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Nel 50° anniversario della fondazione del Gruppo ANMI di Barletta

In occasione della ricorrenza del 50° anniversario della fondazione del Gruppo A.N.M.I. di Barletta (18 settembre 1965 - 18 settembre 2015), vogliamo ricordare la figura carismatica dell’ammiraglio Ferdinando Casardi che di quel Gruppo, nella prestigiosa sede di piazza Caduti, fu il fondatore e il primo presidente dal 1965 al 1967 e di suo figlio Mario che dedicò le sue energie in difficili compiti istituzionali in una dissennata stagione segnata da movimenti insurrezionali in forme destabilizzanti per la nostra democrazia

Ricordo di Ferdinando Casardi eroe della Seconda Guerra Mondiale

Ferdinando nacque a Barletta il 1° gennaio 1887 da Oronzo e Livia Casardi Bonamici. Aveva due fratelli, Francesco e Maria. Il padre, avvocato, fu socio fondatore dell’azienda petrolchimica “Appula” (ancora oggi esistente sotto altro nome). La madre, Livia Bonamici, dama di S. Vincenzo, sacrificherà la sua vita per assistere gli ammalati dell’epidemia di tifo che colpì Barletta nei primi anni del Novecento. Le venne attribuita la Medaglia d’Oro al Valor Civile e la città le dedicò una strada in memoria del suo sacrificio. Ferdinando compì gli studi elementari in un Collegio di Tivoli, entrò quindi nel Collegio “Le Querce” dei padri Barnabiti di Firenze e terminò gli ultimi tre anni presso il collegio tedesco di Livorno.
Nel 1904 venne ammesso nell’Accademia Militare di Livorno da dove ne uscì nel 1907 fra i primi del corso. Oltre a primeggiare nello sport (in ginnastica e nella scherma) era un eccellente pianista, conosceva bene il francese, l’inglese e il tedesco.
Nel 1908 prese parte, come volontario, alla campagna umanitaria promossa dalla Marina Italiana a favore della popolazione di Messina colpita dal terremoto. Nel 1909 si mise in luce, durante una spedizione scientifica, sulla nave idrografica “Staffetta”. Nel 1910, a bordo dell’incrociatore “Garibaldi”, la nave ammiraglia della Divisione, divenne uno dei più diretti collaboratori del contrammiraglio Paolo Thaon de Revel. Il quale, l’anno dopo, lo volle con sé come segretario nella campagna di Libia (1911-1913) nel corso della quale Casardi si distinse per il coraggio dimostrato sul campo di operazioni così, al termine della guerra, gli vennero attribuiti una medaglia d’argento al Valor Militare e il grado di Sottotenente di Vascello.
Dopo la specializzazione in artiglieria si imbarcò come secondo direttore di tiro sulla corazzata “Dante Alighieri”. Durante una sosta a Costantinopoli (oggi Istanbul) conobbe Pia Rosasco, figlia del legale della Compagnia di Navigazione genovese Rubattino. Il 10 aprile 1915, a Roma gli nacque Mario, che seguirà le orme del padre in Marina. Il 24 maggio di quello stesso anno, all’entrata in guerra dell’Italia nella prima guerra mondiale, si imbarcò sulla corazzata “Dante Alighieri”, presente in numerose operazioni militari dimostrando intelligenza e coraggio.
Al termine del conflitto ebbe numerosi imbarchi su incrociatori e su caccia che ne favorirono la carriera, prima col grado di Capitano di Corvetta, poi di Fregata e infine di Vascello, dopo la sua parentesi americana.
Nel 1933 infatti fu nominato per tre anni addetto militare presso l’ambasciata di Washington. Rientrato in Italia nel 1936, fu promosso Capo di Stato Maggiore della Prima Squadra Navale.
L’anno dopo fu chiamato a comandare la Marina in Libia nel periodo in cui Italo Balbo era Governatore della Colonia. Nel 1938 venne promosso ammiraglio di divisione, grado col quale entrò nel secondo conflitto mondiale, il 10 giugno 1940. Pochi giorni dopo venne nominato Contrammiraglio, comandante della Seconda Divisione Navale, e in quella occasione pose la sua insegna sull’incrociatore “Giovanni delle Bande Nere”.
Nel corso della guerra si distinse in numerose azioni belliche guidando rischiose incursioni in acque nemiche nel Mediterraneo segnalandosi in particolare nello scontro di Capo Spada e nella difficile missione della posa di mine nel Canale di Sicilia, contrastata da aerei e da sommergibili nemici, operazioni che gli meritarono una seconda medaglia d’argento al Valor Militare con la seguente motivazione: Comandante di Divisione incrociatori, in azione di bombardamento contro coste a sostegno di operazioni terrestri, superava con successo la reazione avversaria e sventava numerosi attacchi di sommergibili. In aspro combattimento, mentre la propria nave di Bandiera veniva sottoposta a intensa azione bellica, dava ammirevole esempio ai dipendenti di serenità, coraggio e sprezzo del pericolo. (Mediterraneo centrale, 10 giugno 1940 - 5 giugno 1941).
A giugno del 1940 partecipò alla battaglia di Punta Stilo. Un mese dopo il suo incrociatore si scontrò con una flottiglia anglo-australiana al lago di Capo Spada (isola di Creta). Venne quindi nominato comandante della Settima Divisione navale composta da quattro incrociatori e una squadriglia di cacciatorpedinieri.
Primo compito di spicco fu il trasporto di due divisioni dell’esercito in Albania, effettuato in parte dalla Settima Divisione per mare e in parte per via aerea con gli S 79, quando il Generale Cavallero, appena nominato Capo di Stato Maggiore Generale, al posto di Badoglio, decise di rinforzare con estrema rapidità il fronte albanese che correva il rischio di crollare. La Divisione si distinse poi nella battaglia dei convogli, quando rispettivamente gli Italiani cercavano di impedire i rifornimenti all’isola di Malta e gli Inglesi tentavano di impedire i rifornimenti italiani in Africa. L’episodio più significativo sotto il comando di Ferdinando, fu il minamento a sorpresa del canale di Sicilia da parte della Settima Divisione, che causò l’affondamento di diverse unità nemiche.
Promosso Ammiraglio di Divisione, ed inoltre per i risultati ottenuti e il suo comportamento in guerra, ricevette la seconda medaglia d’argento al Valor Militare della sua carriera.
L’armistizio, l’8 settembre del 1943, lo trova a Napoli Comandante Capo del Dipartimento meridionale, coordinatore delle forze navali e terrestri della Marina, nel corso delle quattro giornate di resistenza all’esercito tedesco di stanza nella città.
Dopo la guerra, col grado di Ammiraglio di Squadra, venne chiamato a Roma a svolgere le funzioni di Direttore Generale del Personale, Presidente del Consiglio Superiore delle FFAA presso lo Stato Maggiore della Marina e Comandante del Dipartimento Marittimo del Basso Tirreno con sede a Napoli.

