
E gli italiani?
Al tempo del conflitto franco-ispanico non esisteva un nostro
esercito regolare, perché l'Italia, al contrario della Francia
e della Spagna, non era ancora una nazione, ma era divisa
in tanti stati e staterelli, per cui c'erano solo dei soldati
di ventura che combattevano, o per i Francesi o per gli
Spagnoli, a seconda della convenienza dell'ingaggio. Erano
insomma dei mercenari che, durante quella guerra, scelsero
di schierarsi a fianco degli Spagnoli.
Ora accadde che, durante un banchetto, nella cantina del
nobile spagnolo Diego de Mendoza (oggi più nota come Cantina
della Sfida), alcuni soldati francesi, che erano stati fatti
prigionieri, annebbiati dai fumi dell'alcool, rimbrottassero
quelli italiani, apostrofandoli come vigliacchi, e anzi,
sfidandoli persino a duello, com'era consuetudine a quell'epoca,
convinti che quei codardi non avrebbero accettato l'insolente
provocazione.
Era un'offesa troppo grave anche per tempi come quelli
dominati dalla paga più alta, così la sfida non cadde nel
vuoto e i nobili cugini romani Fabrizio e Prospero Colonna,
luogotenenti di Consalvo da Cordova, selezionarono tredici
campioni fra le schiere italiane, scegliendoli fra nomi
appartenenti a regioni diverse, cominciando dal più nobile
e valoroso fra di loro, Ettore Fieramosca da Capua. Aderirono
essi con animo fiero e sdegnoso di ogni ricompensa, campioni
provenienti fra le più rappresentative regioni italiane:
Lombardia, Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia. E
questo è il motivo per il quale si afferma - non senza ragione
- che quell'episodio vittorioso rappresentò, dopo tanti
secoli bui, la prima sia pur fioca luce di un ritrovato
spirito nazionale.
E sarà questo il motivo che - tre secoli dopo - indurrà
lo scrittore piemontese Massimo D'Azeglio a riscoprire la
celebre sfida proprio ai tempi del nostro Risorgimento,
quandoipiù grande fu lo sforzo di unificare, in una sola
nazione, un paese fino allora diviso.
Il certame, che quest'anno viene degnamente celebrato,
intende rinverdire quel ricordo accendendo le luci su una
sfida che, nata da una contesa scoppiata in una sordida
cantina, fra soldatacci di ventura, finì invece col diventare
- suo malgrado - l'episodio più rappresentativo di una ritrovata
italianità.
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