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Reichlin e Barletta

Stasera alle 19 presentazione, alla Sala Rossa del Castello, della biografia “Alfredo Reichlin il rigore della coerenza” di Renato Russo (ed. Rotas). Dal testo riportiamo estratti dal capitolo che ne ricostruisce i rapporti con la città di Barletta negli anni in cui fu segretario regionale del PCI (autunno 1962-primavera 1969)

… Naturalmente il periodo in cui più spesso Reichlin frequentò Barletta, fu quello del settennato pugliese (autunno 1962-primavera 1969). In quegli anni era ospite nella storica sede del PCI in via Nazareth 23 dove non mancava di incontrare i dirigenti del partito Borraccino, Conenna, Corcella, Dambra, Del Vecchio, Matteucci, tutti della vecchia guardia.
In occasione dei congressi nazionali, con l’autorevolezza che gli veniva dal ricoprire la carica di segretario regionale, era lui che presiedeva le pre-assemblee che eleggevano i delegati per Roma.
Fu candidato del PCI e capolista (eletto) per sette volte alla Camera dei Deputati prima nel Salento, poi nella Circoscrizione Bari-Foggia (dal 1968 al 1994) e i suoi comizi, molto seguiti, riempivano ora piazza Caduti ora piazza Roma, affollata di contadini e di braccianti che vi sostavano fin dalle prime ore del pomeriggio, alla ricerca dell’ingaggio per la giornata lavorativa dell’indomani.
Racconta Peppino Caldarola: “Quei comizi erano, per la densità del loro contenuto, vere lezioni universitarie e gli argomenti trattati, anche i più complessi, erano semplificati dalla sua capacità di renderli comprensibili; e all’indirizzo degli avversari politici mai un insulto ma pacati ragionamenti sulle loro opinioni e mai offese alla persona, il che rendeva il confronto privo di asprezze polemiche, più costruttivo”.
Una volta - nell’aprile dell’87- fu anche candidato al Senato per il Collegio Barletta-Trani; ce n’è restata traccia in un articolo (non firmato) del numero di maggio 1987 del periodico del PCI “La Voce di Barletta”, allestito sulla sede del Partito in via Nazareth 23 (direttore responsabile Pasquale Cascella, direttore politico Cosimo Damiano Rociola, vice direttore Mariella Dambra; fotografie di Fotorudy, stampa presso Litostampasud in via Castagnevizza 12-14).
Di tanto in tanto fanno capolino, negli scritti di Reichlin, dei riferimenti alla città come quelli sul saggio La Puglia che vogliamo, oppure questo breve passo ripreso da Il midollo del leone (Laterza 2010), una nota di costume che l’autore menziona come riflessione generalizzabile ad altre realtà pugliesi. “A Barletta - il mio paese - fino agli anni Quaranta non c’erano nemmeno i negozi. Le donne facevano il pane e il resto veniva dalla campagna, i bambini giravano scalzi e la carne era quasi sconosciuta. Poi, in pochi anni, Barletta è diventata una città moderna che esporta scarpe in tutto il mondo e i nuovi ricchi girano in Mercedes”.
Ricorda Michele Cantatore, genero di Domenico Borraccino: “Un giorno mio suocero mi pregò di accompagnarlo alla stazione per prendere l’on. Reichlin il quale, nell’attesa del primo appuntamento del mattino, ci pregò di accompagnarlo al cimitero dove andò a visitare la Cappella della sua famiglia (Reichlin-Parlender) e poi quelle dei Perfetti e dei Manuti famiglie imparentate con i Reichlin”.
Racconta Tonino Rizzi, in quegli anni giovane esponente della Federazione Comunista Giovanile: “Quando l’on. Reichlin veniva a Barletta io andavo a prenderlo alla stazione. Pernottava all’Hotel Artù e cenava di solito presso l’Antica Cucina (piatto preferito, “favette e cicorie”). Al mattino, uscendo dall’albergo, si sedeva su una delle panchine del giardino del Castello a leggere i quotidiani (oltre all’“Unità” anche “Repubblica” e il “Corriere”), in attesa ch’io passassi a prelevarlo per portarlo in giro, naturalmente nelle ore libere dai suoi impegni. Ricordo che una volta l’accompagnai a casa del cugino Vincenzo Lauro in via Geremia di Scanno (da quella casa affioravano ricordi di lui bambino, infatti il padre di Vincenzo, Gennaro, era fratello della madre Elisabetta Lauro).
Lo interessavano specialmente i luoghi del lavoro, come l’assembramento pomeridiano dei contadini in piazza Roma, ma anche la villa in viale Marconi dove il padre aveva impiantato la sua attività di viticultore, mentre la famiglia occupava il villino di fronte. Una volta ricordo che lo accompagnai a visitare la nuova Cartiera fatta costruire nel 1965 da Pietro Sette presidente della Breda, sotto l’impulso di Aldo Moro; un’altra volta lo accompagnai alla Montecatini che dagli inizi degli anni Settanta viveva una crisi che l’avrebbe portata alla chiusura e alla perdita di centinaia di posti di lavoro (1976).
