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Lettera aperta al sindaco Maffei

Esimio sig. Sindaco,

ho appena finito di leggere il testo del tuo intervento sulla “Gazzetta” di ieri a proposito della polemica sullo stato della cultura a Barletta, circa il ruolo svolto dalla dirigente in questi due anni del suo mandato. Prima però di entrare nel merito della querelle, consentimi di esprimerti il mio stato d’animo alla lettura delle tue esternazioni: e vada che ci offenda la signora - ho pensato - ma che lo faccia anche il nostro sindaco!… Ci sono restato francamente male. E credo di non essere stato il solo. Ma torniamo in argomento.
Preliminarmente mi piacerebbe riportare l’oggetto della contesa alle problematiche iniziali che sono fondamentalmente due: 1°) se la dott.ssa Angiuli svolga anche il ruolo di dirigente alla cultura o solo di promotrice di mostre; 2°) se abbia ragione nell’affermare di aver trovato la città “allo sfascio” quando lei è subentrata.
Quanto al primo punto, a me sembra – ma credimi, è un’opinione largamente diffusa – che la signora svolga solo un ruolo di curatrice di mostre (sulle denittisiane abbiamo peraltro in passato anche polemizzato vivacemente), mentre ignora deliberatamente e consapevolmente altre tematiche di una grandissima valenza per la città come il sito di Canne, la Cantina della Sfida, la Chiesa dei Greci, e sistematicamente tutte le manifestazioni che non sono allestite da lei (comprese le innumerevoli presentazioni di eventi culturali che invece tu onori della tua presenza).
Quanto al secondo punto, sulla circostanza che essa abbia trovato al suo arrivo una situazione “allo sfascio” della nostra cultura, mi pare un’affermazione non solo gratuita, ma talmente offensiva che avrebbe dovuto indurla a scusarsene con la città, mentre – anche dopo la risposta risentita di Santa Scommegna – essa persevera nel suo insolente convincimento.  Ora, questa affermazione è di una inaudita violenza perché essa non offende solo tutti i dirigenti che l’hanno preceduta, ma è indirizzata a tutti gli operatori culturali degli ultimi vent’anni, e oltre.
Penso a tutti quegli amministratori (sindaci in testa) che si sono alternati alla guida della città investendo tanta parte delle loro energie e delle risorse comunali per restituire il Castello alla sua fruibilità, la Cattedrale ai suoi fedeli, il Teatro Curci ai suoi appassionati spettatori, Palazzo della Marra alla tanto attesa Pinacoteca De Nittis, la Chiesa dei Greci ai suoi cultori d’arte, Porta Marina al suo glorioso passato, la Cantina della Sfida ai suoi fasti risorgimentali, e via dicendo. Ma penso anche ad Antonio Bernardini, direttore del Museo-Pinacoteca; a Ruggiero Mascolo direttore della Biblioteca Comunale; a Vittorio Palumbieri direttore dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, nonché ai suoi presidenti che si sono avvicendati negli anni, fra cui Ruggiero Dimiccoli e Angela Battaglia; e inoltre Ele Iorio e Pasquale Pedico presidenti della Società di Storia Patria; Pietro Doronzo presidente della Sezione barlettana dell’Archeoclub d’Italia; Luigi Di Cuonzo responsabile dell’Archivio della Memoria, e molti altri operatori culturali che, in qualche misura, hanno contribuito, negli anni Ottanta e Novanta (quelli che hanno preceduto l’inizio del suo mandato) a delineare uno scenario culturale cittadino fra i più qualificati di Puglia. Sorvolo su una più puntuale ricostruzione degli innumerevoli convegni organizzati dal nostro Comune e dalle nostre associazioni sulle più significanti tematiche culturali cittadine.
Vi sembrano attori di second’ordine? Perché è a questi personaggi che si riferisce la signora ogni volta che, con reiterata condiscendenza e ostentata supponenza, fa riaffiorare la nostra condizione culturale prima del suo arrivo, imputandocene lo “sfascio”.

*   *   *

Esimio sig. Sindaco, tu accusi quanti sono intervenuti in questi giorni di denigrare la signora, anzi, peggio, di esercitare contro di lei un’azione di vero “accanimento terapeutico”! Non mi pare proprio, anzi, semmai è esattamente il contrario. Mi ronzano ancora nelle orecchie le sue parole quando a un’emittente televisiva locale, all’inizio del suo mandato, ci apostrofò come “provincialotti, vi ho portato la cultura”. Offesa che avrebbe ripetuto più e più volte. E a offenderla saremmo noi?!
La verità è che l’affermazione di aver trovato una città culturalmente “allo sfascio” o quella di definirci “provincialotti di borgata”, per quanto gravi, sono solo due dei numerosi apprezzamenti dei quali ci gratifica, tant’è che per le sue committenze - persino fotografiche - preferisce rivolgersi sempre altrove, col pretesto che saremmo professionalmente incompetenti e inadeguati, in palese danno della valorizzazione delle nostre potenzialità territoriali.
Caro Sindaco, Barletta capoluogo di provincia tu hai detto più volte che si fa con la cultura, e noi ti abbiamo creduto e ti abbiamo apprezzato per questo. Ma credi davvero che questo obiettivo si possa raggiungere senza l’apporto dello stragrande concorso delle competenze culturali cittadine? E invece, ho motivo di ritenere - ma potresti accertarlo tu pure facilmente - che la maggioranza delle associazioni e delle persone di cultura, a Barletta, nutrano delle formidabili perplessità sul modo di gestire la cultura da parte di questa signora, e soprattutto oggi che ti avvii ad una seconda campagna elettorale, cerca di non essere prevenuto contro il tuo stesso elettorato, perché di questo si tratta, non di una sparuta minoranza di gente che prova “gelosia e invidia” (quanta amarezza nel sentirti dire queste parole), ma di persone che con dedizione e onestà intellettuale avevano dato il loro entusiasmo e la loro competenza per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. E disinteressatamente, senza lauti emolumenti. Ho usato il verbo all’imperfetto perché tante di quelle disponibilità stanno venendo meno.
Come in passato, amico sindaco, mi piacerebbe ritrovarti aperto ad un confronto leale e costruttivo, ma soprattutto senza pregiudizievoli preconcetti.

Renato Russo

(23 marzo 2011)

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