Canne della Battaglia: un grande patrimonio
storico-culturale-turistico da valorizzare
il patrimonio storico-culturale-ambientale
di Barletta è immenso. Oggi
si va facendo sempre maggiormente strada
la consapevolezza che la cultura è una componente
importante nel processo di sviluppo
di una comunità. Voglio cioè dire che i
fattori culturali hanno ormai un ruolo essenziale
anche nella performance economica e
pertanto si fa sempre più stretto il legame
tra cultura e sviluppo economico.
Tant’è che le strutture culturali, in numerose
città italiane ed europee, fungono
da simbolo o da attrazione significativa per
importanti investimenti e per consistenti
correnti turistiche.
Penso per esempio alla funzione di simbolo
e quindi di attrazione che a Barletta
può esercitare la collezione De Nittis, l’incomparabile
contesto storico-architettonico
Castello Svevo, Cattedrale e Centro storico.
Ma voglio riferirmi soprattutto a Canne della
Battaglia.
Nella scorsa estate ho fatto un viaggio
in Normandia e mi sono fermato a Baieux,
un piccolo centro di 16mila abitanti, collocato
lungo quegli 80 chilometri di costa che
nel giugno del 1944 registrarono lo sbarco
degli eserciti alleati contro le truppe di Hitler.
Ebbene, dopo una coda di circa mezz’ora
sotto una sottile pioggia, sono riuscito a visitare
il museo eretto per ricordare appunto
lo sbarco in Normandia: un decina di piccoli
locali con la rappresentazione plastica
dello sbarco, una saletta per la proiezione
di un documentario, salette con camionette
militari con a bordo manichini di soldati in
divisa, qualche carrarmato, i resti di un aereo
e l’immancabile negozio per la vendita
dei souvenir.
Il luogo indubbiamente richiama uno
degli episodi più importanti della seconda
guerra mondiale. Però, mentre visitavo quel
museo la mia mente era altrove. era a Canne
della Battaglia e pensavo alla carica fortissima
di suggestione che ancora oggi quella
pagina di storia e quei luoghi suscitano in
chiunque abbia un minimo di sensibilità per
la nostra vicenda passata.
Ho visitato Canne qualche mese dopo,
facendomi cicerone per un gruppo di amici
di un’associazione, l’associazione degli
amici Campani.
Grande apprezzamento per il panorama,
grande meraviglia per il complesso di testimonianze
che abbracciano un periodo storico
tanto ampio quanto unico; notevoli perplessità
per la povertà nel cosiddetto antiquarium
di informazioni sull’epico scontro del 216
avanti Cristo, della strategia vittoriosa di Annibale,
dell’eroico comportamento dei soldati
Romani, insomma per tutta la ricchezza
di particolari e suggestioni di quell’avvenimento
che ancora oggi appassiona studiosi e
docenti di arte e accademie militari.
Certo può destare qualche curiosità lo
scheletrino di un gatto medievale, in buona
vista come si trattasse di un dinosauro, ma
la Battaglia di Canne è altra cosa.
Apprendo dai giornali della presenza
in quel territorio, a poca distanza dall’area
archeologica di una discarica abusiva di
materiale edilizio. La gazzetta dell’altro
ieri registrava la posizione di un consigliere
regionale del Pdl, fortemente critica nei
confronti dell’amministrazione comunale
in relazione a un fi nanziamento di 750mila
euro destinati appunto a Canne della Battaglia
e che l’amministrazione comunale ha
avuto l’abilità di farsi sfuggire dalle mani.
Ma non voglio fare polemiche e né buttarla
sul fronte politico. Registro un fatto di
cronaca e mi fermo qui.
Però mi chiedo, signor Sindaco, se non
sia il caso di mettere mano a uno studio
complessivo del territorio di Canne per cercare,
insieme con le altre istituzioni chiamate
in causa, locali e nazionali, per un progetto
serio di valorizzazione del territorio e
della Battaglia di Canne.
Perché io ritengo, carissimi amici, che
non è sufficiente il monumento in sé, il bene
culturale in sé, occorre un ambiente stimolante
che abbia la capacità di attrarre, di
mettere in movimento tutti i fattori culturali.
Occorre, in definitiva, una politica per la
cultura, occorre pensare alla cultura come
qualcosa di vivo e dinamico; occorre andare
al di là delle politiche episodiche.
il pellegrinaggio che vi si compie ogni
2 agosto per celebrare l’anniversario dello
scontro è poca cosa, per certi aspetti appartiene
al folclore.
La storia e l’economia che quella storia è in grado di movimentare sono altra cosa.
E noi a questo dobbiamo pensare: al rispetto
della storia con la S maiuscola e al
potenziale di sviluppo che quella storia, ben
raccontata nelle sue testimonianze sul territorio,
può riversare sull’economia turistica
del territorio.
Michele Cristallo
(gennaio 2011)
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