RICORDO DI CANNE FRA NOSTAGLIA DEL PASSATO E PROBLEMI
ATTUALI
Ricordi di un ragazzo sulla collina di Canne
Quando
ero ragazzo molto spesso, accompagnandomi a mio padre Oronzo, salivo
sulla collina di Canne al seguito di illustri maestri e qualificati
concittadini ed ascoltavo le risposte date a quanti proponevano
quesiti di varia natura, tutti interessanti il luogo, il tempo, il
numero
dei combattenti dell’uno e dell’altro schieramento, la
manovra a tenaglia se voluta o semplicemente accaduta e sfruttata,
come queste masse erano disposte in campo, sulla riva destra o sinistra
dell’Ofanto, se l’alveo del fiume fosse quello attuale,
la morte dei consoli romani, la fuga dei sopravvissuti verso Canosa,
la mancanza di reperti che conducessero alla localizzazione certa
della battaglia, le pretese di studiosi di allocare in altri siti
la battaglia, le mitiche colline che fanno corona al paesaggio, le
imboscate dei Cartaginesi, la cavalleria numida e quant’altro
fosse collegato al sito e al suo fascino.
Il fascino di Canne è sempre
legato alla grande battaglia
Sono quindi d’accordo con Davide Lamacchia quando, sul Fieramosca
di ottobre, lancia l’avvertimento che i turisti che vengono
a Canne sono soprattutto attirati dai luoghi della battaglia, sulla
quale chiedono insistentemente notizie, cominciando dal luogo del
suo svolgimento. E solo sussidiariamente sono attratti dal sito archeologico
e dall’Antiquarium che contiene i reperti dell’antica
cittadella.
Perché proponemmo la nascita
dell’Authority di Canne
E noi della Società di Storia Patria, che questo aspetto della
vera attrattiva di Canne conoscevamo bene, a fronte della diversità di
opinioni, su questo tema controverso, qualche anno fa tentammo di
trovare una soluzione all’atavico contrasto fra quanti sono
fautori del sito archeologico e quanti invece lo erano della sua
annibalicità. Noi tentammo allora di armonizzare questi due
interessi solo apparentemente concorrenti fra di loro e proponemmo
al Comune di Barletta, di dar vita ad un Comitato pro Canne e poiché con
questo nome ce n’era già uno, preferimmo la costituzione
di una Authority di cui facessero parte le associazioni che con noi
condividevano la necessità di un rilancio della Cittadella
e l’armoniosa intesa fra i due siti, quello archeologico e
quello annibalico.
Il sindaco accettò la nostra proposta e in un incontro col
vice sindaco Sandro Attolico indicò Renato Russo, vivace animatore
di questi incontri e prolifico scrittore di storia cannese. Ma il
Russo declinò l’offerta e anzi lui stesso suggerì,
e noi accogliemmo la sua indicazione, il nome del prof. Pietro Cianci
in quanto - a suo dire - riuniva in se due elementi essenziali della
figura del presidente del nuovo organismo, cioè lui medesimo
era appassionato cultore del sito cannese, ed era nello stesso tempo
consigliere comunale, così avrebbe svolto un ruolo di raccordo
tra le nostre associazioni e il Comune.
Presidente di se stesso
Ahimè, però, da subito non ci fu sintonia, perché il
professore intese che quell’incarico non fosse di coordinamento
fra le nostre associazioni che lo avevano designato, ma autonomo
e personale, così finì per diventare il presidente … di
se stesso. Infatti non convocò mai nessuno, ma decise di proporre
per conto suo le iniziative che più gli tornavano congeniali.
E sì che la sede dell’Authority era quella della Società di
Storia Patria, ma non ci fu niente da fare, perché il presidente
si allontanò sempre di più dalla prospettiva di una
armoniosa collaborazione fra queste associazioni, il Comune, il Comitato
pro Canne (che ci pareva andasse un po’ troppo per conto suo)
e la Sovrintendenza di Taranto, organismi che fino ad allora avevano
agito autonomamente, senza una comune strategia.
Purtroppo il danno provocato dal Cianci fu incalcolabile perché cancellò di
colpo almeno due intensi anni di lavoro. Scoraggiati da queste amarezze,
anche dopo l’uscita di scena del presidente (conseguenza della
sua mancata rielezione a consigliere) noi ci ritirammo dall’impresa,
ma l’organismo restò e il testimone passò ad
un altro presidente (Franco Caputo) e poi ad un altro ancora (Michele
Dicorato, quello attuale), ognuno interpretando il ruolo a modo suo,
senza tuttavia cogliere il motivo fondante della istituzione di quella
presidenza, che se da un lato era quello di dar vita ad un organismo
che mettesse attorno ad un tavolo le diverse realtà associative
ed istituzionali, dall’altro mirava al rilancio di Canne della
Battaglia.
Scriviamo queste cose perché nell’approssimarsi - ci
pare - di un rinnovo, a tempi brevi, del Consiglio Comunale della
Città, vorremmo fin da adesso sottoporre a chi di dovere le
autentiche finalità di un organismo che, nato sotto i migliori
auspici, si è purtroppo perso per strada. E ci piacerebbe
che quella strada - meglio tardi che mai - fosse ritrovata.
Pasquale
Pedico (dicembre 2005)
Presidente per la Società di Storia Patria
per la Puglia
- Sezione di Barletta -