La strada di
Federico in Puglia
L’ultima guida di Puglia Imperiale
È da poco entrata nel circuito delle nostre pubblicazioni
una guida storico-archeologica curata da Puglia Imperiale
e sponsorizzata dalla Regione Puglia nel quadro di una serie
di iniziative dirette a valorizzare la figura dell’imperatore staufico
nelle nostre terre. Insomma Federico come occasione per una riscoperta
e valorizzazione del nostro territorio. L’incarico, affidato
all’agenzia Puglia Imperiale, ha prodotto una serie di intelligenti
iniziative, fra le quali questa vivace e intensa guida turistico-culturale.
Agile e maneggevole, già nel formato è gradevole ad essere
utilizzata. Già dalle prime pagine, la spiegazione dell’intento
dei redattori della monografia (perché un itinerario federiciano in
Puglia) e quindi l’allargamento della spiegazione dell’importanza
del sovrano in Europa. Quindi la spiegazione delle motivazioni
che hanno spinto gli ispiratori del progetto e gli autori del testo, e
le sue finalità, corredate dall’indicazione di massima delle principali
testimonianze dello svevo nella nostra terra.
Quindi la guida vera e propria, arricchita da cartine geografiche
chiarissime, con l’indicazione di percorsi che mentre raccontano
la storia, i miti, le tradizioni, non trascurano cenni alla gastronomia,
all’artigianato, ai luoghi del turismo, utilizzando segni
grafici i più aggiornati per rendere più facili l’accesso e stimolare
le curiosità della ricerca.
Passerà così sotto i nostri occhi la frastagliata costiera, le balze
garganiche, i luoghi del sacro e quelli del turismo balneare (un
sogno chiamato Gargano) e quindi - in approfondimento - una rapida
intensa visita a Manfredonia, Monte S. Angelo, Vieste sul
mare e all’interno Apricena e Torremaggiore; per poi avvicinarsi
a Foggia e - sullo sfondo - i monti dauni e lateralmente, in rapida
sequenza, Lucera, Troia, Bovino, Deliceto, S. Agata di Puglia. Finalmente
una ricostruzione logica - ho pensato - di quelle che con
estremo rigore ti aiutano a organizzare una settimana in terra di
Capitanata. Pratiche e chiarissime le pagine simbologiche che ti
offrono un quadro completo delle possibili visite a diversi centri,
dei quali le belle e mitiche fotografie ti offrono l’anticipo di un
godimento visivo.
A seguire il terzo percorso, “nel cuore della Puglia Imperiale”,
partendo da Canosa, passando per Barletta (il busto), Trani e Bisceglie
(i castelli svevi) quindi concludere la visita ad Andria e al
vicino gioiello della storia federiciana, Castel del Monte. Anche
questa volta un percorso facilitato da cartine, notizie storiche ma
anche attuali, foto bellissime e suggestive di ariosi paesaggi. Per
ogni città i tratti turistici più caratteristici, i monumenti, la storia,
le tradizioni, i luoghi da non perdere.
Dopo la terra di Bari e la valle d’Itria, (dovremo ripetere le
stesse cose?), l’ultimo percorso, il sesto, via dei due mari e il Salento.
Cioè partendo da Taranto, portarsi a Oria, Mesagne, Brindisi,
Lecce e Otranto.
Non era facile ricostruire questi percorsi, e c’è solo il rammarico
di non aver trovato il modo di inserire, a nord, le terre dell’umido,
i luoghi di caccia che ispirarono a Federico II il De arte venandi
cum avibus (Margherita di Savoia, Trinitapoli e S. Ferdinando).
E alla fine, ci siamo consentiti solo un paio di appunti sul titolo e
sulla copertina. E sul titolo mi chiedo perché “la strada” e non “le
strade” di Federico II in Puglia. Usando il singolare, forse sarebbe
stato più appropriato il termine “itinerario”. Qui invece, in una
guida che ci porta per mano sulle numerose presenze del sovrano
svevo nelle nostre città, forse avremmo letto meglio “strade”. E
nell’immagine dell’imperatore, in copertina, perché non utilizzare
quella del nostro celebre busto?
Ci si dirà che quella immagine è fin troppo sfruttata. Maè quella che lo rappresenta universalmente. Conservo circa cento
biografie di Federico II. Ebbene se l’immagine più riprodottaè quella di Castel del Monte, non è quasi da meno quella che riproduce
il volto scolpito nella pietra del busto. Anche perché, negli
ultimi tempi ha subito un violento attacco da parte di un paio di
autori e qualche epigono, anche perché Alessandro Bongiorno dovrebbe
ricordare come qualche anno fa, ospiti della BIT di Berlino,
fummo accolti da una gigantografia di quel busto, certo il più noto fra quanti se ne conservano - non sono pochi - del monarca
staufico.
Renato Russo (giugno 2013)
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