Erano gli anni della nascente formazione del nuovo movimento giovanile (ma a Barletta non erano pochi i giovani iscritti al “Manifesto”) e Reichlin, omaggiato dai maggiorenti del partito, non faceva però mistero di essere più attratto dal nostro fervoroso entusiasmo giovanile. Ma non fu sempre così, come in occasione della consultazione referendaria del 1991, quando si doveva decidere se appoggiare o meno la mozione del segretario nazionale Achille Occhetto di modifica della sigla PCI in PDS, con tutto quello che quel cambio avrebbe comportato. L’assemblea, introdotta da una relazione del segretario regionale Michele Magno e allestita nella galleria del Teatro “Curci”, fu animata da un vivace dibattito fra Reichlin fautore della linea politica nazionale, e noi della Federazione giovanile Franco Dambra, Lello Montenegro, Rino Di Candia, Santa Scommegna, Giorgio Mancino, Angela Musso ed altri) favorevoli alla mozione antagonista”.
Ricordo che una voltaReichlin fu ospite della libreria Einaudi per la presentazione di un libro di cui era coautore, Il silenzio dei comunisti, introdotto da Giuseppe Vacca, dall’editore Diego De Donato e da Aldo Vittorini. Era l’esame di coscienza di tre vetero-comunisti che avevano convenuto di mettere in discussione la propria esperienza politica fra consuntivo del passato e prospettive del futuro.
Con l’attuale sindaco Pasquale Cascella, Reichlin aveva in comune una remota collaborazione col quotidiano “l’Unità”. Anche recentemente, in occasione dell’imminente campagna elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale, Reichlin aveva scritto una nobile lettera all’allievo di un tempo: “Caro Pasquale - esordiva la missiva pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 21 maggio del 2013 - ti sono molto vicino in questa impresa generosa nella quale ti stai impegnando, quella di dare alla nostra Barletta un sindaco fortificato dallo straordinario tirocinio fatto per anni accanto al Presidente della Repubblica…”.
Un anno dopo, il 24 aprile 2014, alla vigilia dell’anniversario della Liberazione, l’Amministrazione ospitò Reichlin a Palazzo della Marra, come relatore di un convegno per ricordare la figura di Enrico Berlinguer nel trentennale della sua scomparsa. Accanto a Reichlin e Cascella, al tavolo dei relatori l’on. Gero Grassi, il segretario regionale del PD Enzo Lavarra e la giornalista Gilda Binetti. Coordinatrice della serata Raffaella Porreca Salerno.
Una intensa serata culturale, vuoi per la ricchezza dei ricordi di un protagonista del nostro passato, ma soprattutto - senza far torto agli altri presenti - per l’incisivo intervento dell’on. Reichlin che fece una diagnosi precisa ed impietosa dell’attuale condizione della nostra vita pubblica ricordando, con un misto di nostalgia e di rimpianto, i tempi di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, uomini di alta levatura politica e culturale. “Essi infatti - spiegò l’illustre oratore - sia pure da posizioni diverse, arrivarono alle medesime conclusioni, alla necessità di un ‘compromesso storico’, cioè all’intesa fra i due maggiori partiti italiani, per stabilire i tempi e i modi dell’attuazione di una democrazia compiuta, attraverso la loro alternanza al governo”.
Qualche mese dopo, nella seduta del 30 gennaio 2015, l’Amministrazione Comunale di Barletta conferiva la cittadinanza onoraria ad Alfredo Reichlin motivando il riconoscimento “col prestigio acquisito con il coerente impegno politico e parlamentare per l’emancipazione di ceti popolari, l’acutezza critica con cui da giornalista continua ad osservare e commentare le grandi trasformazioni della società, l’autorevolezza con cui sostiene la causa del riscatto del Mezzogiorno, che onorano le origini a cui la città della Disfida rende merito”.
Il 26 maggio, sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, gli dedicai un articolo di fondo per ricordare i suoi novant’anni.

Renato Russo
(28 agosto 2017)

Alfredo Reichlin, il rigore della coerenza castello di Bari
Copertina del libro: Alfredo Reichlin, il rigore della coerenza di Renato Russo, Editrice Rotas - 2017 Barletta, inizi anni 60, comizio del 1° maggio in Piazza Caduti
Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona
Barletta, Hotel Artù, fra il Castello e la Cattedrale, dove Reichlin alloggiava quando era in visita alla città
Ludovico il Moro Consalvo da Cordova
Barletta, 24 aprile 2014, Palazzo della Marra. Da sinistra Gilda Binetti, Enzo Lavarra, Raffaella Porreca Salerno, Alfredo Reichlin, Gero Grassi e Pasquale Cascella Barletta 24 aprile 2014, Palazzo della Marra. L’on. Alfredo Reichlin con il sindaco Pasquale Cascella
(FOTO GIOVANNI FERRINI)

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