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ROTAS, ALLEATO PREZIOSO PER LA CRESCITA DEL TERRITORIO

Mi ha molto impressionato apprendere da una nota dell’amico Ugo Villani (Gazzetta del 20 ottobre) che su Corso Garibaldi a Barletta, sopravvive una sola libreria (un tempo ve n’erano quattro). È la conferma, l’ennesima (che tristezza!) di un fenomeno incalzante che colpisce il mondo dell’editoria: si legge poco, sempre meno, sia giornali, sia libri. Con un tributo crescente all’ignoranza.
L’interesse per la lettura è in caduta libera. Recenti sondaggi dicono che il 62 per cento degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno. Un vero e proprio dramma, ancora più preoccupante se consideriamo che in questa scandalosa percentuale la fetta maggiore è dei giovani che sacrificano il loro tempo libero sull’altare dell’iPad o dell’iPhone, o, nel migliore dei casi, leggendo qualche pagina sullo schermo dello smartphone. Il libro, come scrive in una spietata analisi Luca Sofri, “non è più l’elemento centrale della costruzione della cultura contemporanea. La rete ha accelerato la nostra disabitudine alla lettura lunga”. E ha ragione Ugo Villani quando scrive che “esistono molte forme di cultura ma una sola di ignoranza: non sapere e non capire nulla”.
Villani scrive a proposito della casa editrice Rotas di Barletta che quest’anno compie 30 anni di attività, ma sulla quale penderebbe la minaccia di chiusura a causa di una temporanea difficoltà finanziaria ma non di commesse. Io non so se questo potrà accadere, sono però consapevole che, alla luce di quanto quella realtà editoriale ha fatto in questi decenni per la promozione e la diffusione dell’immagine storica, artistica, monumentale di Barletta e di gran parte della Puglia, se tanto dovesse verificarsi, sarebbe una vera sciagura per un territorio che, di colpo, si troverebbe orfano di uno strumento prezioso di crescita, non soltanto culturale e di un altrettanto significativo presidio di democrazia.
Io non credo e spero di non sbagliarmi, che Barletta possa essere capace di tale delitto. Né credo, come è stato ventilato da qualche parte, all’indifferenza delle istituzioni, a cominciare dalla Amministrazione comunale di Barletta, guidata da un Sindaco, Pasquale Cascella, giornalista di lungo corso, sensibile ai problemi di tal genere e geloso custode dell’immagine storico-culturale della città come del resto dimostrano recenti iniziative tra le quali la prestigiosa mostra “Annibale. Un viaggio” che tanti autorevoli consensi registra non solo tra gli addetti ai lavori, ma soprattutto tra un pubblico sempre più vasto. Arricchita dall’arrivo dalla Tunisia, dal Museo Bardo, della corazza del grande condottiero vincitore su Roma nel 216 a.C.
Barletta, ho avuto modo di scrivere più volte, deve molto all’Editrice Rotas e alla sua équipe per l’opera di divulgazione che svolge da anni nell’ambito di spazi culturali che vanno oltre i confini locali e spesso regionali con pubblicazioni che consentono una rilettura organica e aggiornata della millenaria vicenda storica della città fino a tutto il Novecento. La Disfida, la Battaglia di Canne, Federico II, i Normanni in Puglia, i Templari, Giuseppe De Nittis, i Palazzi storici, il ricco complesso monumentale, i personaggi che hanno scritto la Storia delle nostre contrade, nel racconto di decine e decine di libri della Rotas, in gran parte firmati dal suo fondatore Renato Russo, sono entrati, potremmo dire, nella nostra quotidianità. Ecco cosa scrive Pasquale Corsi, ordinario di Storia Medievale nell’Università di Bari a proposito del libro “Le cento chiese di Barletta”: «Si tratta di un’opera complessa e molto articolata, che fornisce una grande quantità di materiale documentario e bibliografico che propone una serie di fecondi stimoli culturali». Lo stesso emerito studioso a proposito di spunti di indagine e piste da approfondire nella storia di Barletta mette in guardia dal rischio di «non riuscire a dipanare, con adeguate certezze, l’aggrovigliata matassa delle testimonianze disponibili».È il caso del libro “I Templari a Barletta”. «Renato Russo - scrive Corsi - ha tuttavia la capacità, come ha dimostrato in tante occasioni, di saper risolvere con acume e rigore critico i punti controversi di ogni specifica indagine, spesso resi ancora più spinosi dalla concorrente e contrastante influenza di interpretazioni precedenti, soprattutto se queste sono state accreditate nel tempo e divenute quasi una vulgata. Nel caso di questo libro il tema da trattare presenta appunto insidie ad ogni passo.
Russo è riuscito a riordinare ed a proporre un quadro esemplare dell’intera questione. Sono pertanto certo che la sua opera costituirà non solo un ulteriore contributo alla storia cittadina, ma sarà di stimolo a procedere con impegno sulla via della chiarificazione critica di un tema tra i più emblematici della storia medievale». (Pasquale Corsi, Itinerari di ricerca. Esperienze e problemi di storia del Medioevo, Levante Editori-Bari).
Siamo, come si vede di fronte a lavori di eccellente valenza scientifica e a qualificati contributi alla storia cittadina e del vasto territorio al quale la Rotas si rivolge, facendo, del legame con il territorio, uno dei punti di forza corroborata da testate giornalistiche quale, ad esempio, il mensile “Il Fieramosca” che in oltre quarant’anni, rappresenta un consolidato riferimento culturale e di informazione per l’intero territorio del Nord Barese e contribuisce efficacemente alla circolazione delle idee, dei valori dell’arte e della partecipazione democratica».
La Rotas è presente sul territorio certamente con grande sacrificio, considerato il momento di grande crisi delle aziende editoriali, ma stringe i denti nella consapevolezza che ammainare la bandiera, significherebbe abdicare ad una missione che tanti anni fa ha dato corpo al sogno di rendere un servizio indispensabile per la crescita civile e culturale della nostra gente.
È opportuno considerare che oggi i fattori culturali hanno un ruolo essenziale anche nella performance economica di un territorio, per cui si fa sempre più stretto il legame tra cultura e sviluppo economico. Penso, per esempio, alla funzione di simbolo e quindi di attrazione che per Barletta può esercitare la Collezione De Nittis e tutte le manifestazioni ospitate nel prestigioso Palazzo Della Marra, o l’incomparabile binomio storico-architettonico Castello Svevo-Cattedrale, oppure la suggestione dell’epica Battaglia di Canne e della Disfida.
Ebbene la Casa Editrice Rotas con le sue pubblicazioni stimola l’analisi di queste tematiche, in chiave celebrativa ma anche di investimento, coltivando non solo l’obiettivo di far meglio conoscere la città e il territorio nel loro complesso storico-culturale, ma anche di accrescere il potenziale di attrazione da tradurre in visibilità turistica e quindi risorsa economica.
In questo si pone come prezioso alleato dell’Amministrazione comunale. Ecco perché sono convinto che la Municipalità non può che guardare con attenzione a questa realtà e non mancherà di intervenire quando sarà chiamata a dare una mano.

di Michele Cristallo
(novembre 2016)

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