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IO E DE NITTIS
«Quand deux chemins se croisent à Paris»

Da quando sono arrivata qui a Paris, ormai quasi due anni fa, ho avuto molte volte l’impressione, forse anche troppo pretenziosa, di essere un po’ sui passi del nostro De Nittis, di sentirmi più vicina a lui e alla sua storia, attraverso i segni e tutto quello che la sua vita e la sua arte hanno lasciato qui dopo di lui.
Dalla visita alla sua tomba, al bell’incontro con Monsieur Gilles Chazal, che curerà la sua esposizione monografica qui al Petit Palais tra due anni, passando per il mio breve soggiorno nelle grigie e ovattate atmosfere londinesi, da quando questo mio viaggio è cominciato, sempre di più le coincidenze, i segni, gli eventi, mi hanno avvicinato a “Peppino”, come ormai vorrei permettermi di chiamarlo.
Eh sì, perché alla fine, i nostri destini si sono indiscutibilmente e inequivocabilmente incrociati questo gennaio, quando un trasloco, per ragioni varie, mi ha portato a trasferirmi a vivere in un appartamento in Rue de la Tour d’Auvergne, nel IX arrondissement di Paris, tra Rue de Martyrs e Rue de Rochechouart.
Non potevo credere alle mie orecchie, quando durante una conferenza lo scorso marzo, nella sala rossa del Castello,  per la presentazione dell’ultimo libro su De Nittis, il mio direttore, Renato Russo, ha reso noto, che negli anni tra il suo primo arrivo a Paris nel 1867 e il suo trasferimento a Rue Viète nel 1880, pare che il pittore barlettano, abbia avuto il suo atelier de peintre artiste, come si dice qui, proprio nella stessa rue de la Tour d’Auvergne, dove abito io adesso! Ho trovato ciò, oltre che incredibile, ma per fortuna vero, molto affascinante.
Ancora una volta il destino faceva incrociare le nostre “strade”, è proprio il caso di dirlo!
Così ho voluto saperne di più, e mi sono messa alla ricerca, qui agli Archives de Paris, di informazioni più dettagliate in merito, con l’intento di scoprire magari anche il numero civico, con la segreta speranza, che potesse corrispondere col mio.
Putroppo le mie ricerche non hanno dato i risultati sperati, in quanto a causa di una lacuna dal 1876 in poi, nei registri catastali dei locatari degli immobili di Paris, non ho trovato nulla che potesse ricondurmi al posto esatto dove questo atelier aveva sede.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere, come si dice, infatti, se da un lato, posso conservare l’illusione, in mancanza di smentita ufficiale, che magari De Nittis dipingesse proprio nelle stesse stanze, dove io scrivo i miei articoli su di lui, dall’altro ho scoperto che il suo spirito artistico non era capitato in questa via per caso.
Notoriamente Montmartre, è sempre stato il quartier des artistes qui a Paris, importante punto di ritrovo per artisti e intellettuali, famoso per la sua vivacità nella vita notturna e sempre in continua espansione: modelle, ballerine e pittori come Renoir, Monet, Cézanne, Degas, Van Gogh, frequentavano i suoi bistrot, in un clima di creatività, vita libera e fuori dalle regole.
Tutt’oggi, queste stesse vie, sono ancora animate da artisti di ogni genere che beneficiando dell’atmosfera creativa e avvolgente, che questi grandi hanno lasciato prima di loro, catturano l’attenzione di turisti e non.
Durante le mie ricerche ho scoperto che in questa via, in un secolo così vivo e prolifico come è stato l’800, hanno vissuto molte personalità artistiche di non trascurabile rilievo. Solo per citare alcuni dei nomi più altisonanti, al numero 15 c’era un altro atelier dell’artista scultore francese A.E. Carrier Belleuse (1824-1887), spesso frequentato dal più noto scultore Auguste Rodin, al 26 invece, nasceva nel lontano 1838 (come testimoniato dalla targa tutt’ora esistente sul palazzo),  George Bizet, il celebre compositore della Carmen. Ma la scoperta più sorprendente che ho fatto riguarda il num. 37, corrispondente all’odierno 39, dove, tra il 1849 e il 1851, aveva vissuto uno dei più grandi rappresentanti della letteratura francese, l’autore del famoso “Notre Dame de Paris”, Victor Hugo. Nulla di eccezionale fino a questo punto, se non fosse che pare che la sua casa, situata al primo piano di questo immobile, tra la corte e il giardino, corrispondesse esattamente alla mia attuale dimora.
Insomma pare che sia io che De Nittis, siamo in buona compagnia!

Ilaria Ricco (maggio 2008)

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