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Educatori del Novecento pugliese
La Disfida di Barletta - L'epoca e i protagonisti
BARLETTA - Protagonisti del Novecento vol. 2
 

Tanti scrittori, molte librerie, ma pochi lettori!

Non so quanti siano al corrente che la Puglia - fra le regioni italiane - è quella dove si legge meno, e che l’Italia occupa l’ultimo posto come percentuale di lettori in Europa. Desolante! Me lo fece notare con rammarico Andrea Messinese diversi anni fa quand’era dirigente scolastico della “Fraggianni”, un giorno che andai a trovarlo. E perché non sfuggisse ai suoi ospiti la sgradita segnalazione, aveva fissato con il nastro adesivo la pagina del “Corriere” che la riportava, su un’anta della porta d’accesso al suo ufficio. Scoprii in seguito che la stessa graduatoria era stata segnalata da altre testate giornalistiche come “La Stampa” e “Il Sole 24Ore”. Ne ebbi infine conferma in una trasmissione televisiva un paio d’anni dopo, sulla terza rete nazionale, che non solo la ribadiva, ma l’aggiornava arricchendola di deprimenti particolari. Ma l’amarezza fu più grande quando, parlando qualche giorno dopo con un funzionario delle Messaggerie baresi, mi precisò che, nell’ambito delle province pugliesi, Barletta era quella che vantava (si fa per dire) il minor numero di lettori…
Questo dato di primo acchito mi parve improbabile per una città che sviluppa - da sola - un numero di iniziative culturali pari a quelle delle altre città della nostra provincia. Praticamente non esiste, d’estate o d’inverno, settimana senza che ci sia almeno una rilevante iniziativa culturale. Una conseguenza del considerevole numero di associazioni che vanta la città: fra club e circoli vari, artistici o musicali, letterari o teatrali, turistici o culturali, non meno di novanta. Non parliamo poi degli autori: fra saggisti e letterati, storici e poeti, non meno di centoventi registrati negli ultimi dieci anni. Di libri di autori barlettani ne abbiamo inventariati mediamente una quarantina all’anno, con netta prevalenza dei poeti, i più prolifici, anche se non tutti sono autori di sillogi poetiche. Di librerie non difettiamo, anche se sono dislocate prevalentemente al centro: Liverini, Einaudi, Di Candia su corso Garibaldi; La Penna Blu su corso Vittorio Emanuele dove, da poco, ha aperto - ma solo in via sperimentale - una libreria Mondadori. E su via Nazareth Cialuna, da poco inaugurata dagli stessi promotori di Liberincipit. Dunque sei librerie nel solo centro urbano, un bel numero.
E tuttavia si continua a leggere poco.

Il ruolo del Comune

Attesa la consapevolezza di questa sconfortante graduatoria, colpisce l’atavica mancanza di una strategia dell’Amministrazione Comunale verso la promozione della lettura nelle scuole (non mi riferisco a “questa” Amministrazione Comunale, ma a tutte indistintamente le Giunte Comunali che l’hanno preceduta fin dai remoti anni Settanta).
Ci provò qualche anno fa (primavera del 2003) il sindaco Salerno, ma gli addetti ai lavori commisero l’imperdonabile errore di non coinvolgere le scuole e l’iniziativa naufragò. Non solo l’iniziativa non ebbe seguito, ma l’ultima Amministrazione si sarebbe resa inspiegabilmente responsabile del mancato riaffidamento della gestione della “Biblioteca dei ragazzi” (ospitata dalla Scuola Elementare “Giovanni Paolo II”) con grave pregiudizio della possibilità di accesso alla più frequentata biblioteca periferica per bambini della città (attualmente l’annosa controversia è in via di soluzione attraverso la trasformazione della vecchia biblioteca in sezione ragazzi decentrata della Biblioteca Comunale).
Oggi, a rilanciare il piacere della lettura nelle nostre scuole, ci sta provando la Biblioteca Comunale e i risultati sembrano incoraggianti se piccoli lettori affollano quotidianamente la sezione a loro dedicata, specialmente se sappiamo che questi risultati si stanno conseguendo con scarsi mezzi ma tanta buona volontà. È recentissimo l’ultimo gratificatorio esperimento, nel mese di febbraio, dedicato alla riscoperta di Giuseppe De Nittis, iniziativa destinata agli alunni di quinta elementare (ma già non mancano numerose richieste di ribadire la prova a beneficio degli alunni di scuola media): alle 56 iscrizioni presso la Biblioteca Comunale di giovanissimi di età inferiore ai 14 anni del 2010, siamo passati alle 1486 registrate a fine 2013, alle attuali 1580.


Investire nella lettura è lo stesso che investire in cultura

È stato detto più volte che Barletta, al contrario di altre città pugliesi, è quella che presenta un unicum di vicende storiche ininterrotte nel tempo, dai tempi più remoti fino ai nostri giorni, ed è soprattutto questo elemento di continuità di importanti eventi che l’hanno legittimata a presentarsi per due secoli come autorevole aspirante a capoluogo di provincia. È riprovevole allora contrastare, da alcuni settori politici, l’assegnazione di una modesta quota di bilancio per i nostri beni culturali e la loro valorizzazione, a cominciare da un rilancio di un progetto di “invito alla lettura” destinato innanzi tutto alle nostre scuole. È infatti ampiamente dimostrato che lo sviluppo civile ed economico di un Paese è strettamente collegato al livello di istruzione dei suoi cittadini. La cultura è perciò un elemento decisivo per dare alla società quel nutrimento di cui ha bisogno per la sua crescita, anche in momenti congiunturali come quelli che stiamo vivendo, anzi, soprattutto in questi momenti di stagnazione e di recessione economica.
Specialmente quando - come nel nostro caso - a fronte dell’investimento di un euro, c’è la possibilità di un ritorno quintuplicato. Per questo è essenziale che la nostra Amministrazione non perda mai di vista, nell’economia della gestione della cosa pubblica, il ruolo della cultura e non la sacrifichi sull’altare della crisi. Non è sacrificando questo comparto - che investe peraltro cifre già tanto esigue - che si potranno ottenere soddisfacenti risultati al fine di  una ripresa economica. Anzi. Tutti gli esperti, ad ogni livello, non fanno che sottolineare come il turismo culturale può trasformarsi in una indiscutibile fonte di ritorno economico ed occupazionale. A patto che però i nostri amministratori ne abbiano piena consapevolezza e che gli operatori preposti abbiano non solo le risorse intellettive di un’ampia visione, ma anche le capacità realizzative per attuarla.

Renato Russo
(10 marzo 2014)

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