Ancora un libro sulla battaglia di Canne
Un libro di Mark Healy per i tipi della BBA Italia. In bibliografia
- sulla battaglia - l’unico testo citato, quello di R. Russo
È andato in libreria, in questi giorni, ancora
un libro sulla Battaglia di Canne,
il quarto in quattro anni.
Che dire. Se per un verso siamo
orgogliosi, per altro verso
restiamo delusi dalla scarsa
attenzione riservata da tutti gli
enti pubblici preposti alla sua valorizzazione.
Il libro, dello storico Mark
Healy, è inserito in una collana
di quaranta volumi stampati
in circa 60 mila esemplari ad
uscita, collana intitolata Roma
e Grecia: le battaglie, gli eserciti,
i condottieri. E quello che
colpisce particolarmente è che
all’interno del coupon illustrativo
sia riprodotto, su due pagine,
lo schema della battaglia e
la cartina topografica del luogo
del suo svolgimento.
Il testo, intitolato Canne, il
capolavoro di Annibale, di 96
pagine, riccamente illustrato,
(90 immagini con cinque cartine
geografiche a colori e tre
gigantografie della battaglia)
ricostruisce non solo le fasi salienti
del suo scontro, ma il più
generale contesto nell’ambito
del quale il grande condottiero si muove, specialmente i suoi lunghi dieci anni trascorsi in Puglia.
Il libro si articola in otto capitoli più la cronologia, la bibliografia
e la condizione attuale del sito, nonché i modi per arrivarci.
Sfogliando la pagina dedicata alla bibliografia, abbiamo rilevato
come l’autore più citato sia Giovanni Brizzi per i suoi numerosi libri
su Annibale (ben quattro: Annibale strategia e immagine, Perugia
1984; Annibale, RAI-ERI, Roma 2000; Annibale come un’autobiografia, Milano 2003; Scipione e Annibale. La guerra per salvare
Roma, Bari 2007).
Numerosi poi gli autori citati per aspetti generali sulla guerra
punica, mentre abbiamo rilevato con piacere che sulla battaglia,
l’unico autore citato sia Renato Russo col suo testo La battaglia di
Canne, Barletta 1999.
A conferma che l’autore inglese vi abbia attinto tanta parte della
ricostruzione della battaglia, sono le tavole descrittive-ricostruttive
dello scontro e le stesse cifre assai particolari riportate - sul retro di
copertina - e che riguardano i dati relativi non solo alla consistenza
degli eserciti schierati, ma soprattutto quelli, più specifici e particolari,
relativi alla perdita dei fanti (47.500), dei cavalieri (2.700) e dei
prigionieri (19.300) che nessun altro testo finora aveva riprodotto
con questa precisione.
(Febbraio 2010)
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