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Finestra sulla Disfida
Celebrato il 505° anniversario della Disfida di Barletta

Un gradito ritorno, la celebrazione del 505° anniversario della Disfida di Barletta, che ci ha fatto venir voglia di riaprire la ‘finestra sulla Disfida’, chiusa a settembre 2003, alla conclusione delle celebrazioni del Cinquecentenario. I lettori più affezionati ricorderanno che questo giornale ospitò per otto mesi, durante tutto il periodo delle celebrazioni, una bellissima finestra (la ‘finestra sulla Disfida’, appunto) sugli avvenimenti, i fatti, le curiosità, le novità e tanto altro ancora, che accompagnarono quell’importante anniversario. Ci lasciammo con una punta di malinconia, mitigata dai versi in vernacolo di Risco (pseudonimo del medico-poeta Ruggiero Scommegna), tratti dalla sua “Storia quasi vera de La Disfida di Barletta” (Cudde sorte de tramote / è fernute sote sote ,/ è fernute ind ‘a Cantine / tutte a tarallucce e vine), ma con la speranza che quella finestra si potesse riaprire presto.
E adesso eccoci qua, a raccontare dalla stessa finestra gli avvenimenti 2008, che l’Amministrazione Comunale ha voluto riprendere, affidandole all’associazione Aufidus - il cui Presidente (o mèntore, come lo definiscono i suoi ragazzi) Michele Cantatore, si è avvalso della professionalità di tre giovani ma affermati operatori culturali barlettani, Carmela Calabrese, Paolo Ormas e Marco Defazio - e alla Cooperativa Sette Rue, supportate da alcune organizzazioni del territorio, dalle forze produttive e dalle associazioni di categoria (di tutti diciamo a parte), come ormai avviene da qualche anno per diverse iniziative che l’Amministrazione Comunale mette in campo. Una scelta che ci è parsa interessante, con prospettive di un coinvolgimento a tutto tondo della città, che da sempre sente e ama la sua Disfida, e una lettura in chiave spettacolare e culturale. La rilevante novità è stata quella di affidare ad alcuni giovani barlettani l’organizzazione di un evento importante e carico di attese come la Disfida, scelta che mette in pratica una politica di valorizzazione delle risorse umane del territorio, di possibilità di lavoro e affermazione dei giovani, senza perdere di vista i grandi circuiti culturali nei quali la città di Barletta ambisce, con ragione, ad avere un posto di assoluto rilievo.
Cantastorie, giocolieri, sbandieratori, tamburini, archibugieri, artisti di strada, hanno animato le strade del centro storico, ‘vestite’ delle bandiere, degli scudi e delle insegne che, con ogni probabilità, campeggiavano nelle stesse strade in quel 13 febbraio del 1503. La storia di quel giorno ricco di gloria e di onore, sempre identica e sempre identicamente emozionante, è stata raccontata da Marco Defazio, cantastorie, ‘capocomico’ e autore dei testi, il 13 e il 16 febbraio, mentre si svolgevano due belle mostre, in due contenitori-bomboniera: la Cantina della Sfida - che ha ospitato opere dedicate alla Disfida di Irina Hale, Umberto Basso e Stefano Pelle - e Palazzo della Marra, con l’allestimento di deliziose miniature di costumi d’epoca, creati da Carmela Calabrese. Un’altra mostra, in Piazzetta Monte di Pietà, è stata invece curata da Zeroassoluto, in concomitanza con l’esposizione di prodotti tipici, organizzata da Confcommercio e Assoimprese, e la rappresentazione de L’Offesa, testo teatrale di Marco Defazio, tratto (molto!) liberamente dal romanzo “Ettore Fieramosca” di Massimo D’Azeglio e rappresentato con la Compagnia del Teatro Nuovo, su musiche di Paolo Ormas (coadiuvato da Gigi Doronzo, Antonio Barracchia e Bartolo Piccolo) e con l’apporto de ‘I Fieramosca’  di Ignazio Leone.
Il Corteo Trionfale ha posto il suggello sulle celebrazioni, e il freddo intenso non ha fermato le tante persone che hanno coraggiosamente fatto da ‘ala’ ai Tredici a cavallo, ai prigionieri francesi, a dame di corte e cavalieri, con coreografia dei gruppi storici (I Fieramosca, i Bardulos, I Cavalieri della Disfida, i mangiafuoco di Pino Free Day).
La Disfida e le sue suggestioni sono state diffuse in tutta Italia grazie alla popolare trasmissione di Rai Uno Sereno Variabile, condotta dall’inossidabile e simpatico Osvaldo Bevilaqua. La troupe di Sereno Variabile ha infatti realizzato un ampio servizio sulle bellezze di Barletta, soffermandosi anche sul fatto d’arme che ha reso famosa la città, mettendo in mostra uno spaccato di storia, cultura e costume d’epoca, e dimostrando come la Disfida, fiore all’occhiello della storia cittadina, si coniughi ancora una volta con la ricchezza paesaggistico-monumentale di Barletta, diventando co-protagonista del trinomio cultura-turismo-economia, strada maestra di politiche di sviluppo del territorio e base imprescindibile di un’offerta di alta qualità.
Con i fuochi d’artificio (“li fuochi per le strade” descritti dall’Anonimo Autore di Veduta), è stata archiviata la pagina di celebrazioni invernali del 505° anniversario della Disfida di Barletta, alla quale ci piace dare l’arrivederci in estate, socchiudendo soltanto, e non chiudendo definitivamente, la nostra Finestra sulla Disfida.

