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Provincia BAT, il problema degli uffici

L'elemento costitutivo della Provincia di Barletta-Andria-Trani è stato certamente il principio della policentricità amministrativa e funzionale. Principi contenuti sia nella legge istitutiva che nello Statuto della Provincia stessa. La sopravvenuta “Legge Delrio”, che aveva l’obiettivo di ridefinire le funzioni istituzionali dell’Ente, prodromica ad una eliminazione che doveva essere “ratificata” dal Referendum Costituzionale del 4 Dicembre scorso, bocciato sonoramente dagli italiani, pone a tutt’oggi una serie di interrogativi sul ruolo istituzionale delle stesse e sulle ricadute economiche in termini di tenuta degli equilibri finanziari e patrimoniali.
Quanto al profilo istituzionale, l’attuale assetto elettivo determinato dalle elezioni tenutesi ad ottobre 2016, con
un Consiglio formato dai soli Sindaci, non può essere più sostenuto.
Questa soluzione di natura “tecnica”, nata come transitoria in vista della scadenza referendaria, visti gli esiti dello stesso, dovrebbe lasciare il passo, nel più breve tempo possibile, ad una corretta evoluzione in senso politico degli assetti istituzionali, con il pieno ed attivo coinvolgimento di tutti i consiglieri comunali del territorio, dei partiti e movimenti civici, profondamente mortificati nel corso dell’ultima elezione secondaria senza alcun coinvolgimento nella fase decisionale. È ora che la politica si riappropri finalmente degli spazi naturali che le appartengono, affinché riviva quella vocazione policentrica e pluralistica decisiva per le sorti dell’Ente.
Una riflessione va effettuata non soltanto sul versante prettamente istituzionale ma anche su quello strettamente amministrativo, alla luce dei continui e drastici tagli occorsi in questi anni e su cui il Governo dovrà inevitabilmente intervenire nelle prossime settimane.
Per ciò che concerne la provincia di Barletta-Andria-Trani, la diminuizione delle risorse disponibili ha già comportato, tra i numerosi tagli alla spesa corrente, la disdetta dei fitti passivi relativi alla sede di Trani, con il consequenziale trasferimento dei dipendenti nella sede principale dell’ITA di Andria.
Tuttavia, è noto che la sede legale della Provincia sita nell’Istituto Agrario (di proprietà provinciale), a seguito di lesioni strutturali, è stata dichiarata inagibile e che l’inizio dei lavori per la sua messa in sicurezza sta subendo un rallentamento a causa di un ricorso pendente dinanzi all’autorità giudiziaria amministrativa. Nel momento in cui ci sarà l’avvio dei lavori, presumibilmente a breve, dove si trasferiranno gli uffici della Provincia? Non voglio neanche minimamente pensare ad un “colpo di mano” del Presidente andriese della Provincia, finalizzato a trasferire gli uffici ed i servizi presenti nella sede di piazza San Pio X, all’interno dei capannoni che oggi provvisoriamente ospitano alcune aule del Liceo Scientifico “R. Nuzzi” e del Colasanto di Andria.
La capacità ricettiva di questi capannoni, i cui ambienti sono vuoti al 70%, è parecchio precaria a causa del riscontrabile degrado degli stessi, con l’aggiunta della circostanza che è imminente la consegna sia del nuovo plesso del Liceo Scientifico per l’anno scolastico 2017-2018 che delle nuove aule ristrutturate del “Colasanto” e, pertanto, verrebbe meno un oneroso fitto passivo.
Potenzialmente l’adeguamento strutturale di questi capannoni, di proprietà privata, graverebbe di per sè non poco sulle già esangui casse dell’Ente.
Questa serie di eventi potrebbero rappresentare, invece, sempre nelle more dei lavori presso la sede legale dell’ITA, l’occasione per individuare immobili pubblici in grado di ospitare gratuitamente gli uffici provinciali e rispettare quel principio di policentricità abbastanza infiacchito oggi. La città di Barletta, che ospita uffici in piazza Plebiscito (Genio Civile, Ambiente ed Ufficio Tecnico), può rinnovare con forza la proposta di ospitare alcuni dei summenzionati uffici in locali nella propria disponibilità patrimoniale. Sappiamo che il Sindaco Cascella, che è anche consigliere provinciale, da tempo ha messo sul tavolo la palazzina insistente all’interno dell’Orto Botanico, benché palesemente insufficiente per ospitare il tutto.
Da non scartare e prendere seriamente in considerazione vi è la concreta ipotesi di Palazzo San Domenico che lo stesso Cascella si ostina a non prendere in considerazione, seppure sarebbe idoneo per una soluzione decorosa.
Auspichiamo che il Sindaco ritorni a valutare seriamente la fattibilità di questa proposta. Non vorremmo, invece, che sia messa a repentaglio anche la presenza degli uffici ancora oggi presenti in piazza Plebiscito, che rappresenterebbe un colpo mortale per il ruolo politicoistituzionale della stessa città di Barletta.
Il Sindaco Cascella avanzi questa proposta ufficiale nelle opportuni sedi, nel frattempo noi monitoreremo attentamente l’evolversi di queste vicende, con l’auspicio che il tutto si svolga all’insegna della trasparenza, efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, affinché quei principi che sono stati alla base dell’istituzione dell’Ente non vengano sacrificati sull’altare di salvaguardia di rendite di posizione personali utili al mantenimento di equilibri politici diversamente molto precari.

Luigi Antonucci
Direzione Italia, già Vice Presidente Provincia
(marzo 2017)

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