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Iridescenze di liberi voli di Rosa Spera
Giovanni Paolo II - Dall'infanzia alla santità
Libro su pietro mennea, Quella maledetta voglia di vincere, Il romanzo del giovane Pietro Mennea
 

La lirica ispirata di Rosa Spera

È in libreria la raccolta di poesie di Rosa Spera, Iridiscenze di liberi voli edito da Rotas, con prefazione di Fulvio Castellani. Alla sua quarta esperienza lirica - dopo Silenzi di rugiada (1999), Oltre i silenzi (2003), Il tempo e la rosa (2005) - questa quarta silloge conferma e rafforza in noi il giudizio lusinghiero già espresso in altre circostanze, del resto suffragato da numerosi premi e riconoscimenti, nonché da autorevoli critici letterari (come Ettore Catalano) e premiata da eminenti poeti (come Mario Luzi e Maria Luisa Spaziani).
Presente in numerose antologie didattiche nazionali di quotate case editrici e recensita in apprezzati volumi di critica letteraria, destinataria di un plauso da parte del ministero dei Beni Culturali, le sue liriche sono state tradotte anche all’estero.
La più nota e gratificata delle nostre poetesse (dilatando l’aggettivo possessivo oltre i ristretti confini cittadini) possiede un raro dono, che la sua costanza di applicazione ha affinato negli anni, quello di una ricchezza ispirativa che bene si armonizza con una straordinaria capacità espressiva, ben modulata su una trama intessuta di sfumature.
La sua duttile versatilità sa scavare con estrema naturalezza nelle pieghe più riposte dei sentimenti, come pure avventurarsi in ariosi paesaggi descrittivamente intensi e luminosi. Il connotato identificativo della sua poesia è quello del lirismo pacato e consapevole alla ricerca di una dimensione classica dell’ordito poetico, vuoi che abbia come tema ispirativo la vicenda personale o la memoria dei luoghi o l’analisi dei sentimenti.
La Spera, nelle sue ispirate liriche, mentre affida al verso una ampiezza comunicativa, si confronta con il quotidiano, realizzando nei suoi versi un equilibrio sintattico tra la vocazione ad un registro più elevato e una espressività più colloquiale ed accessibile, dove registra le sue impressioni, proietta fotogrammi del proprio passato, lascia filtrare momenti di controllata emozione.

Nella poesia di Rosa Spera è predominante l’intreccio fra immagini vaghe e parole indefinite, fra analogie ardite e suoni sommessi. Nella musicalità del verso confluiscono sensazioni verbali e visive, e le parole sono riportate più al brivido dell’espressione emotiva e alla pura grazia della trama lirica, che al loro significato letterale. In rapporto alla metrica e alla struttura della poesia, l’esperienza dell’autrice è particolarmente significativa in quanto non si concretizza in un rifiuto aprioristico dei canoni etici tradizionali, ma realizza un loro superamento, attraverso un adattamento delle strutture del verso alle esigenze della poesia.

Renato Russo
(9 giugno 2014)

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