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Federico II e le donne
 

FEDERICO II E LE DONNE
Gradevole e interessante conversazione di Renato Russo nell'aula del rettorato dell'Università di Ancona


In un’incontro organizzato il 4 giugno dalla Fondazione Federico II di Jesi nell’Aula del Rettorato dell’Università di Ancona, presentato dal presidente della Fondazione dott. Vittorio Borgiani, Renato Russo ha tenuto una conferenza su Federico II e le donne.
La bibliografia federiciana comprende oltre 2400 pubblicazioni sul carismatico Imperatore - ha esordito il relatore - e tuttavia su questo tema ci sono poche e sporadiche notizie perché Federico II fu sempre molto riservato a riguardo e non lasciò dirette testimonianze. Restano solo sporadici accenni dei biografi, note parziali, approssimative e talora inverosimili.
È quindi difficile delineare un quadro veramente esauriente. Chi infatti potrebbe sapere quante donne conobbe l’Imperatore e quali amò realmente? Certo ce ne furono tante: si ricordano quattro mogli, sette concubine ed un gran numero di amanti con cui ebbe incontri occasionali, senza contare le saracene del suo mitico harem. Non fu però un buon marito, al contrario del nonno, Federico Barbarossa, chiamato dai contemporanei Pantoffelheld, alla lettera, “attaccato alle gonne della moglie”. Le consorti di alto rango furono scelte da Federico II solo per spregiudicato calcolo dinastico, senza tener conto di romantici innamoramenti o di condizionamenti psicologici, al pari di altri grandi personaggi della storia, come Napoleone.
I sensi venivano soddisfatti in incontri frettolosi e furtivi, dopo di che, a parte qualche raro evento ufficiale, le mogli scomparivano nell’ombra, vivendo praticamente carcerate e in triste solitudine. L’amore celebrato dai primi menestrelli d’altronde non era platonico, ma sensuale. Anche delle figlie, naturali e non, l’Imperatore si servì per intrecciare preziose alleanze.
Un cronista dell’epoca, Matteo Paris, ricorda poi le accuse infamanti e tendenziose mosse a Federico II nel concilio di Lione del 1245, in cui venne deposto dal Papa. Si disse che l’Imperatore si era fatto travolgere da osceni piaceri, immergendosi in sconci amplessi con donne saracene del suo harem. Dell’harem si sa che seguiva l’Imperatore nei suoi spostamenti e che la sede principale era un’ala dell’inespugnabile castello di Lucera. Qui normalmente le donne filavano, tessevano e svolgevano faccende domestiche, trasformandosi in seducenti odalische per intrattenere con danze esotiche gli ospiti dell’Imperatore.
Per quanto riguarda la prima moglie, Costanza d’Aragona, sposata nel 1209, colpisce la differenza d’età: lui era poco più che quindicenne, mentre lei, già vedova del re Ermerico d’Ungheria, era un’ancor attraente venticinquenne. La donna portò in dote un contingente di 500 cavalieri, con cui Federico II andò ispezionando tutti i feudi e i castelli siciliani alienati al regno dai suoi dignitari di corte. Il matrimonio fu combinato da papa Innocenzo III, allora tutore del giovane Federico, che trovò nella consorte una compagna raffinata e colta, la sola che l’accompagnò in alcuni dei suoi viaggi e che ora riposa accanto a lui nella Cattedrale di Palermo. Ne era realmente innamorato o intendeva usufruire dei consigli della più esperta compagna? Difficile a dirsi. Dalla loro unione nacque nel 1211 il figlio Enrico.
Poco dopo Federico II si recò, senza Costanza, in Germania, dove si fece incoronare re di quelle terre e trascorse qualche anno da solo. Di certo l’Imperatore si consolò con dame e damigelle di corte, delle quali ci è però giunto solo il nome di Adelaide di Urslingen, dalla quale ebbe una figlia e l’amato Enzo, che diventerà re di Sardegna. Sola e dimenticata, nel 1222 Costanza morirà trentottenne di malaria a Catania.