I protagonisti della Disfida 2008

Molti e vari i protagonisti della Disfida 2008, che hanno partecipato con diversi contributi. Li citiamo tutti, cercando di rispettare un sommario “ordine di apparizione”:
•          Il primo protagonista è l’Amministrazione Comunale, che ha voluto la ripresa delle celebrazioni, coadiuvate e supportate dal Settore Staff e dal Settore Beni e Servizi Culturali del Comune di Barletta.
•          L’Associazione Aufidus con il Presidente Michele Cantatore, e con Carmela Calabrese, Paolo Ormas e Marco Defazio, riuniti nel Gruppo CPM. Carmela Calabrese è stilista, curatrice d’immagine e pittrice; Paolo Ormas è esperto di turismo culturale e batterista del gruppo musicale degli Orient Express; Marco Defazio è docente di teatro e di dizione nelle scuole professionali, con anni di esperienza nei villaggi turistici.
•          La Cooperativa Setterue, che ha curato la parte tecnica dell’organizzazione, ha preso parte, fra le altre cose, anche a tante altre edizioni della Disfida.
•          La Banda cittadina, che ha percorso a suon di musica le vie del centro.
•          Zeroassoluto, rivista mensile gratuita per il tempo libero, si accinge ad aprire la sua seconda sede a Milano. Ha realizzato la mostra di artisti locali “Rinascimento e poi…”.
•          La Compagnia del Teatro Nuovo, con Marco Defazio (appassionato narratore) Savio Dipasquale (Fieramosca), Pino D’Andriccio (La Motte),  Michele Di Leo (Diego de Mendoza), Luigi Porcella  (Inigo Lopez de Ayala), Leo Massari (Consalvo da Cordova), Peppino Dibenedetto (oste), Giovanna Gargano (Cecilia), Michele Capuano (Azevedo), Ruggiero Leone (sguattero), Francesco Garribba (ballerino).
•          Gigi Doronzo, Antonio Barracchia e Bartolo Piccolo, insieme a Paolo Ormas, con le loro musiche d’epoca.
•          I giocolieri e mangiafuoco di Pino Free Day e I Fieramosca di Ignazio Leone.
•          Le opere artistiche ispirate alla Disfida, in mostra nella Cantina della Sfida, di Irina Hale, Umberto Basso e Stefano Pelle.
•          La mostra “La donna nel ‘500”, miniature di costumi d’epoca di Carmela Calabrese, a Palazzo della Marra.
•          Confcommercio e Assoimprese, con i prodotti tipici del territorio.
•          I Bardulos, I Cavalieri della Disfida, il Centro Studi Meridionali di Giovinazzo.
•          Hair Studio di Valeria Musti e Hair Innovation di Antonia Cafagna, per le acconciature.
•          Feliciana Di Cugno, responsabile del trucco.
•          Krizia e Chiara, con le loro scenografie.
•          Il Service Audio/Luci “Audio One”.
•          L’IPSIA di Barletta, che ha fornito alcuni costumi.
•          L’Ufficio Stampa ‘dedicato’ per la Disfida e l’Ufficio Stampa del Comune di Barletta.

