FUCI, della quale Moro era presidente nazionale.
Aldo Moro, quell’anno, fu eletto alla Costituente con un largo margine di suffragi, dove sarà, nonostante la sua giovane età, uno dei più autorevoli relatori della prima Commissione per la Costituzione Repubblicana Italiana della quale facevano anche parte Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti.

Inaugurazione della Scuola Elementare “Rione Tempio” – 1952
Molto incisivo fu l’apporto dell’on. Moro a beneficio del progetto ricostruttivo dell’edilizia scolastica cittadina sotto l’amministrazione Alvisi quando nel 1952 favorì il finanziamento di due scuole, una elementare nel rione Tempio nel quartiere Borgovilla (oggi “S. Domenico Savio”), e l’altra, la scuola media “G. De Nittis”, sfruttando un’area inutilizzata su via Libertà, alle spalle del Liceo Classico.
Le due scuole furono inaugurate entrambe sotto l’amministrazione Palmitessa nel 1957. La scuola elementare “Rione Tempio” dallo stesso Moro in primavera, appena eletto ministro della P.I. La “De Nittis” in autunno, ai primi di ottobre, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico.
Perché tanti anni per realizzare due soli plessi scolastici? Nel dopoguerra i sindaci Alvisi, Paparella e Palmitessa, avevano affrontato il problema di carenza di scuole, scontrandosi con le precarie disponibilità economiche del bilancio comunale. Bisogna anche ricordare come, a quel tempo, la città avesse il maggior numero di alunni fra tutti i Comuni della Provincia.
Per rimediare alla carenza di scuole elementari (al tempo operavano solo tre istituti, la “d’Azeglio”, la “Musti” e la “Fraggianni”, rispettivamente I, II e III circolo), si era costretti a utilizzare altri edifici come Palazzo della Marra e Palazzo Affaitati, e gli ex conventi di S. Andrea, S. Lucia, S. Domenico e S. Gaetano. E inoltre in quegli anni l’indice di affollamento era diventato veramente pauroso, passando da 40 alunni per aula al tempo del fascismo, ai 60 degli anni Cinquanta.

Incontro col Movimento Laureati Cattolici - 1957
Nell’autunno di quello stesso anno (1957) Aldo Moro (che tra l’altro era presidente regionale dei laureati cattolici) incontrò a Barletta, nel salone di rappresentanza dell’Arcivescovato, in via Nazareth, gli iscritti al Movimento Laureati Cattolici, presentato dal presidente dott. Nicola Rizzi.
Era un tempo, quello, nel quale grave persisteva la tensione fra i due maggiori partiti politici nazionali, la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista. Il conflitto politico, radicalizzato sul piano sociale, aveva profonde radici in motivazioni ideologiche che trovavano il loro terreno di scontro sulle piazze, negli affollati comizi dell’una e dell’altra parte. E se i comitati civici di Luigi Gedda cominciavano ad attenuare gli accesi toni della polemica post bellica, gravi e insanabili restavano i motivi di attrito sulle realtà locali più vulnerabili alla radicalizzazione della lotta politica. Moro, con flemmatico garbo, riusciva - nei suoi interventi e con la sola forza persuasiva della sua presenza - a moderare le asprezze polemiche del confronto.

Inaugurazione dell’Antiquarium di Canne - 1958
Una folla imponente partecipò all’apertura dell’Antiquarium, inaugurato dall’on. Aldo Moro ministro della P.I. Alla cerimonia intervennero il prefetto, il comandante della III Regione aerea gen. Fanelli, il soprintendente di Puglia e Lucania Nevio Degrassi, il capo compartimento delle F.F.S. ing. Bastianelli, il sindaco di Barletta avv. Palmitessa, il sindaco di Canosa prof. Vito Rosa, il provveditore agli Studi prof. Cassano, il dott. Vito Antonio Lattanzio.
Presero quindi la parola il sindaco di Barletta, avv. Giuseppe Palmitessa, il generale Domenico Ludovico, presidente del Comitato pro Canne della Battaglia, il quale rievocò le tappe della valorizzazione della zona archeologica. Quindi l’oratore ufficiale, il prof. Michele Gervasio e infine il soprintendente alle Antichità Nevio Degrassi.
La cerimonia si concluse con un nobile intervento del ministro Moro, il quale auspicò un grande rilancio culturale e turistico del sito.

Visita all’ospedale “Principe Umberto” - 1958
Qualche mese dopo, il 23 novembre 1958, fresco della seconda nomina a ministro del secondo governo Fanfani, Moro tornò a Barletta per due importanti appuntamenti: invitato dal commissario prefettizio dell’Ospedale Giuseppe Prezzolini per inaugurare l’impianto di liofilizzazione del Centro dell’AVIS diretto dal prof. Ruggero Lattanzio, e dal sindaco Giuseppe Palmitessa per inaugurare l’Università popolare.
La sua prima visita fu presso l’Ospedale “Principe Umberto”, elevato a nosocomio di seconda categoria, da appena un anno, per l’interessamento dell’on. Moro. Ampliato e adeguatamente attrezzato, ottimamente diretto dal direttore sanitario prof. Ruggero Lattanzio, contava 246 posti letto.

