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Aldo Moro a 37 anni dalla sua scomparsa

Sono passati 37 anni dal rapimento e dall’assassinio di Aldo Moro e della sua scorta eppure non riusciamo a dimenticare quei 55 terribili giorni e le fatidiche date che ne segnarono il drammatico inizio (16 marzo) e la tragica conclusione (9 maggio).
Per rievocarne le sue visite a Barletta, ho rovistato fra le mie carte alla ricerca di quei remoti incontri che ce lo restituissero ad una vigile memoria, e - soprattutto - che lo facessero riscoprire e apprezzare da una generazione che non lo ha conosciuto e che percepisce la sua figura con distaccato rispetto, come di una icona lontana e irraggiungibile, mentre noi che abbiamo avuto il privilegio di averlo conosciuto e frequentato e che al suo magistero abbiamo ispirato la nostra azione politica, oggi ricerchiamo, fra le testimonianze di quegli incontri, le ragioni di una scelta e di un impegno.

Mentre i primi incontri di Aldo Moro con la città avvennero in occasione delle prime consultazioni elettorali del dopoguerra, con noi giovani tutto cominciò nella primavera del ’68, quando scoppiò in Italia e in Europa la rivolta studentesca. Anche a Barletta, dove, antagonista dei giovani di una sinistra studentesca esuberante, un gruppo di universitari provenienti dalla esperienza fucina si radunò e veicolò i suoi  consensi verso una proposta moderata, ispirata ai principi civili e ai valori morali cristiani sedimentati e manifestati dal lucido pensiero di Aldo Moro, ispirati al suo insegnamento, attratti dal suo garbo, da una fine dialettica che - al di là della eleganza formale - sapeva coinvolgerti per i suoi densi contenuti sorretti da una sobrietà del linguaggio forbito eppure persuasivo, dalla spontanea cordialità dei modi, dalla riservatezza e dal rispetto verso l’avversario politico al quale non si rivolgeva mai con atteggiamento sprezzante, ma con la parola suadente e la persuasività argomentativa, sempre rispettoso dell’altrui pensiero.
Indimenticabili le volte che venne a Barletta, in numerose occasioni, come l’inaugurazione di scuole, l’incontro col Movimento Cattolico cittadino, il taglio del nastro augurale dell’Antiquarium di Canne, la visita al Centro Trasfusionale dell’AVIS o alla Biblioteca Comunale da poco riaperta, la cerimonia della posa della prima pietra della Cartiera, l’inaugurazione della Bari-Nord, e poi i comizi, le piazze sempre gremite (memorabile quella del 14 giugno su piazza Stazione) o nell’ampio salone di villa delle Palme in occasione di congressi cittadini o provinciali. Il rispetto degli elettori, a prescindere dall’appartenenza politica a questo o quello schieramento, a questo o quel partito; la stima verso l’uomo prima ancora che verso il politico, l’orgoglio della città per la sua appartenenza alla nostra terra, quando i tempi della politica nazionale erano scanditi dai suoi discorsi alla Nazione. Altri tempi.
Un modello di statista di cui, dopo la sua scomparsa, la nostra vita politica avrebbe rimpianto la mancanza e del quale oggi cerchiamo, a distanza di tanti anni, di riproporre la figura, il suo ricordo fra di noi, a Barletta, che onorò di numerosi incontri distribuiti nell’arco di un trentennio.

Renato Russo
(8 maggio 2015)

Dida

1 - 23 novembre 1958. Il ministro Aldo Moro in visita al centro trasfusionale AVIS. Da sinistra il prefetto di Bari Cappellini, il commissario dell’Ospedale Prezzolini, l’on. Moro, il professor Lattanzio e il dott. Damato

2 - 23 novembre 1958. Sala consiliare della Biblioteca Comunale. Il ministro Aldo Moro porge il suo saluto alla città. Da sinistra: il sen. Rosa, il prefetto di Bari Cappellini, alle loro spalle il direttore della Biblioteca Bassi, l’on. Aldo Moro, il sindaco Palmitessa, il provveditore agli studi di Bari Cassano, alle loro spalle il custode della Biblioteca Raffaele D’Aquino (coll. Bernardini)

3 - Barletta 30 settembre 1965, piazzale della Stazione. Il sindaco Michele Morelli porge il suo benvenuto al presidente del Consiglio Aldo Moro

4 - Barletta, 14 giugno 1976. Piazza stazione. Aldo Moro apre la campagna elettorale per le Politiche del 20 giugno. Da sinistra don Angelo Pastore, il sindaco uscente Peppino Palmitessa, il sindaco subentrante Armando Messina, il segretario politico Renato Russo, Aldo Bernardini, l’on. Aldo Moro, l’ing. Gabriele Lionetti, il rag. Pasquale Maresca, l’on. Vincenzo Russo, il dott. Peppino Diliddo, il preside Peppino Diviccaro, il presidente della Giunta Regionale Nicola Rotolo

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