Nell’ottobre dello stesso anno l’Imperatore già progettava un nuovo matrimonio, quello con la siriana Iolanda di Brienne, erede del regno di Gerusalemme. Federico II intendeva risolvere in questo modo il conflitto con gli Arabi, senza alcuna spesa e in modo incruento. Nel 1225 a Brindisi la quindicenne Iolanda sposò il trentenne Federico alla presenza della nobiltà siriana. Fu subito palese a tutti che la sposa adolescente, piccola e senza seno, non piaceva affatto all’Imperatore, che s’impossessò subito del titolo di re di Gerusalemme, espropriandone il suocero. Quest’ultimo dovette subire un ulteriore affronto. La figlia gli raccontò che il consorte non aveva trascorso la prima notte di nozze con lei, ma con Anais, un’attraente cugina della sposa.
Tre anni dopo Iolanda moriva ad Andria, appena dopo aver dato alla luce il tanto agognato figlio Corrado. Allora circolarono voci maligne che la sventurata fosse stata vittima di un avvelenamento o di un filtro d’amore bevuto nella speranza di riconquistare il marito.
Nel 1228, nel corso della Sesta Crociata l’Imperatore, oltre a farsi incoronare re di Gerusalemme, trovò anche il tempo di stringere una relazione amorosa con una nobile araba del posto, Maria di Antiochia, dalla quale ebbe un bimbo, Federico che portò con sé in Italia, facendone un abile capitano.
Ma la donna che contò più di ogni altra nella vita dell’imperatore, fu un’italiana di rara bellezza, Bianca Lancia, conosciuta quando fu ospite del castello del padre di lei, il conte Bonifacio d’Agliano. Anche se non lo si sa con certezza, tutto porterebbe a credere che l’affascinante giovane sia stata elevata alla dignità imperiale poco prima di morire, per legittimare la prole avuta. Di nuovo circolarono chiacchiere infamanti di cronisti guelfi, tra le quali quella secondo cui l’Imperatore svevo avrebbe avuto rapporti anche con una delle sorelle di Bianca e con la loro madre.
Nel 1230 dalla relazione con la stupenda ragazza di Agliano nacque prima Costanza, che sarà imperatrice di Bisanzio, poi nel 1232 il prediletto Manfredi, sposo della figlia del duca di Savoia ed infine Violante, maritata al conte di Caserta che aveva svelato un complotto ai danni del padre e che si era quindi meritato anche la carica di governatore della Marca Anconetana. La tradizione vuole che Bianca sia morta nel castello di Gioia del Colle.
Il quarantenne Federico si fidanzò quindi con la ventunenne Isabella d’Inghilterra, figlia di Giovanni Senzaterra.
L’Imperatore volle sincerarsi dell’avvenenza della futura consorte, ed un cronista racconta che gli ambasciatori la poterono ammirare a Westminister, “…radiosa, splendente nel fiore della verginità, raggiante nel suo abbigliamento secondo quanto richiedeva il protocollo”. Un malizioso reportage di Matteo Paris ci svela che la prima notte di nozze l’imperatore s’intrattenne con la novella sposa in lunghi preliminari, in attesa del momento propizio segnalato dai suoi astrologi, i quali gli avevano assicurato che sarebbe nato un figlio maschio se il concepimento fosse avvenuto di prima mattina. Venne spiegato con la poca pazienza dell’Imperatore, il fatto che poi nacque una femminuccia, Margherita, sopravvissuta insieme ad un maschio, Carl’Ottone, ai quattro figli partoriti da Isabella che trascorse la sua breve esistenza sotto la sorveglianza di eunuchi saraceni. L’ultima sposa di Federico II si spegnerà a 27 anni, nel mettere al mondo una bimba nata morta.
Geltrude, nipote di Federico d’Austria, ultima promessa sposa di Federico, si sottrasse all’ultimo momento alle nozze con l’Imperatore svevo perché le erano giunte delle voci che accusavano il sovrano di aver fatto avvelenare le sue mogli.
Ci è giunto però il nome di alcune figlie avute da diverse relazioni e ricordate per le nozze imposte loro dal padre. Fra di esse Selvaggia, che sposerà il sanguinario Ezzelino da Romano e Manna nipote di Berardo di Castacca, arcivescovo di Palermo.
Certo la vita privata di Federico II fu molto intensa, ma al tempo stessa riservata, così diversi sono ancora i fatti avvolti fra le nebbie di un mito intramontabile, del quale tanta parte hanno le sue donne.

Cristina Franco (giugno 2005)

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