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Canne la nostra Waterloo? MagarI!

Canne e Waterloo sono sinonimi di disfatta militare, tutte e due hanno un Antiquarium, eppure a Canne un biglietto costa 2 euro, a Waterloo 17; da noi ci vanno pochi turisti, là c’è sempre folla. La differenza? Lì ci credono, noi no. anche a waterloo non ci sono più tracce d’armi, eppure là non sono scettici sui luoghi della battaglia. intanTo a trieste - ultim’ora - a furor di popolo hanno riaperto la mostra sul celebre sconro

Quest’estate sono stato a Waterloo. Per accedere ai luoghi della battaglia ho dovuto sborsare ben 17 euro, una bella cifra. Le guide ci hanno portato, dopo una breve passeggiata, dentro un grande recinto al centro del quale s’ergeva una collina. E sulla sommità, alla quale si accedeva con una ripida scala, un leone simboleggiante la vittoria, al centro di un terrazzo balaustrato a cielo aperto, da dove la guida ci illustrava, tutt’attorno, i luoghi della battaglia. Ma quale delusione! A parte qualche cespuglio, era infatti una vasta estensione di prato, un po’ verde un po’ acciottolato, uniforme e senza rilievi collinari. La guida, dal canto suo, faceva del suo meglio per illustrarci la durata del combattimento (otto ore), il numero dei morti (48.000 soldati), i comandanti in capo (Napoleone e il maresciallo Ney da una parte, il duca di Wellington e von Blucher dall’altra), i luoghi dello scontro (la fattoria di Quatre bras, Ligny, Waterloo) e la dinamica delle fasi della battaglia.
Un po’ delusi e infreddoliti da un fastidioso venticello che spirava in cima alla collina, siamo stati accompagnati all’Antiquarium, dove, con nostra grande sorpresa, non c’erano cimeli preistorici o medievali (eppure là, mi hanno assicurato, c’era un tempo un sito medievale), ma due grandi ambienti: nel primo si assisteva ad un film proiettato lungo le pareti circolari, spezzoni di film girati sulla battaglia, a colori o in bianco-nero, con sottofondo musicale; un luogo certo di grande suggestione e potenza evocativa, una ricostruzione virtuale dello scontro. Nel secondo ambiente c’era un plastico della battaglia, alcune cartine al muro e numerosi souvenirs.
Mi dicono che nel corso dell’anno ci sia sempre un grande afflusso di turisti e che gli utili sono veramente sostanziosi: una parte va alla Sovrintendenza ed un’altra parte al Comune di Waterloo.


Il pensiero è allora corso alla nostra Canne

Anche da noi c’è una vasta estensione dove si presume sia avvenuta la parte iniziale della famosa battaglia, che si può ammirare dall’alto di una collina, e di un cippo, ma da noi quale magnifica visione tutt’attorno! In particolare le vallette infracollinari dove si consumò l’ultima fase dello scontro, fra le colline di Canne, Canne Fontanella, S. Mercurio e Pezza La Forbice.
Ogni tanto a Canne ci ritorno e mi fermo. Di solito c’è un mortorio che non vi dico, mentre molti anni fa ricordo le file dei pullmann, dei tanti turisti (soprattutto ragazzini delle nostre scuole, ma anche militari e gruppi organizzati). Oggi? All’interno solo reperti del villaggio daunio-apulo e di quello medievale, mentre solo in fondo alla seconda sala,  appesa al muro, c’è una cartina che riproduce una improbabile battaglia di Canne (è sbagliata e tuttavia continuano a tenerla con grande indignato stupore di quei pochi studiosi che ce l’hanno criticata tante volte, ma inutilmente).
Vi chiederete perché un tempo a Canne ci andavano decine di migliaia di turisti all’anno? Ma perché Canne era inserita nel circuito delle escursioni scolastiche come “luogo della famosa battaglia”. Oggi che prevale invece la valorizzazione dei reperti medievali, la visita è stata cancellata dai circuiti didattici come da quelli militari.
E mentre mi accingo a consegnare al “Fieramosca” il mio articolo, leggo sulla Gazzetta del Mezzogiorno che a Trieste, dove qualche mese fa hanno realizzato una mostra sulla battaglia (20.000 visitatori in poche settimane), per le insistenti richieste di molti altri turisti, hanno rilanciato l’iniziativa ancora per un mese. Vuoi vedere - mi son detto - che per ammirare il plastico della battaglia devo fare 1000 chilometri e andare a Trieste? E poi Lino Patruno esclama (Gazzetta del Mezzogiorno del 4 novembre): Siamo seduti su una miniera e facciamo finta di non saperlo!

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Mentr’ero in macchina e tornavo da Waterloo, tutto preso da questa bellissima scoperta, m’immaginavo che avrei conquistato alla mia proposta di rivalorizzazione del sito cannense chissà quanta gente. E ne ho parlato con uno, dieci, cento barlettani, anche persone colte, anche amministratori… Ma non è successo nulla. M’hanno guardato come fossi un marziano.
L’altro giorno c’è stato un convegno al Castello, su Beni culturali e possibilità di crescita di sviluppo della città attraverso un ritorno culturale turistico delle nostre potenzialità. Naturalmente non ci sono andato…

Ernesto Chiandetti (novembre 2007)

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