CRONACHE DALLA DISFIDA
Backstage della Disfida di Barletta
realizzato da un’inviata speciale, una nobile fanciulla del
1500
E che vinca… il francese”. Questo il pensiero di molte dame e spettatrici.
Ciò che dà infatti alla testa non è solo il pomeridiano
e caldissimo sole di fine luglio, ma anche la bravura e la bellezza dell’avvenente
La Motte-Kaspar Kapparoni (mentre un “gentiluomo” sul palco, imperterrito,
continua a dire “cà la motta stè a milan”).
Kaspar, il conte Drago della fiction tv Elisa di Rivombrosa, ha infuocato gli
animi delle fanciulle, già sottoposte al peso degli abiti in velluto,
che però non sono mancate all’appuntamento con la macchina fotografica.
Foto quasi tutte uguali, ma che immortalano il conte Drago in jeans, in compagnia
di giovani e meno giovani dame, il cui trucco, sotto il solleone, rischia di
far cilecca.
Ma torniamo indietro, a sabato 23 luglio.
Ore 16.30: convocazione figuranti, Castello Svevo.
Già dalle 16 le mamme delle figuranti, prima delle figlie, si erano accalcate
per entrare, sfidando gli addetti alla sicurezza che, nonostante ammirino superbe
e nobili acconciature da Oscar (realizzate da Ada Roggio), continuano a chiedere
il ruolo delle fanciulle: dame o popolane?
Dopo l’estenuante confronto con gli addetti alla sicurezza, incomincia
la vera sfida: indossare il vestito infilandolo dalle gambe, per non rovinare
l’acconciatura; e se non tutti i fianchi lo permettono… niente paura:
la fata Ada risistema!
Proprio mentre tutte siamo intente a dare l’ultimo ritocco di lucida labbra
(quest’anno non c’erano soldi per la truccatrice!), entrano ed escono
con molta nonchalance Edoardo Sylos Labini-Consalvo Da Cordova, attore di fiction
e noto volto della pubblicità (soprattutto per il tormentone “Anto’,
fa caldo”), Giorgio Ginex e Raffaello Balzo-fratelli Colonna.
Nessuna li ha riconosciuti, però, incantate da tanta beltade, tutte realizziamo
che non si tratta di gente comune. Dopo cinque secondi di silenzio, le voci si
accalcano per indovinare le fiction in cui avessero recitato e poi, come una
mandria, tutte fuori alla ricerca del vip.
Perché, quando ti capiterà più che Raffaello Balzo (futuro
eroe di Elisa Di Rivombrosa) si abbasserà per te che al suo cospetto ti
senti nana? Quando ti capiterà di fissare gli azzurrissimi occhi di Edoardo
Sylos Labini, mentre scambi con lui due chiacchiere, e pensi “Antò… fa
caldo”?
Quando capiterà di vedere Fieramosca (Fabio Fulco), sdraiato sul palco
o sulla poltrona del bar, che scansa le foto perché è troppo stanco
e troppo bello per le comuni mortali?
Ore 19. Tutte in fila per il corteo, dopo un emblematico “accoppiatevi” del
regista Francesco Gorgoglione.
Una ragazzina, probabilmente la più giovane di noi, forse in preda a un
attacco di timidezza, mi chiede se voglio salire in carrozza al suo posto. Accetto.
Il mio partner è un veterano della Disfida, sfila ininterrottamente dalla
prima edizione. Ma non siamo soli. Con noi ci sono l’attrice Mariella Parlato,
speacker della serata e ancora Sylos Labini, attuale Andrea in “Vivere” (io
non lo sapevo, sono maledettamente ignorante in queste cose, me l’ha detto
lui), simpatico e disponibile.
Giunti in Piazza Marina, dopo un ingresso trionfale, saliamo sul palco per il
solenne e commovente momento del giuramento.
I cavalieri italiani acclamati dalla folla. Fulco acclamato dalle fans di “Orgoglio”.
Ma solo uno di questi vip sa destreggiarsi sul palco: Sylos Labini-Consalvo,
che con un invisibile gesto ricorda a Balzo di nominare i cavalieri (ma che delusione:
sembrava leggesse la lista della spesa) e non si dispera quando Fieramosca legge
anticipatamente il suo discorso (con tutta l’apatia di questo mondo).
In fondo, non volevate i famosi? Accontentàti.
Terminato il giuramento, Consalvo mi aiuta a salire in “carozza”,
come dice il cocchiere romano e, durante il breve corteo, manda baci volanti
a tutte le signore che incontra lungo il cammino, fans e non.
Domenica 24 luglio.
Ore 15.30. Stesso appuntamento, stesse mamme (anzi qualcuna in più perché le
figuranti sono 40), stessi addetti alla sicurezza.
Questa volta dobbiamo stare attente a infilare gli abiti: la fata Ada sarà occupata
con Antonella Mosetti (arrivata 10 minuti prima del certame perché la
figlia è in ospedale, niente di grave, per fortuna) e Raffaella Bergè (rossa
splendida, ma poco disponibile).
Anche i nuovi figuranti, compresi gli uomini (sfortunati perché le “attrici” non
si concedono tanto all’obiettivo), devono attenersi al rito d’iniziazione
delle foto, mentre le altre cercano Kaspar-La Motte. Fulco è intento a
concentrarsi.
Ma si dia inizio al certamen.
Sbandieratori, musicisti, mangiafuoco, combattenti (quest’anno alla stregua
del wrestling, tanto che uno di loro ha rimediato 6 punti in testa) e cavalieri.
Sfilano con i loro cavalli da principi delle favole, attenti al cavallo di Fulco
un po’ contrario, dal giorno prima, al duello-sfilata.
“
Pour toi, chevalier…” recita una dama, legando il fazzoletto alla
lancia di La Motte. “Per il mio amore…”, riporta la voce narrante
di Mariella Parlato rivolta a Fieramosca (la Mosetti - Ginevra, forse preoccupata
per la figlia, non ha voluto proferire parola).
I cavalli corrono da una parte all’altra del campo con il ritmo del movimento
delle teste degli spettatori.
Negli occhi di La Motte, rabbia, convinzione, orgoglio. In quelli di Fieramosca,
un lieve sorriso: forse già sa di dover vincere?
Ma nel frattempo, lotta ad armi pari (anche se con scudi sbagliati… si
sa il caldo dà alla testa), capriola di La Motte che cade e perde la battaglia,
ancora una volta, mentre rotola a terra e mangia la polvere (poverino, lo stesso
destino da 502 anni… sembra una punizione dell’inferno dantesco).
Vittoria! Vittoria! Anche quest’anno gli italiani hanno vinto.
Le dame di entrambe le parti applaudono e gli spettatori (soprattutto le spettatrici)
vanno in delirio al passaggio degli “attori”.
Finalino in idioma locale, rivolto alle deliranti, del solito ‘gentiluomo’,
nel frattempo sceso dal palco: “lassat stè chidd uomn d’ Vellombros
(tradotto “Elisa di Rivombrosa)… vèdeit do’ quant altr
c’ n’ stenn !”
Nobile fanciulla del 1500
(nella vita, Alessandra Peres • agosto 2005)