FRIEDRICH II ALBUM DES LEBENS
Il volume, che ha recentemente ottenuto una menzione speciale
da parte della Fondazione Federico II di Hohenstaufen di Iesi,
tradotto in tedesco, illustrato ad un qualificato parterre,
in occasione della recente ITB
Tra le diverse iniziative promosse
dall’Agenzia Puglia Imperiale, c’è stata
quella di presentazione alla stampa estera, alla ITB di Berlino,
dell’ultima biografia di Renato Russo sull’imperatore
staufico, un volume arricchito da 200 immagini a colori che
scansionano le principali tappe della vita del sovrano, dalla
sua nascita alla sua morte presso Castel Fiorentino, attraverso
le innumerevoli vicende che lo hanno portato in giro per l’Europa,
ma che lo vedevano ogni anno ritornare alla sua amata terra
di Puglia. E che non sia un luogo comune, quello dell’affezione
dell’imperatore verso l’Apulia, oltre al nomignolo
affibiatogli di Puer Apuliae, è confermato dalla consapevolezza,
che hanno gli stessi Tedeschi, considerandolo più legato
all’Italia che alla Germania.
In realtà l’imperatore, come ha precisato l’autore
nella sua conversazione di presentazione del testo, inizialmente
non scelse la Puglia per ragioni affettive, ma solo per motivi
di carattere geo-politico. Infatti, al contrario dei suoi predecessori
normanni che avevano fatto di Palermo l’epicentro dei loro
dominii perché intendevano espandersi in Africa, Federico
orientò la sua strategia di conquista in altra direzione,
verso il Nord, alla Conquista dell’Italia e della Germania,
per unificare di nuovo il Sacro Romano Impero d’Occidente,
come aveva già fatto, quattrocento anni prima di lui,
Carlo Magno.
Un impegno ch’egli aveva assunto proprio durante un suo
viaggio in Germania, quando, appena ventenne, s’era recato
nella Cattedrale di Aquisgrana a rendere omaggio al grande sovrano
franco.
Di qui la necessità di spostare la sede del suo Regno
da Palermo a Foggia, dove nel 1223 fece edificare una reggia
nella quale teneva corte, mentre l’anno dopo fece costruire
la domus di Barletta (l’ala est dell’attuale Castello)
dove, nel rispetto della città, al tempo capoluogo territoriale
(Bari era ancora una città semidistrutta) egli assunse
delle decisioni che, come dice lo storico Raffaele Iorio, orienteranno
i destini dell’Impero.
A Trani poi l’imperatore nel giro di tre anni (1230-1233)
fece elevare, accanto alle imponenti cattedrali romaniche, un
castello sulla riva del mare. Ogni anno, in autunno, Federico
II tornava in Puglia, e fu così che cominciò ad
affezionarsi alla nostra terra, avvicendando le sue visite a
Foggia e Barletta, con altre nella terra di Capitanata, dove
alternava gli incontri con delegazioni estere alle amate battute
di caccia e sarà in quegli anni e in quei luoghi che scriverà il
suo trattato De arte venandi cum avibus.
Ma la Puglia Imperiale, accanto alle cosiddette zone umide (a
nord del triangolare insediamento di Margherita di Savoia, San
Ferdinando e Trinitapoli), comprende anche altre città;
a sud Canosa (di cui sono restate poche tracce del castello),
Minervino e Spinazzola, a nord-est Bisceglie e Corato.
Oltre i ristretti confini della Puglia Imperiale, come dimenticare
le città di Foggia, di cui abbiamo detto (ma la reggia è andata
distrutta), di Lucera con la sua misteriosa imprendibile fortezza,
di Apricena, di Borgo Tressanti, del fatale Castel Fiorentino,
di Monte S. Angelo; in Terra di Bari i castelli di Bari, Gioia
del Colle, e Gravina; a sud i Castelli di Brindisi e Oria. Senza
dire di Melfi e di Castel Lagopesole che a quei tempi rientravano
nelle competenze territoriali pugliesi.
A testimonianza del suo affetto per la Puglia, restano, dell’imperatore
staufico, due importanti lettere che l’autore ha ricordato,
una del 4 gennaio del 1230 spedita da Lodi ai pugliesi brindisini,
e la seconda del 1 marzo 1240 spedita alla Corte di Foggia. La
prima inizia così: la vostra fedeltà brilla come
stella intorno a noi e risplende nel mondo. Per questo noi, fra
tutti i regni, abbiamo privilegiato l’Apulia come nostra
dimora abituale. E la seconda, ha invece questo incipit: Ritorno
a passi svelti in Puglia che, fra le regioni soggette alla nostra
sovranità, abbiamo più cara, per poter gioiosamente
rivedere il Regno e i nostri sudditi.
Mi auguro che questa conversazione - ha concluso l’autore
- vi abbia aiutato a capire le ragioni dell’amore che provava
l’imperatore verso la nostra terra di Puglia (…)
terra ricca non solo di storia e di cultura, di miti e di leggende,
di antiche tradizioni, ma ricca anche di risorse turistiche,
ambientali, gastronomiche e di tanto, tanto sole, il caldo sole
di Puglia.