Altro che volontà tradita!
Lèontine sarebbe entusiasta di questa rivincita!
Anche questa volta è scoppiata una
vivace polemica in merito
al prestito di alcuni quadri
del nostro grande pittore
De Nittis al Petit Palais
Musée des Beaux Arts di
Parigi. A guadagnarci sarebbero
i Francesi, a rimetterci…
B arletta! con l’aggravante
di aver creato un
clima di timor panico per la
paura di perdere addirittura
i quadri prestati.
Intanto, la
questione del testamento.
La volontà della signora
De Nittis manifestata
al Comune di Barletta è
espressa in due parti: nella
prima rivolge una preghiera
(priant), nella seconda
pone una espressa condizione
(condition expresse);
nella prima prega il Comune
di distribuire tutti i quadri
del marito ai musei italiani e stranieri (meno la Francia). Ecco
il punto: se la signora prega il Comune di distribuire (distribuer)
tutti i quadri del marito, ai musei italiani e stranieri, meno che alla
Francia, perché allora Vinella dimentica l’assunto principale (cioè
la distribuzione gratuita) e ne coglie solo l’invito a non consegnarli
ai Francesi? E a conferma che si tratta soltanto di un invito generico
(poteva mai la signora illudersi che il nostro Comune accettasse il
lascito per poi disperderlo nei cento musei italiani?) essa precisa:
salvo quanto il Comune giudicherà di fare in proposito (en gardant
ce que le Conseil Municipal jugerà à propos).
Ora, cerchiamo di interpretare l’intima volontà di madame
Lèontine, la quale non parla di prestare i quadri del marito, ma di distribuirli
(distribuer) nel senso di donarli ai diversi musei italiani e
stranieri, per la maggior gloria del loro compatriota, (pour le mieux
de la gloire de leur compatriote) eccetto la Francia. Questo vuol
dire che, mentre Lèontine prega il Comune di distribuire i quadri nei
musei italiani e stranieri, salvo sua diversa valutazione, diffida invece
lo stesso Comune, ponendogli, come espressa condizione (questa
sì drastica e perentoria), che nulla sarà mai venduto del lascito, a
cominciare dai quadri, a pena di nullità della donazione.
In sostanza lo stato d’animo della vedova De Nittis, maltrattata
dalla Francia e dai Francesi, che l’avevano dimenticata, e con lei il
suo illustre marito, era ispirato a un profondo risentimento, e il suo
animo era esacerbato da tanta ignobile indifferenza. Per questo ella
dona i quadri del marito al Comune di Barletta con una preghiera
(priant) e un obbligo (conditione express): la preghiera di distribuirli
in Italia e all’estero (meno la Francia) e l’obbligo di non venderli a
qualsiasi titolo.
Preghiera, quindi, e non obbligo. E preghiera di “donarli” agli
altri musei italiani e stranieri (meno la Francia). E allora ribadiamo
l’interrogativo: perché Vinella non pretende l’adempimento dell’invito
principale, cioè quello della distribuzione della collezione ai
musei italiani, mentre si sofferma solo sulla subordinata, cioè sul
divieto del trasferimento in Francia?
Ma aldilà della capziosa interpretazione letterale della volontà
della vedova De Nittis, una cosa mi par chiara, all’atto della donazione,
cioè il suo esacerbato risentimento per essere stata ignorata e
i quadri del marito sviliti dalla dimenticanza dalla Nazione ch’egli
aveva eletto a sua patria adottiva.
Mentre oggi, a distanza di quasi cent’anni, non vi è alcun dubbio
che Lèontine sarebbe fiera che i quadri del marito tornassero in
Francia, non alla chetichella, ma a Parigi, nel Petit Palais, nel tempio
dell’arte che conta! Sì, io sono profondamente convinto che OGGI
Lèontine sarebbe entusiasta di questa rivincita.
* * *
Se poi, prescindendo dal problema della volontà di Lèontine, ci
limitassimo a valutare l’opportunità di mandare i quadri di De Nittis
per mostre gratificatorie, (bene in Italia, cento volte meglio all’estero),
non c’è alcun dubbio, per dirla con la generalità dei critici d’arte,
che il nostro De Nittis sia cresciuto solo da quando abbiamo cominciato
ad esportarlo in qualificate mostre cosmopolite, perché solo
da allora le sue quotazioni hanno cominciato a lievitare vertiginosamente.
Ma questo è un altro discorso che approfondiremo a parte.
Quanto poi alla pessimistica previsione che dalla esposizione
parigina se ne avvantaggerebbero solo i Francesi, mi pare gratuita
e peregrina. Dipenderà infatti solo da noi saper utilizzare questa opportunità,
realizzando del materiale pubblicitario che incuriosisca i
parigini perché restituiscano la visita a Barletta.
Renato Russo (Settembre2010)
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