CONTINUA LA DEMOLIZIONE DI FEDERICO II
AD OPERA DEL CENTRO STUDI NORMANNO-SVEVI
QUESTA VOLTA A FARNE LE SPESE LA PLATEA ATTONITA ED INCREDULA
NEL CASTELLO FEDERICIANO DI GIOIA DEL COLLE
Caro direttore, ho partecipato
nei giorni scorsi
ad una serie di manifestazioni
dedicate a Federico
II, ad opera di un’associazione
culturale del mio paese, Gioia
del Colle, paese che tu conosci
bene, perché proprio qui è
nato e maturato il tuo amore per
la storia. L’associazione promotrice,
composta da ragazze
splendide, per interessi umani
e culturali, “Petali di pietra”, si
proponeva di far rivivere alla
popolazione gioiese ed a quella
dei paesi limitrofi, accorsi in
gran numero, l’atmosfera magica
di un borgo medioevale al
tempo del grande Federico II di
Svevia. Il nostro paese è infatti
particolarmente legato a questo
periodo storico per la presenza
di un bellissimo castello, notoriamente
federiciano.
Tutto è stato organizzato
con molta cura, a cominciare
dalla veste tipografica degli
inviti e dei manifesti, dal coinvolgimento
delle varie attività
ristorative presenti nel territorio
e specialmente nel centro storico
(definite “I rifugi di Federico
II”), dalla presenza di tutto ciò
che poteva servire a rievocare
un’epoca così lontana, così
diversa dalla nostra e particolarmente affascinante (araldo
declamatore, mercato medioevale,
giochi e laboratori, falchi
e falconieri, accampamenti militari
e dimostrazione di combattimenti,
giullari e saltimbanchi,
accampamento arabo, danzatrici
dell’harem, spettacolo di
arcieri, cortei storici...).
Quindi tutto bene, tutto bello
ed interessante... tranne per i
momenti prettamente culturali,
quando queste ragazze hanno
invitato uno scrittore del Nord
e studiosi del Centro Studi Normanno-
Svevi, che di fronte ad
un uditorio smarrito e incredulo,
si sono inaspettatamente rivelati
dei veri demolitori della figura
umana e storica di Federico II,
che hanno presentato come un
uomo mediocre, sconosciuto in
Germania, odiato nel Nord Italia,
che trovò nella sua decisione
di occuparsi del sud dell’Italia
una maniera per liberarsene; e
inoltre distruttore di città del Sud
che pur lo amavano, di nessun
rilievo per la cultura italiana, per
la quale furono più importanti i
Normanni, e via dicendo.
Non mi prolungo oltre perché
tu, caro direttore, immagino
che le conosca bene queste
dissacranti interpretazioni di un
personaggio di cui tutti gli storici hanno invece detto ben altro
(il colmo è che l’assessorato
regionale al Turismo pare abbia
affidato a questo Centro Studi la
consulenza per la promozione
turistica della figura di Federico
II nel mondo!).
E il busto di Federico, unico
al mondo, che conservate nel
vostro Castello di Barletta? una
patacca! (eppure delle mie venti
biografie federiciane, da Kantorowictz
a Horst, dalla Masson
all’enciclopedia federiciana
Treccani, curata da Fonseca, son
tutti concordi nell’assegnargli
una probabile attribuzione). E
le decine e decine di riviste e di
monografie che in campo nazionale
ed internazionale continuano
ad esaltare la figura dell’Imperatore?
tutti fanatici creduloni,
come noi pugliesi! mah!
Al termine delle conferenze
mi sono sentita ignorante,
inadeguata, obsoleta (!). Volevo
intervenire per chiedere che
cosa ne avessero fatto - questi
studiosi - di intere biblioteche
di storia, delle cento e passa antologie
sulla storia della nostra
letteratura italiana che esordiscono
sempre con la Scuola
siciliana promossa dal grande
Svevo (tra gli altri lo certifica
anche Dante Alighieri!). Tutto
al macero e con quanta insofferente
supponenza, intollerante
di qualsiasi replica. E noi tutti
allocchiti ad ascoltare questi
soloni. Dopo aver insegnato una
vita, avrei voluto intervenire,
dare un mio piccolo contributo,
ma prudentemente mi sono
trattenuta. Successivamente
mi sono però pentita della mia
codardia, quando, leggendo
l’introduzione al testo di Brando
(l’autore oggetto del libro
denigratorio), ho constatato
con quanta arroganza e nessun
rispetto dell’altrui persona, il
mentore-presentatore dell’opera
su Federico II si faceva
beffe di una signora che si era
permessa di esprimere il suo
dissenso su quanto ascoltato.
“Professore lei mi ha distrutto
un mito! Lei, una signora di
mezza età, mi si era avvicinata
col passo sinuoso di una baiadera,
ostentando abiti firmati
ed erudizione sommaria, la
bocca dispiaciuta a cuoricino!!
Gli ori al collo ed al braccio le
tintinnavano di sdegno e di delusione.”
(Marco Brando - Lo
strano caso di Federico II di
Svevia - Prefazione di Raffaele
Licinio, pag. 13).
Per fortuna mi sono trattenuta,
altrimenti sarei andata ad
arricchire i ricordi del professore
di un’altra figuretta di persona
di mezza età, con la bocca a
cuoricino (anche se la mia non è
proprio così, e non porto gioielli
ed abiti firmati!).
Ciao direttore, ed auguri
per il tuo lavoro! La tua compagna
di scuola, Rosalba.
Rosalba Buttiglione
(agosto 2010)
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