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Quando la storia la scrivono i vincitori
IL SUD DEPREDATO DAI PIEMONTESI

Presentazione, nella sala rossa del Castello, dell’ultimo libro di Michele Cristallo, In nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele II. Il sud scippato dal Piemonte e altre storie.
A introdurre l’autore, Renato Russo, vecchio amico di Cristallo, giornalista storico della Gazzetta del Mezzogiorno, ma anche autore di numerosi libri che ha pubblicato con l’editore Adda, testi su argomenti particolari della storia della Puglia, come teatri, palazzi, castelli; ma anche per i ragazzi delle nostre scuole, come un testo sull’Ofanto e una biografia su Giuseppe De Nittis. Questa volta Cristallo ha ripreso un argomento già affrontato in passato (Quel diavolo di un brigante, del 2002) approfondendolo nelle cause che, nel tempo hanno contribuito a creare il grave problema, ancora irrisolto, della questione meridionale.
Il libro di Michele Cristallo è un’analisi documentata su quanto accadde nel Mezzogiorno prima e dopo l’Unità d’Italia, quando il Sud fu oggetto di una vera e propria spoliazione da parte del nuovo regime.
Fu l’inizio di un processo di decadenza dell’economia meridionale, forte di un florido settore manifatturiero, di un apparato industriale molto solido soprattutto nella meccanica e nella siderurgia.
Senza dire dell’unificazione del debito pubblico del regno del Sud al governo piemontese, il più indebitato d’Europa; o un’iniqua tassazione indiretta (basti pensare alle tasse sul macinato); l’appropriazione del Banco di Napoli, la distruzione di importanti fabbriche, la requisizione della intera flotta partenopea…
L’annessione al Piemonte fu dolorosa anche sotto l’aspetto di vite umane sacrificate nel corso della lotta al Brigantaggio per la quale l’esercito piemontese ebbe carta bianca - in omaggio all’applicazione della legge Pica - compiendo vere e proprie esecuzioni di masse.
Giustamente Cristallo sottolinea la circostanza che a scrivere la storia siano sempre i vincitori, così per lunghi anni siamo stati destinatari solo di storie ufficiali scritte da autori assimilati a versioni unilaterali, viste cioè nell’ottica del governo piemontese.
La tesi di Cristallo, nel solco di un revisionismo storico su queste vicende post risorgimentali, sottolinea come la questione meridionale, cioè la disparità economica fra le condizioni del Nord e quelle del Sud rappresentano la continuità di quell’errore iniziale commesso dal Governo Piemontese quando, anziché attivarsi per portare nel Sud scuole, istruzione, strade, equità fiscale per un tentativo di assimilazione sociale fra Nord e Sud, portarono invece armi e plotoni di esecuzioni, con una valutazione di feroce antimeridionalismo quale si evince dai numerosi rapporti che vennero mandati al presidente del Consiglio Cavour.
Un tema molto attuale, questo, che suscita notevoli perplessità.
Ma tutto poi in fondo dipende dalla prospettiva in cui si giudicano le cose. Certo che ancora oggi siamo presi da alcuni problemi residuali di queste differenti valutazioni, come le istanze che stanno venendo sul tavolo della Commissione toponomastica, quando numerosi cittadini chiedono al sindaco di farsi promotore della eliminazione della strada di via Cialdini.
Una diversità di pareri che si è manifestata anche nel corso del dibattito che è seguito alla relazione di Cristallo, al quale ha preso parte il sindaco esprimendo anche una diversità di vedute.

Renato Russo
(maggio 2017)

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