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15 marzo 2020

Il testo dell'omelia dell'arcivescovo D'Ascenzo nella III domenica di Quaresima, trasmessa in diretta TV

Trani, 15 marzo 2020, Cappella del Palazzo Arcivescovile, a porte chiuse, ore 9.00


Il Vangelo di questa domenica, è il racconto dell’incontro, del dialogo tra Gesù e una donna samaritana della città di Sicar con un epilogo straordinario, la conversione di molti abitanti di questa città che credettero a Gesù come il vero salvatore del mondo.   
La samaritana, anche se nella città di Sicar c’erano due sorgenti, si recò al pozzo di Giacobbe distante circa 800/900 metri. Cercava qualcosa che non riusciva a trovare, un’acqua capace di dissetarla pienamente, nel più profondo del suo cuore. Il pozzo, tra i tanti significati espressi simbolicamente nella bibbia, è il luogo dell’incontro e dell’innamoramento. Pensiamo a Rebecca e Isacco; Rachele e Giacobbe; Zippora e Mosè.
La donna, allora, stava cercando vita, amore, qualcosa di essenziale che partiva dal suo cuore e che lei non riusciva a trovare perché, forse, non riusciva a comprendere. Pensiamo al fatto che aveva avuto cinque mariti e quello che aveva in quel momento non era suo marito. Cercava vita, vita vera, dove non era possibile trovarla. Il bisogno di acqua materiale portava in sé, o nascondeva, un desiderio che Gesù, l’incontro con lui, rivelò, portò alla luce. Questo desiderio fu proprio lui a soddisfarlo, perché solo lui poteva farlo.  
In questo momento di emergenza, di restrizioni, sono tanti i bisogni che avvertiamo, che si fanno sentire anche in modo molto intenso: il bisogno di relazione, di incontro vero e non virtuale, di normalità, di una passeggiata, di andare a lavoro, di andare a scuola, di ritrovarsi tra amici per una pizza o una partita di calcetto, di ritrovarsi a casa con i propri parenti dai più piccoli ai più anziani. Questi bisogni portano in sé il desiderio di vita. Il senso profondo di questi nostri bisogni si chiama desiderio di Amore.
Chiediamo al Signore che ci aiuti ora a prendere consapevolezza di questo desiderio e a custodirlo poi quando avremo superato questo momento di emergenza. Il Signore ci aiuti a comprendere che solo lui ci può donare l’acqua e il cibo che sono vita vera, vita che zampilla per l’eternità. Ci aiuti ad affrontare con responsabilità e serio impegno il momento presente, ma sempre con la capacità di alzare lo sguardo e vedere i giorni futuri come campi che già biondeggiano per la mietitura.   Ciascuno nella propria casa, grazie alle emittenti Amica 9, Canale 190, Tele Regione, stiamo partecipando a questo momento di preghiera che ci fa sentire chiesa domestica. Come alcuni dicono in questi giorni, sentiamoci anche chiesa in rete. Possiamo dire che questa affermazione ha una sua verità virtuale. Pensiamo a quante comunità continuano, in qualche modo, a stare unite grazie all’impegno dei loro sacerdoti che, con l’aiuto dei social, propongono tanti momenti di preghiera, catechesi, riflessioni. Però, chiesa in rete dobbiamo considerarla una verità soprattutto perché siamo uniti dallo Spirito Santo che abita in ciascuno di noi e questo legame è reale, non è virtuale, così forte che, dal giorno del nostro battesimo, tra di noi scorre la stessa vita, quella di Dio, per questo siamo uniti da legami più forti di quanto possano essere i legami di sangue.  
Il cuore di tutti noi è abitato da una sete profonda, è desiderio di Amore, di vita vera. Sia proprio questo desiderio a guidarci verso Gesù, come accadde per i samaritani di Sicar, e a credere in lui come il vero salvatore del mondo.