… E un po’ di cronaca

Quella di festeggiare la Disfida con belle rievocazioni è una tradizione ormai consolidata. Già nel 1903, ricorrenza del IV Centenario, fu pubblicato un interessante Numero Unico, che raccoglieva scritti e testimonianze (fra cui una lettera di pugno di Garibaldi). Ma l’idea della vera e propria rievocazione in costume venne a un gruppo di amici, guidati dal famoso sacerdote e storico locale don Peppuccio Damato e dal cavaliere-barista Damiano Daddato, che si aggregarono ad altri appassionati e costituirono il “Comitato religioso Madonna della Sfida”. Dal 12 al 14 febbraio 1965, si tenne il 1° Corteo rievocativo, che l’anno dopo - organizzato dalla Pro Loco ‘Saverio Lovero’ - si arricchì della figura di un regista, Carlo Acly Azzolini. Negli anni, la rievocazione della Disfida, affidata all’Azienda di Soggiorno e Turismo, ha avuto alterne vicende, alcune molto gloriose, e ha visto la partecipazione di grandi registi come Enzo Musumeci Greco, di attrici bellissime e famose come Yvonne Harlow e Paola Quattrini, Martine Brichard e Annamaria Rizzoli, e attori italiani e stranieri del calibro di Arnoldo Foà, Richard Harrison, Ivano Stacciali, Andrea Giordana, fino ai più recenti Danny Quinn, Natalia Estrada e Ricky Tognazzi.

Un po’ di storia della Disfida…

La storia della Disfida si inscrive nella grande storia del ‘500 nel sud Italia, e se non fu un fatto di ‘risorgimento e unità d’Italia ante litteram’, non fu nemmeno una scaramuccia fra avvinazzati, come per lungo tempo ha voluto far credere una storiografia non si sa se più spocchiosa o più disinformata. Prova ne sono, fra tutte, il famoso passaggio di Guicciardini ne ‘L’historia d’Italia’ e la lettera di Antonio Galateo Ferrarsi a Crisostomo Colonna, all’indomani della vittoria italiana. Il fatto avvenne durante la guerra tra Francesi e Spagnoli per il dominio sulle regioni del sud Italia. In una delle tante, violente scaramucce fra i contendenti, gli Spagnoli, sotto il comando di Diego de Mendoza, catturarono numerosi Francesi fra cui Charles de Tongue, detto Monsieur de La Motte. L’Anonimo Autore di Veduta racconta che la sera seguente la cattura, il 15 gennaio 1503, il Gran Capitano Consalvo da Cordova diede un banchetto, al quale parteciparono anche i prigionieri francesi. In quella che la tradizione riferisce essere l’Osteria di Veleno o la Cantina del Sole e che oggi è ricordata come la Cantina della Sfida, mentre i convitati parlavano di fatti d’arme, La Motte accusò di codardìa gli italiani, difesi vivacemente da Inigo Lopez y Ayala, e lanciò loro una sfida. Si può ragionevolmente ritenere che la sfida fu provocata ad arte dagli spagnoli, assediati dai francesi e quasi isolati in attesa di rinforzi e viveri, sia per tenere alto il morale delle truppe che per ingraziarsi la simpatia degli italiani, dei quali in quel momento erano oppressori. Ettore Fieramosca molto probabilmente non era presente alla cena, ma fu contattato nei giorni seguenti dai nobili italiani Prospero e Fabrizio Colonna, al servizio degli Spagnoli, che formarono la compagine italiana scegliendo fra i combattenti più coraggiosi d’Italia. Lo scambio di lettere tra Fieramosca e La Motte, testimonia l’importanza che il combattimento rivestiva per i protagonisti. Tutto fu programmato nei minimi particolari: la somma di cento corone per il riscatto dei prigionieri, il numero degli sfidanti, dei giudici e dei testimoni, il campo di battaglia in Contrada S. Elia, territorio neutro fra Andria e Corato, appartenente a Trani, allora sotto la giurisdizione di Venezia. La mattina del 13 febbraio i Tredici italiani, dopo aver ascoltato il discorso d’incitamento del loro capitano (che si dice indossasse una sciarpa azzurra beneaugurante, dono di Isabella d’Aragona) giurarono di difendere il proprio onore e quello dell’Italia anche a costo della vita, e nel pomeriggio infersero una sconfitta bruciante all’arroganza dei francesi. Fieramosca diede prova di ardimento e di lealtà: non approfittò dell’inferiorità tattica di La Motte, disarcionato, ma scese da cavallo e gli diede il colpo di grazia a terra. Dopo il combattimento i francesi - che non avevano portato con loro il riscatto, convinti com’erano di uscire vincitori dal campo di battaglia - furono condotti prigionieri a Barletta. Incontenibile fu la gioia dei barlettani, che accolsero i loro eroi con ‘li fuochi per le strade…’. Tutti fecero festa ai Tredici, dal popolo minuto al Sindaco, ai consiglieri e ai priori. I preti del Capitolo della Cattedrale portarono in processione la Madonna dell’Assunta, un’icona del ‘300 da allora ribattezzata Madonna della Sfida, conservata ancor oggi nella Cattedrale di Barletta.

Carmen Palmiotta (marzo 2008)

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