Senatore e sottosegretario di Stato
Nel 1948 fu eletto senatore nelle liste della Democrazia Cristiana Barletta-Trani (confermato nella tornata elettorale successiva) e nominato Sottosegretario alle Finanze sotto il terzo Governo De Gasperi, quando si adoperò per la costruzione della teleferica per il trasporto del sale dallo Stabilimento delle Saline di Margherita di Savoia al porto di Barletta.
Legato a Barletta dove tornava spesso, il 18 settembre 1965 fondò il Gruppo dell’ANMI, Associazione Nazionale Marinai d’Italia divenendo presidente per due anni. Sotto la presidenza del dott. Pasquale Pedico, il 24 aprile 1966, venne inaugurata la prima sede dell’Associazione al secondo piano di palazzo Cuomo, in piazza Caduti. Nel 1972 scomparve la moglie Pia.

L’ammiraglio viveva normalmente a Roma e di tanto in tanto veniva a Barletta, e fu durante una di queste visite che l’11 gennaio 1975, a 88 anni, fu colpito da un fatale attacco di cuore. Al suo funerale, nel Duomo di Barletta, erano presenti il ministro della Difesa e il Comandante del Dipartimento Marittimo di Taranto. Quando il padre morì, il figlio Mario rivestiva già da due anni il grado di Ammiraglio di Squadra. La città ha ricordato i due ammiragli, padre e figlio, con la intitolazione di una strada nelle vicinanze del mare.

Renato Russo
(18 settembre 2015)

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