| La direzione
                del Père
            Lachaise di Parigi ignora Giuseppe De Nittis!
 Una nostra intraprendente turista, in visita al cimitero
            monumentale del Père Lachaise, dove sono tumulati i più begli
            ingegni della cultura europea morti nell’Ottocento a Parigi,
            c’informa
          di un suo recente viaggio nella capitale francese si lamenta che i
            Francesi abbiano dimenticato il nostro grande artista.
 Egregio
            Direttore,essendo barlettana, Le scrivo per comunicarLe il mio grandissimo
            stupore provato quando mi sono recata nella mattinata del 23 luglio
            2004 a
            Parigi nel Cimitero del Père Lachaise per fare visita e rendere
            omaggio al mio grande compaesano Giuseppe De Nittis, del quale quest’anno
            ricorre il 120° anniversario della morte, essendo egli deceduto
            a Parigi il 21 agosto 1884.
 Scorrendo da subito la mappa esposta all’ingresso con l’elenco
            di tombe più illustri, con mia grande sorpresa e conseguente
            sdegno non ho letto il nome del nostro grande concittadino Giuseppe
            De Nittis.
 Possibile che l’abbiano trasferito altrove? Mi sono domandata.
 Ho chiesto allora ad un Vigilante una copia dello stampato distribuito
            gratuitamente (“Plan du Cimitière du Père Lachaise”)
            edito dal Comune di Parigi (“Mairie de Paris”) e ne ho
            avuto una clamorosa conferma: Giuseppe De Nittis mancava all’appello!!
 Io e mio marito abbiamo chiesto a destra e a manca, e alla fine ci
            hanno detto di rivolgerci alla Direzione.
 Finalmente dal computer l’impiegata, dopo averci chiesto la data
            di nascita e di morte dell’artista, è riuscita a trovare
            il sito della tomba che non è facile rintracciare in quanto
            la stele era interamente coperta da una pianta sempreverde “aucuba
            japonica” che impediva persino la lettura del nome.
 Non riesco ad esprimere l’emozione da me provata in quel momento
            e, senza perdermi d’animo, mi sono trasformata in giardiniere,
            potando i rami più alti della pianta.
 Ora finalmente si può leggere nella sua interezza la storica
            epigrafe dettata da Dumas figlio “ICI GIT - LE PEINTRE JOSEPH
            DE NITTIS - MORTE A’ TRENTE HUIT ANS - EN PLEINE JEUNESSE - EN
            PLEINE AMOUR - EN PLEINE GLOIRE - COMME LES HEROS E LES DEMI - DIEUX”.
 Con fierezza e con orgoglio potevo finalmente vedere e far vedere
            anche agli altri visitatori, tra cui un giovane turista romano che
            ben conosceva
            De Nittis, la tomba del grande artista barlettano. Mi sembrava così di
            aver contribuito a farlo “risuscitare” dall’oblìo.
            Restano sempre profonde in me l’amarezza e la delusione provate
            per una tale assurda dimenticanza.
 E non è finita qui: andiamo per fare le nostre rimostranze nuovamente
            in Direzione, ed una impiegata, di discendenza italiana, ci spiega
            che nell’elenco si trovano soltanto le “sepultures parmi
            le plus demandées” e aggiunge che molti giovani italiani,
            (per nostra vergogna) chiedono di visitare la tomba di Jim Morrison
            (sulla quale consumano persino droga!), ma pochissimi chiedono di visitare
            altre tombe. Ci fa sapere, inoltre, che era a conoscenza del fatto
            che il Comune di Barletta avesse fatto richiesta di trasferimento della
            salma di De Nittis da Parigi a Barletta: cosa non realizzabile, secondo
            lei, perché si creerebbe un pericoloso precedente.
 Questa giustificazione ci è sembrata poco plausibile, in quanto
            sullo stesso elenco ufficiale c’è una postilla dove dice
            che “i corpi di Bellini e Rossini sono stati trasferiti in Italia”:
            e perché ciò non può avvenire per le spoglie di
            Giuseppe De Nittis?
 Mi sembra questa la soluzione migliore e la più auspicabile,
            dal momento che Parigi ormai l’ha dimenticato da morto, come
            già denunciò la stessa vedova Leontine De Nittis che
            donò le opere del suo consorte al Comune di Barletta.
 Adesso Barletta intera dovrebbe far sentire la sua protesta presso
            lo stesso Ministero degli Esteri e la nostra Ambasciata di Parigi!!
 Michelina Piazzolla (settembre 2004) << vai all'indice del canale |