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È scomparso a 96 anni Aldo Vittorini, fratello di Elio e titolare della “Libreria Europa”

Era l’ultimo di quattro fratelli: Elio infatti era nato nel 1908, Ugo nel 1910, la sorella Iole nel 1912 e Aldo nel 1914. Il padre Sebastiano, capostazione di Gela, non solo era un appassionato lettore, ma un vivace promotore culturale, nonché traduttore di tragedie greche e autore di raccolte di poesie, come Ummira e suli (Ombra e sole). Già nella scelta dei nomi dei figli, rivelatrice la passione per la cultura classica: il nome Aldo? per ricordare il grande stampatore Manuzio. E Iole? l’anagramma di Elio…
In un’epoca storica avara di impulsi culturali, i ragazzi vissero un clima di fervoroso impegno sociale. Con la casa piena di libri, non erano infrequenti le occasioni in cui l’intera famiglia si misurava in qualche rappresentazione teatrale. Su tutti però spiccò presto il naturale talento letterario di Elio, il quale scrisse il suo primo romanzo a 12 anni, Il brigantino del papà. Vivace com’era, l’anno dopo Elio scappò di casa, la prima di altre fughe (tanto, con la tessera di ferroviere del padre non gli costava nulla viaggiare).
Interrotti gli studi di ragioneria, sempre più preso dalla frenesia di letture specialmente di autori moderni, fuggiva dalla abitudinarietà di consolidate consuetudini in cerca di esperienze di vita che portassero fascine al fuoco del suo ardore letterario che non avrebbe tardato a manifestarsi. In uno dei sempre più rari ritorni in Sicilia, nel 1927 (aveva 19 anni) sposò Rosa Maria, sorella di Quasimodo.
Quanto a Ugo, laureato in economia, vinto il concorso nella Pubblica Amministrazione, intorno alla metà degli anni Trenta, fu destinato presso il Comune di Barletta come vice segretario comunale.
E Aldo? Dopo aver conseguito nel 1932 il diploma di maestro, allo scoppio della guerra, nel 1939, fu richiamato alle armi e destinato a Barletta, di servizio presso il deposito misto per le truppe e il rifornimento delle isole italiane in Egeo. Due anni dopo, nel 1943, in procinto di partire di scorta a un carico di viveri per il Peloponneso, solo per un caso fortuito non s’imbarcò sull’aereo che di lì a poco sarebbe stato abbattuto dai caccia inglesi.
Viveva a Barletta a casa del fratello Ugo in un vetusto palazzo in corso Garibaldi 135, dove risiedevano le famiglie Francia, Miniato e Dipaola, e fu proprio la figlia di don Ciccio Dipaola, Adele, che sposò nel ’44.
Congedato nel ’45, si fermò a Barletta con Ugo, frattanto promosso a segretario generale (si sarebbe trasferito a Firenze qualche anno dopo, chiamato a reggere la direzione sanitaria della Regione toscana). Che fare? Andò a Milano a trovare Elio che a quel tempo dirigeva “Il Politecnico”, forse la più accreditata rivista italiana del tempo di politica e cultura, il quale gli propose di gestire un deposito di libri Einaudi. Ma la cosa non funzionò. Così, due anni dopo, nacque d’idea di aprire una libreria a Barletta.
1947: le cronache di quell’anno registrano una gita a Canne della Battaglia dei ragazzi della III A del Liceo Classico col prof. “Masculicchio”; Cosimo Puttilli vince il titolo di campione italiano di marcia; il sindaco Isidoro Alvisi inoltra al Governo una istanza per l’istituzione della VI Provincia pugliese; viene celebrato in città con inni e canti l’arrivo del nuovo arcivescovo mons. Reginaldo Addazi, e infine, l’apertura di una nuova libreria cittadina all’interno di Palazzo Cuomo. Su suggerimento dello scrittore Elio Vittorini, si chiamerà “Europa” e la gestirà il fratello Aldo.
Durerà 35 anni, una intera esistenza divisa fra l’impegno per la scuola (insegnerà prima alla Musti, da ultimo alla d’Azeglio) e i libri, ma la vera passione resteranno i libri. La libreria, ubicata ad angolo tra corso Garibaldi e piazza Caduti, chiuderà nel 1982, quando il monumentale palazzo sarà demolito. Barletta aveva allora due librerie: Liverini (che svolgeva soprattutto servizi di agenzia giornalistica) e la cartolibreria Dicandia. Nessuna della due vendeva però romanzi d’avanguardia. Aldo s’avventurò sulla letteratura contemporanea e sulla saggistica politica impegnata, anche quella proveniente d’Oltralpe, allora molto in voga. Frattanto, stroncato da un’inguaribile male, assistito dalla fedele compagna Ginetta, cessava di vivere Elio nel 1966, l’anno dei fatti d’Ungheria.
1947-1982: sette lustri, una vita intera spesa al servizio della cultura… Dopo la chiusura della libreria, nell’82, di pari passo col pensionamento da maestro, il ritiro a casa, in via Renato Coletta 41, fra i suoi libri più cari e i suoi ricordi, specialmente quelli legati alla moglie Adele e al fratello Elio del quale amava ricordare, oltre alla grandezza come scrittore, anche l’impegno civile, le sue battaglie per la libertà di pensiero - culminate con la clamorosa rottura con Togliatti - delle quali son restati un gran numero di scritti, alcuni ancora inediti.
Poi, per 28 anni, dall’82 fino ai nostri giorni, un lungo silenzio interrotto di tanto in tanto dalle occasioni commemorative, come quella del convegno celebrativo dei quarant’anni dalla morte del famoso fratello.
15 dicembre 2006, una serata organizzata nella sala Sant’Antonio dalla Sezione locale della Società di Storia Patria. A introdurre i lavori il presidente Pasquale Pedico e il giornalista Costantino Foschini, cui seguì la relazione del prof. Mario Sechi, ma soprattutto fu Aldo a calamitare l’attenzione del numeroso pubblico, coi suoi ricordi.
Altra occasione di incontro, appena un anno fa, coi ragazzi del Classico Casardi e dello Scientifico Cafiero,  coi quali s’intrattenne a parlare di libri e di attualità letterarie.
Ancora un appuntamento glielo avevano fissato per fine giugno gli amici ferrovieri di Siracusa, per ricordare con una targa la celebre famiglia…. Ma quell’ultimo treno gli amici siciliani lo hanno atteso invano perché Aldo, frattanto, se n’era andato, lasciandoci un gran rimpianto e tanti ricordi.

Renato Russo

(25 giugno 2011)

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