Inaugurazione della Biblioteca Comunale - 1958
La sua seconda visita fu nella Biblioteca Comunale, nel foyer del Teatro “Curci”, per il saluto alla città, ai capi d’Istituto che convennero numerosi all’incontro, e per inaugurare l’Università Popolare, varata appena un mese prima, su proposta del direttore Raffaele Bassi. Ma fu anche l’occasione per celebrare la riapertura della Biblioteca Comunale riaperta al pubblico dopo un lungo periodo di restauro, in seguito all’occupazione da parte delle truppe alleate nel primo dopoguerra che l’avevano gravemente danneggiata.

La Cartiera di Barletta - 1964
Erano intanto avviati, nel 1964, i lavori per la costruzione della Cartiera Mediterranea, in adempimento di una promessa fatta nel 1961 dall’avv. Pietro Sette, presidente della Breda, che sotto la spinta dell’on. Aldo Moro, si era impegnato per la industrializzazione della nostra regione, attraverso la costruzione di alcuni grandi stabilimenti: a Bari il Pignone e le Fucine Meridionali, a Giovinazzo la Brema, a Taranto l’Italsider e a Barletta la Cartiera.
La costruzione avvenne su un suolo vicino alla Litoranea di Levante, circa 50 ettari acquistati bonariamente nonostante l’atto di esproprio.
Lo stabilimento industriale della Cartiera di Barletta rappresentò il nostro maggior simbolo di sviluppo economico degli anni Sessanta. Realizzato con criteri moderni e con tecnologie all’avanguardia, produsse in un ventennio circa un milione di quintali di carta, soprattutto cartoncino per uso alimentare.

Inaugurazione della Bari-Barletta - 1965
Il 30 settembre del 1965 il Presidente del Consiglio Aldo Moro inaugurò la nuova linea ferroviaria Bari-Barletta, più nota come Bari-Nord che liberava finalmente dall’isolamento i Comuni che ne erano attraversati (Andria, Corato, Ruvo, Terlizzi, Bitonto). Barletta risultava così fornita di due stazioni: Barletta Centrale che terminava sul piazzale delle Ferrovie dello Stato, con due binari di stazionamento e Barletta-Scalo, con  tre binari, diversi tronchi per le manovre e lo stazionamento di mezzi stabili, una rimessa, un fabbricato per i viaggiatori, un piano di scaricamento coperto con dei magazzini e un dormitorio. La nuova moderna elettromotrice sostituiva la vecchia locomotiva di piazza fratelli Cervi, la quale, inaugurata nel 1883, era stata messa a riposo nel 1959.

Gli ultimi incontri con Moro a Barletta
Prima metà degli anni Settanta: cresce la statura politica di Aldo Moro a livello nazionale, ma anche internazionale. A Barletta sono gli anni del boom calzaturiero, della prima pietra per i silos granari, dei successi in Italia e all’estero di Pietro Mennea, della prima mostra artigianale dell’ACAI, della nascita del Comprensorio del Nord Barese, del restauro del Castello, della costruzione di grossi palazzi al centro città e della nascita delle prime cooperative popolari.
Ma anche gli anni che delineavano una marcata geografia culturale della città: la ripresa della sezione cittadina della Società di Storia Patria per la Puglia ad opera di Anna Cassandro Sernia (1970), il rilancio del sito cannense (1971), la istituzione dell’Archivio di Stato affidato a Giuseppe Dibenedetto (1973), l’uscita del primo numero de “Il Fieramosca” (1974) la nascita di Teleregione (1975), la fondazione dell’Archeoclub Federico II (1976).

14 giugno 1976 in Piazza Stazione
Aldo Moro a Barletta, il 14 giugno 1976, in Piazza Stazione, come Presidente del Consiglio chiuse la campagna elettorale per le politiche del 20 giugno, una splendida manifestazione di piazza alla presenza dell’intero stato maggiore della DC cittadina accanto al suo leader più carismatico che l’aveva seguita nei suoi momenti più significativi.

28 novembre 1976 a Villa delle Palme
Aldo Moro ancora in mezzo a noi, il 28 novembre ‘76, a Villa delle Palme, l’ultima volta fra la nostra gente, fra i suoi elettori, prima che si compisse il suo tragico destino, una delle quattro tappe in Puglia per spiegare alla base, da Presidente del Partito, il motivo della svolta da lui propugnata, cioè l’allargamento dell’area governativa al PCI.
Visione da grande statista. Regnava, fra i partiti e fra la gente, una grande inquietudine. Erano i giorni in cui le Brigate Rosse, in coincidenza con l’apertura del processo loro intentato nella caserma Lamarmora a Torino, con feroce determinazione insanguinavano il Paese.

L’uccisione di Aldo Moro, indebolendo la DC pugliese,
accelerò la caduta della giunta Messina
L’uccisione di Aldo Moro, indebolendo la DC pugliese, determinò numerosi contraccolpi negativi sugli assetti politico-amministrativi locali. Numerose furono le giunte comunali che entrarono in crisi e fra le altre amministrazioni che caddero, dopo la sua scomparsa, ci fu quella di Barletta, guidata da Armando Messina alla quale ne subentrò una governata dal socialista Franco Borgia.

La città onorò il ricordo del grande Statista organizzando una seduta di un Consiglio Comunale e intitolandogli la più importante piazza della città, Piazza Aldo Moro, un tempo Piazza Roma.

Renato Russo
(21 settembre 2016)

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